capitolo 23

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È l'alba, io e John ci siamo addormentati avvinghiati l'uno all'altro. Beh 'addormentati' è un eufemismo per me, non sono riuscita a chiudere occhio a causa della situazione che mi circonda, ho preferito osservare a lungo il cielo illuminato da numerose stelle mentre mi domandavo cosa ne fosse della mia famiglia, se stessero bene, se si fossero dimenticati di me...
E mentre io ero avvolta dalla nostalgia, John dopo il bacio, è caduto in un sonno lungo e profondo.

Ma oggi è un nuovo giorno, già sono all'impiedi pronta ad affrontare ciò che questa giornata mi porterà e cosa più importante devo ricordarmi di parlare con Baelfire, ho sempre intuito che ci fosse qualcosa che non andasse con lui in questa situazione, da quando ho scoperto che l'ombra rapisce solo un bambino in ogni famiglia, e l'altra sera le parole di Peter Pan nei confronti del mio amico mi hanno destabilizzata.
«Madelaine muoviti» urla Felix al mio orecchio, sbucando all'improvviso.
«dio mio Felix mi hai spaventata» esclamo posando una mano sul cuore e con la bocca leggermente aperta per lo spavento.
«potrei dire lo stesso delle tue occhiaie» afferma leggermente inorridito nel vedermi.
«simpatico come sempre» ruoto gli occhi leggermente infastidita dalla sua battutina e mi dirigo verso il centro dell'accampamento per preparare la colazione ai bimbi sperduti.

Durante la colazione non ho visto né John né tantomeno Peter Pan, e mi spaventa il pensiero che John possa farsi vendetta da solo.
Per quanto riguarda Bealfire mi è giunta voce che sia rimasto bloccato a lavorare nel terreno con altri sperduti.
Sbuffo annoiata non sapendo cosa fare e anche perché non mi va di mangiare in questo momento, così mi guardo intorno e noto come, stranamente, si respiri un'aria calma e sorrido nel vedere alcuni sperduti ridere e scherzare tra loro.
Anche solo per un secondo mi passa per la mente che forse Peter Pan non è così crudele come sembra, ha salvato questi bambini da situazioni terribili e gli ha dato un posto in cui stare, ovviamente però devono ricambiare aiutando con i lavori. Ma poi mi ricordo di quanta gente ha minacciato, ucciso e di quanto la sofferenza degli altri sia la sua risorsa.
Rabbrividisco al suo pensiero e non mi rendo conto che la tranquillità che prima si respirava adesso è stata spezzata dall'arrivo di Pan.
Alcuni sperduti rimangono a fare colazione, altri invece si alzano e si dirigono ai propri lavori.
Il ragazzo dagli occhi color pece si siede di fronte a me ed io, senza degnarlo di uno sguardo, gli passo la ciotola contente della frutta, che afferra senza dire nulla.
prego eh

Rimango seduta, giocherellando con le dita e lottando contro la forza di alzare lo sguardo su di lui.
«Mad puoi guardarmi...non mordo mica» esclama d'un tratto con voce tranquilla mentre addenta una mela.
Fingo che il soprannome che mi ha affibbiato non abbia smosso nulla in me e tentennate alzo lo sguardo su di lui.
Rabbrividisco nel ricordarmi gli avvenimenti di quella sera e le sue rivelazioni.
«cosa c'è che non va?» domanda scrutandomi attentamente e dal suo tono stranamente calmo, posso intuire di avergli fatto pena, avrà notato che pian piano mi sto distruggendo, che mi sta distruggendo.
«vorrei che ti comportassi con me come quella sera, sulla collina» ammetto e subito dopo mi mordo il labbro pentendomene amaramente. «non far finta di nulla, so che te lo ricordi» aggiungo flebilmente capendo che ormai il danno era fatto. Mi guardo intorno per assicurarmi che nessuno ci abbia sentito e poi riposo lo sguardo su di lui che mi analizza attentamente.
«c'è che ho sbagliato...non appena mostri le tue debolezze, ti divorano fino a consumarti» rimango per un po' pietrificata nel sentire ciò, credevo che mi avrebbe urlato contro ma la verità è che il suo tono adesso è stanco, la verità è che anche i più forti a un certo punto si stancano di combattere.
«Peter tu pensi che io possa utilizzare le tue debolezze contro di te?» domando leggermente nervosa, ma utilizzando comunque un tono flebile per non farmi sentire dagli altri sperduti.
«ne avresti tutti i motivi» risponde riportando lo sguardo sul piatto e mi si forma una morsa allo stomaco nel vederlo.
«hai ragione ne avrei tutti i motivi per farlo» sbotto all'improvviso e noto il ragazzo di fronte a me irrigidirsi «ma solo uno mi blocca» la tensione è palpabile ma non demordo.
«quale?» domanda ma stringo le labbra tra loro non avendo intenzione di rivelarglielo.
«non ha importanza» sussurro abbassando lo sguardo e lasciando un piccolo sospiro sconfitta.
Alzo lo sguardo su di lui solo quando capisco che si sta alzando da posto pronto ad andarsene, mi alzo anche io e afferro la sua ciotola per metterla insieme alle altre.
Ma al contrario di ciò che pensavo, Peter Pan dopo aver fatto il giro della tavola, si posiziona dietro me. Mi si mozza il fiato nel sentire il suo respiro su di me e chiudo gli occhi quando sento che aderisce quasi del tutto il suo corpo al mio, con una mano mi afferra il fianco e con l'altra mi sposta i capelli tra l'incavo del mio collo.
Il suo tocco è così dolce che vorrei non finisse mai e inebriata da ciò, piego la testa leggermente di lato quando noto le sue labbra avvicinarsi al mio collo, dove posa un paio di baci umidi. Stringo di scatto la tavola con entrambe le mani e Peter aderisce del tutto il suo petto alla mia schiena, non lasciando trapelare nemmeno un filo d'aria.
Posa un altro caldo e casto bacio lì, provocandomi milioni di brividi quando ad un tratto si irrigidisce.
«hai un profumo diverso rispetto al solito» sussurra con voce roca al mio orecchio e mi mordo il labbro inferiore.
«con chi sei stata stanotte?» domanda duro stringendo entrambi i fianchi con le sue grandi mani.
«ho dormito in spiaggia» rimango sul vago e noto come la mia voce sia uscita spezzata e diversa dal solito.
«con chi?» domanda posando un bacio sotto il lobo dell'orecchio mentre con una mano accarezza tutto il fianco fino a alla mia pancia per poi salire sempre più in su.
«con John» mi lascio scappare e mi si mozza il fiato quando la sua mano vaga sotto la mia maglia fino a sfiorarmi il seno.
«è successo qualcosa?» domanda stringendo leggermente la presa e chiudo gli occhi godendomi il momento.
«solo un bacio» sussurro con voce roca e sento la sua mano scendere fino a fare un cerchio immaginario con due dita attorno all'ombelico per poi iniziare a giocare con l'elastico dei pantaloni.
«solo un bacio» ripete con voce flebile stringendo maggiormente la presa sul fianco.
«ti è piaciuto?» domanda e giuro di averlo sentito sorridere sulla mia pelle mentre l'altra mano si infila nel pantalone e inizia ad accarezzare la pelle nuda.
Non rispondo, non sono in grado di dargli una risposta ed il suo tocco, per quanto mi risulta difficile ammetterlo, mi manda in ecstasy.
«rispondi Mad» il suo respiro affannato sul mio collo mi fa perdere del tutto la capacità di ragionare e stringo i denti quando la sua mano, dopo aver accarezzato la coscia si avvicina al suo interno.
«non lo so» gemo sotto il suo tocco e combatto con me stessa per allontanarlo prima di complicare ancora di più la situazione, ma non mi smuovo poiché nella mia testa colui che mi sta accarezzando è un semplice ragazzo, non un assassino.
«ti rispondo io Mad» sussurra per poi posare un casto bacio sulla mia spalla «non ti è piaciuto, altrimenti non mi avresti permesso di baciarti» la sua mano stringe saldamente il mio interno coscia e involontariamente stringo le gambe tra loro «e di toccarti»

«Madelaine dove sei?» sento urlare, e come un sveglia, mi riporta con i piedi per terra e velocemente allontano Peter da me che mi guarda divertito mordendosi il labbro inferiore.
Lo osservo incantata in ogni suo minimo movimento e cerco di regolarizzare il mio battito ed il respiro pesante.
«dio Maddy ti sto chiamando da minuti» sbuffa annoiato Bealfire e di scatto mi volto verso di lui che appare da dietro un albero scacciando qualche sassolino a terra.
Prima di riportare l'attenzione sul mio amico, mi volto verso Peter Pan ma oramai di lui non c'è nemmeno l'ombra.
«scusa Bae dimmi» dico osservandolo attentamente. Indossa il suo solito cappello di lana e mi spezza il cuore nel vedere che il suo viso, così come i suoi vestiti sono sporchi di terra.
«hai qualcosa per disinfettare le ferite?» domanda e mi si contorce lo stomaco nel sentire ciò. E come una doccia fredda il ricordo di Peter che mi sfiorava mi appare in mente e sono delusa da me stessa per non aver avuto la forza di allontanarlo.
«si, siediti ti aiuto io» affermo e mi dirigo velocemente a prendere l'occorrente per aiutarlo.
Qui sul l'isola mi sono dovuta arrangiare con semplici foglie e qualche intruglio fatto con l'erba per aiutare gli sperduti.
Corro verso Baelfire e mi siedo di fronte a lui senza emettere una parola.
Mi porge le mani piene di graffi tra cui uno più profondo e stringo in due fessure gli occhi prima di prendere forza e disinfettarlo.
«come mai così silenziosa?» domanda ad un certo punto Bae scrutandomi attentamente, scrollo le spalle e continuo a rimanere in silenzio non volendo spiegargli ciò che mi turba.
«sai...John mi ha detto che vi siete baciati» esclama con un mezzo sorriso e mi blocco per qualche secondo prima di riprendere ad aiutarlo.
Già...l'ho baciato per poi trovarmi tra le braccia di Peter Pan, il ragazzo che ha ucciso i suoi due fratelli. Mi sento uno schifo per essermi fatta abbindolare da Pan, ma la cosa che detesto di più è che ...mi è piaciuto da morire.
«è stato un momento strano, eravamo entrambi sopraffatti dalla situazione» ammetto sinceramente e mi devo ricordare di parlare con John di quel bacio, non voglio che si faccia strane idee.
«ho saputo» afferma con un tono dispiaciuto e sospira amareggiato.
«oggi sull'isola c'è quest'aria così stanca, malinconica...non sento di essere al meglio me» ammette Baelfire scrollando le spalle mentre io afferro delle foglie lunghe per fasciargli la mano.
Sono felice di sapere che non sono l'unica ad avvertire quest'aria.
«l'isola è collegata a Peter Pan, probabilmente si sente così in questo momento» esprimo una delle mie ipotesi e vedo Bae abbassare lo sguardo quando pronuncio il suo nome.
«Baelfire credo che sia arrivato il momento di parlare, niente più segreti»
«hai ragione»


Spazio autrice

okay...non so cosa dire riguardo questo capitolo. È stato leggermente imbarazzante da parte mia scrivere quella scena tra Madelaine e Peter Pan. Ma più che imbarazzo, mi è risultato abbastanza difficile esprimermi, non vi assicuro che ci saranno altre scene di questo tipo. Ho voluto sperimentare e mi piace che sia avvenuto in questo momento della storia, ma ho paura che la storia perda la sua strada e caschi nel sesso. Per questo cerco di evitare queste scene e mi dedico al tema principale, mi è complicato spigare come la penso, se volete un ulteriore spiegazione più approfondita, cercherò di darvela <3

•𝑃𝑒𝑡𝑒𝑟 𝑃𝑎𝑛 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑓𝑎𝑖𝑙𝑠•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora