Capitolo 18

4.5K 190 26
                                    

«posso sapere dove stiamo andando?» domando a John che mi sta trascinando per tutta l'isola da circa una ventina di minuti.
«stava qua!» Sbuffa nervoso guardandosi di continuo intorno a sé.
«chi?» domando per la millesima volta, pur sapendo che non riceverò risposta.
Si continua a guardare intorno spaesato e in modo frustrato, così lo tiro per il braccio bloccandolo.
«John smettila! Abbiamo fatto il giro di tutta l'isola e ancora mi devi dire il motivo!» sbotto cercando di non alzare troppo il tono di voce per non essere scoperta.
Se un momento prima nello sguardo di John si poteva intravedere un briciolo di speranza, adesso ci sono solo un paio di occhi delusi e vuoti.
Provo una tristezza immensa nel vederlo, vorrei tanto confortalo ma non saprei utilizzare le parole giuste.
«ehi...so che questa situazione in cui ci troviamo è tremenda ma riusciremo ad andar-» non riesco a finire di parlare che spalanca gli occhi guardando un punto dietro di me.
«eccola!» esclama e mi giro rimanendo a bocca aperta. Davanti a me c'è una ragazza, con una frangetta e capelli biondi raccolti in uno chignon; il suo vestito verde sembra fatto di foglie mentre ai piedi indossa semplici ballerine. Sembra un angelo!

«finalmente! Vi stavo aspettando!» esclama sorridente la ragazza e si avvicina a noi.
«io e te non ci conosciamo, piacere Trilly!» si presenta sventolando la mano.
«Madelaine» dico semplicemente ancora sotto choc.
«Madelaine! Lei ci può aiutare!» mi informa entusiasta John.
«davvero?» domando lievemente e sento la mia voce tremare a causa dell'emozione. Sento i miei occhi inumidirsi ma mi faccio forza e non piango.
La ragazza, Trilly, annuisce con la testa e mi sorride per confortarmi.
«qui non possiamo parlare! Seguitemi» ci informa la ragazza e cammina a passo spedito con noi dietro.
«te l'avevo detto che ti potevi fidare di me» mi sussurra John sorridente all'orecchio, gli sorrido di rimando e sono alquanto sicura che sembro un ebete in questo momento.
«non ne ho mai dubitato»

Ci fermiamo davanti ad un grande albero e Trilly si avvicina ad esso, sposta un pietra da la avanti che ci permette di vedere un piccolo buco,ma grande abbastanza per far passare una persona.
«venite» esclama e entra nel buco per poi scivolare giù, dovrebbe essere una specie di scivolo.
John mi invita a scendere prima a me e tentennante lo faccio, mi infilo e scivolo giù fino a cadere su un materasso.
In fretta mi alzo e mi guardo attorno, è una piccola casa, arredata in modo semplice, proprio sotto l'albero.
Poco dopo vedo John scendere dalla scivolo e anche lui, come me, si guarda intorno meravigliato.
«accomodatevi sul divano, vi preparo una bevanda alle erbe» ci informa senza darci il tempo di ribattere o dire altro.
«sei contenta?» mi domanda John puntando il suo sguardo su di me.
«certo, solo che mi sembra così strano» ammetto scuotendo la testa stupita «solo un'ora fa stavo parlando con Pan e adesso mi trovo in questa casa, con una ragazza che potrebbe farci andare via da qua, mi sembra così irrealistico»
«già» il suo sorriso mi tranquillizza e non riesco a smettere di sorridere neanche io.
«allora» fa il suo ingresso Trilly porgendoci ad ognuno di noi la bevanda.
«potete farmi qualsiasi domanda, senza problemi» ci tranquillizza. Ho così tante domande per la testa che non so proprio da dove iniziare, ma preferisco prima partire a fare domande su di lei.
«tutti hanno detto che sono l'unica ragazza dell'isola, quindi non sanno che ci sei anche tu?» domando prendendo poi un lungo sorso dalla bevanda.
«beh tu sei l'unica ragazza sperduta» precisa ma non capisco dove vuole arrivare.
«io sono una fata» esclama e dal suo tono di voce posso sentire un pizzico di malinconia.
«ma non hai le ali» nota John con sguardo accigliato e sul viso della ragazza appare un triste e nostalgico sorriso.
«me le hanno strappate...e mi hanno privato dei miei poteri»
«scusami non volevo» sussurra John veramente dispiaciuto.
«tranquillo»
Non voglio farle domande riguardanti a ciò, si vede che ci soffre ancora ma non lo vuole far vedere. Ed è anche inutile chiedere chi sia stato, su quest'isola solo un ragazzo ha il coraggio di compiere questa atrocità.
«solo Peter Pan e Felix sanno della mia esistenza, coloro che stanno da secoli qua, sanno che me ne sono volata via.»
«come mai Pan ti vuole tenere segreta?»
«conosco cose di lui che nessuno sa, sono sempre stata al suo fianco; dalla prima volta che mise piede su quest'isola finché non ha deciso di esiliarmi» spiega brevemente «inoltre ha creato una barriera intorno all'albero che non posso superare e questa barriera magica si restringe ogni giorno che passa, finché non mi rimarrà che stare per sempre in questa piccola casetta. Sono stata davvero fortuna a incontrare John qualche ora fa, non parlo da anni con qualcuno»
«non credevo che una persona potesse compiere tutto ciò, è orribile!» esclama disgustato John ed ha pienamente ragione.
«quindi consoci anche il modo per andarcene da qua?» domando arrivando al punto, vorrei davvero farle tantissime domande ma non voglio che si noti la mia assenza nell'accampamento.
«sarà davvero complicato, se avessi avuto le ali, non avrei avuto problemi a riportarvi a casa» ci informa e mi solleva sapere che ci sia una soluzione, sapevo già che non sarebbe stato facile e sono pronta ad affrontare tutto, affinché Baelfire stia al mio fianco.
«sappiamo già che Peter Pan non me le restituirà mai di sua spontanea volontà, quindi le dovremo rubare»
«e se non ci riuscissimo?» domanda John nervoso.
«nel frattempo studierò un piano B, ci sta un altro metodo ma devo assicurarmi che sia fattibile prima di parlarvene» ci informa e annuiamo.
«un'ultima domanda per oggi» lancio uno sguardo a John che probabilmente comprende, infatti mi afferra la mano intrecciandola.
«sai qualcosa di Wendy Darling?» domando e sento che mi stringe la mano.
«certo!» esclama più entusiasta di prima «un momento...non è stata ancora liberata?» domanda puntando lo sguardo prima su John e poi su di me, che scuoto la testa.
«dovete sapere che Wendy era una ragazzina sperduta, era sullo stesso livello di tutti, il suo unico compito era quello di fare da madre ai bimbi e di preparare da mangiare. Era come tutti gli altri, ne più ne meno, ma un giorno non fu più lo stesso. Scoprì un segreto davvero potente, che avrebbe potuto cambiare tutto e Peter Pan lo venne a sapere e fu per questo che la imprigionò, si vocifera che sia stata rinchiusa in una cella sottoterra ma nessuno l'ha mai ritrovata. Credevo che ormai, a distanza di secoli, fosse stata liberata.
Mi dispiace così tanto, era una mia grande amica, quando ancora ero libera» ogni sua parola è un pugno alla stomaco. Porto lo sguardo su John e posso notare come si stia trattenendo dal piangere. Vorrei tanto dire qualcosa che possa rassicuralo ma non riesco ad aprire bocca.
«che segreto?» domanda con un leggero tremolio alla voce.
«è l'unica a sapere come uccidere Peter Pan» mi si mozza il fiato a sentire questa frase.
«dobbiamo trovarla» dice duramente John e Trilly annuisce d'accordo con lui. Dobbiamo a tutti i costi trovare Wendy e scoprire il punto debole di Peter Pan.
«fallire non è un opzione» aggiungo decisa più che mai. Mi solleva sapere che abbiamo una mano in più ma è adesso che le cose iniziano a complicarsi.
È adesso che il gioco inizia.




Spazio autrice
Come promesso, ho scritto un capitolo che presenta molte informazioni, non del tutto chiare ma almeno i due protagonisti hanno una base solida, su cui concentrarsi.
Non mi convince del tutto ma allo stesso tempo non voglio cambiare nulla. Mi dispiace se pubblico ogni morte di papa ma sono molto impegnata con la scuola e purtroppo subito mi distraggo, infatti nei periodi più pieni della scuola mi elimino del tutto l'app così da non essere tentata.

Vorrei sapere cosa pensate di questa storia, accetto tutti i commenti, positivi o negativi che siano!

•𝑃𝑒𝑡𝑒𝑟 𝑃𝑎𝑛 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑓𝑎𝑖𝑙𝑠•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora