Capitolo 11

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Sono seduta al tavolo con alcuni bimbi sperduti e al mio fianco si trova Baelfire che mangia senza sosta mentre io continuo ad osservare il piatto davanti a me, che io stesso ho cucinato, senza toccarlo.
Sono passati un paio di giorni e di John nessuna traccia e più il tempo passa più la curiosità sul suo conto aumenta, sono certa che lui mi saprà dare delle risposte. Mi guardo intorno e non capisco la loro spensieratezza, non sentono la mancanza della loro famiglia? Non hanno qualcuno da cui ritornare?

«Maddy» mi richiama Bealfire facendo cenno alla nostra tenda, senza parlare mi alzo e mi dirigo verso di essa, nessuno se ne accorgerà della mia assenza, sono invisibile ai loro occhi e da un lato mi fa piacere, non sopporto stare al centro dell'attenzione ma dall'altro lato mi sento così sola, ma quando punto lo sguardo sul mio amico capisco che non è affatto così.

«Si può sapere che ti prende in questi giorni?» domanda preoccupato Baelfire prendendomi la mano, una scarica elettrica si propaga lungo il mio corpo al contatto con la sua calda. Gli sorrido e mi viene spontaneo buttarmi tra le sue braccia e stringerlo forte a me, ispiro il suo odore, è l'unica cosa che mi fa sentire più a casa.
Appoggio la mia testa sul suo petto e sento il suo cuore battere all'impazzata, la sue lunghe braccia circondano il mio corpo.
Sembra assurdo ma quando sto con lui, la speranza dentro di me aumenta, ma non so se sia un bene o un male, non mi piace illudermi.
Mi sento protetta tra le sue braccia a malincuore mi devo allontanare leggermente.

«la prima volta che quell'ombra ci venne a far visita mi dicesti che la magia è pericolosa, sta a significare che già ne sapevi della sua esistenza, perché?» domando sedendomi sul mio letto e incrociando le gambe tra di loro in attesa di una sua risposta.
Si passa freneticamente una mano tra i capelli per poi sedersi sul suo letto di fronte al mio.
Osservo i suoi capelli leggermente sporchi di terreno, come i suoi vestiti logori e le mani piene di graffi, l'unica cosa pulita è la sua anima e non permetterò a nessuno che venga sporcata.

«La magia ha ucciso i miei genitori» risponde semplicemente mentre con lo sguardo perlustra tutta la tenda cercando di non guardarmi. So che mi sta nascondendo qualcosa ma non lo obbligherò a farlo se non vuole, così mi avvicino a lui e lo abbraccio forte. Non c'è rimedio a questo dolore, dovrà essere lui ad affrontarlo tutto ciò che posso fare è stargli vicino, in questi momenti le parole sono inutili, lui ha bisogno dei fatti.

«Ti voglio bene» dico con un groppo in gola allontanandomi da lui. Mi sono sempre chiesta che cosa tenesse unite le persone. E poi ho capito che non c'è una vera e propria ragione. Solo una le tiene davvero insieme; il volere. Chi si vuole veramente resta; chi non si vuole veramente si perde. Non contano le cose in comune, le affinità è tutto il resto, ma solo il volere.
Purtroppo ogni minuto è prezioso e devo uscire da questa tenda per cercare dei modi per scappare.
Sorrido a Baelfire e senza dare spiegazioni esco dalla tenda, non faccio caso alle occhiate che mi riservano i bimbi sperduti e mi inoltro nella foresta.
Cammino a passo lento sperando di trovare qualcuno o qualcosa che mi possa aiutare. Come sempre mi perdo tra i miei pensieri e non mi rendo conto che è notte fonda, sentendo i miei piedi doloranti decido di sedermi a terra, prendo un profondo respiro.

Adesso è uno di quei momenti in cui mi sento ingombrante, non so spiegarlo, mi è difficile persino capirlo, so solo che devo fare molte cose ma temo di rovinare tutto, non so cosa fare e da dove iniziare, mi sembra inutile girovagare per l'isola in cerca di un miracolo.
I miei genitori mi hanno insegnato sin da subito che se farò del bene ne riceverò altrettanto e forse questo è uno dei principali motivi del mio comportamento. Vorrei avere il coraggio di difendermi ma ho paura che poi si ripercorrerebbe sulle persone a cui tengo.

Il silenzio viene spezzato dallo scricchiolio di un ramo che si spezza, non ci faccio molto caso e stendo le gambe per mettermi in una posizione più comoda.
Un altro rumore più forte mi fa rabbrividire e decido di alzarmi per vedere se c'è qualcuno, mi guardo intorno ma tutto ciò che vedo sono alberi. Decido di continuare il mio percorso rimanendo guardinga e cammino verso il lago.
Ma un altro rumore interrompe il silenzio che si era creato così con un groppo in gola cammino a passo svelto, questo posto mette i brividi la sera e credo anche di essermi persa, non ho mai visto tutto ciò.
Un grido squarcia il silenzio e sento il nervosismo farsi spazio dentro di me così inizio a correre sempre più veloce, mi guardo dietro per vedere se c'è qualcuno, dopo due secondi mi ritrovo a terra.
Alzo lo sguardo per vedere cosa ho urtato e mi rendo conto che in realtà è un ragazzo.

«John» sussurro incredula una volta che ho riconosciuto i lineamenti del suo viso e i suoi occhiali tondi.
Esulto internamente e mi alzo prima che lui scappi. Sul suo viso è dipinto un punto interrogativo, ma prima di fare domande devo controllare che non ci sia nessuno.

«Ci conosciamo?» domanda il ragazzo affaticato per poi sedersi vicino ad un albero, anche lui come me starà cercando una via d'uscita. Scuoto la testa alla sua risposta e ho tante domande da fargli ma senza nessuna base solida, da dove dovrei iniziare?

«so che ti sembra strano» dico gesticolando in modo nervoso, raccontare i miei piani a lui è pericoloso, casomai, vedrò se mi aiuterà a cercare la sorella di Michael.
Da dove potrei cominciare?

«Facciamo un accordo» inizio a parlare sperando che lui accetti «Tu hai bisogno del mio aiuto e lo farò se risponderai ad alcune domande» dico sedendomi al suo fianco, è palese che abbia bisogno dell'aiuto di qualcuno ma non per forza del mio.

«Cosa ti fa pensare che io abbia bisogno di aiuto?» domanda pulendosi i suoi occhiali tondi con il tessuto della maglia.
Gioco con i fili della mia maglia non sapendo cosa rispondere, un mio grande difetto è quello di cimentarmi in un qualcosa senza pensarci.

«sei sparito da un paio di giorni e l'ultima volta che ti ho visto stavi perlustrando un luogo proibito, so che stai cercando qualcosa» parlo sperando di aver centrato l'argomento. Per scappare dall'isola ho bisogno dell'aiuto di un bimbo sperduto e per adesso lui è l'unico che mi ispira fiducia.

«ti prego! Fidati di me» lo supplico unendo le mie mani e avvicinandomi a lui. So che non mi conosce e nemmeno io mi fiderei di una persona appena conosciuta ma quando ti trovi sull'isola che non c'è, l'unica cosa che puoi fare è gettarti a capofitto nella prima strada che trovi.

«spero per te che tu mi stia dicendo la verità» risponde dopo aver sbuffato sonoramente «sto cercando mio fratello» spiega guardandosi attorno mentre il mio cuore si riempie di speranza. Sorrido sempre di più e freno dall'impulso di abbracciarlo, sembrerei ancora più strana.

«si chiama Michael» afferma alzandosi da terra mentre io rimango bloccata sul posto.
Adesso torna tutto, i lineamenti e i suoi modi di fare familiari, lui è suo fratello.
Ma quando mi ricordo di un particolare, subito mi pento di essermi avvicinata a lui.

«lo conosci?» domanda e il suo sguardo brilla di speranza mentre sul mio petto grava un enorme peso. Lui non sa è tutto ciò che mi ripeto nella mente.

«no, non lo conosco» mento alzandomi da terra e mostrando il sorriso più vero che ho.
Sono sempre stata pronta a tutto ma come posso dire ad un ragazzo che suo fratello è morto tra le mie braccia perché mi ha chiesto aiuto e mi stava cercando di avvertire su Peter Pan? Come posso dirgli che non sono riuscita a salvarlo?

«forse è meglio ritornare all'accampamento» esclamo sentendo vari fruscii probabilmente causati dal vento anche se tutto ciò che sento è un vuoto all'altezza del petto, le bugie non portano mai da nessuna parte.

Spazio autrice

Probabilmente già lo avevate capito ma fidatevi, questo è solo l'inizio, ci saranno molti colpi di scena e credo che mi odierete anche...oppure già mi odiate hahaha bho

E nada sono schiattata sul letto a scrivere queste quattro inutili parole.

•𝑃𝑒𝑡𝑒𝑟 𝑃𝑎𝑛 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑓𝑎𝑖𝑙𝑠•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora