capitolo 39

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Trilli, in lacrime, è china sul cadavere di John, che osservo impassiva giacere a terra.
È stato un ragazzo meschino, doppiogiochista, ha preferito stare fermo piuttosto che cercare di salvare Baelfire, o almeno, cerco in questo modo di giustificare il mio gesto. Ma mi rendo conto che sia inutile, non sento sensi di colpa, se non un lieve velo di paura verso me stessa.
Passo lo sguardo dalla testa ai piedi di John, è steso in una posizione fetale, con una mano sullo stomaco colpito e l'altra stringe tra le dita la collana che possiede al collo. E solo ora noto gli occhi semi aperti, puntati nel vuoto.
Poi passo lo sguardo sulla ragazza, che è scossa da continui singhiozzi, ma sarà più per paura di morire, che per la morte di John.

«wow» sento esclamare da Peter e non so se sia per l'incredulità o se pensi che sia stata infantile.
«Madelaine perché?» domanda Trilli singhiozzando a causa del pianto mentre cerca di alzarsi da terra. Porto il mio sguardo, disgustato, su di lei e corrugo la fronte spazientita dal suo comportamento.
«tu non eri così» sbotta tra le lacrime e la ignoro annoiata.
«ti svelo un segreto» dico in modo pacato «le persone cambiano»
«ma non per questo devono uccidere! è sbagliato!» esclama furiosa e inarco un sopracciglio di sfida.
«"è sbagliato?" proprio tu mi parli di cosa sia giusto o sbagliato?» domando arrogante «sono stanca di ripeterlo! lo farò un ultima volta e vedi di ascoltarmi bene» faccio un passo verso di lei e la noto annuire impaurita.
«non avete fatto nulla per cercare di salvarlo. Mi avete vista in lacrima, mi avete vista scavare una buca vicino al lago per sotterrarlo da sola. È stata un gesto codardo il vostro» sono accecata dalla rabbia, non riesco a pensare lucidamente e tutto ciò che voglio è andarmene.
«mi dispiace, okay? hai ragione ma cerca di metterti nei nostri panni» esclama asciugandosi le lacrime.
«mettermi nei vostri panni? è da tutta una vita che lo faccio! ho sempre giustificato ogni gesto sbagliato, mi sono sempre autoconvinta che ci sia del buono in ognuno di noi, ma sono stanca di farlo» prendo un profondo respiro per poi continuare «adesso cara Trilli, ti conviene correre se non vuoi morire» digrigno tra i denti.
«c-cosa?» borbotta guardandomi con gli occhi spalancati per la paura.
«3» inizio a contare pacata e la ragazza dai capelli biondi si alza spaventata e si guarda intorno per una via di uscita.
«2» sussurro iniziando a sfilare il mio pugnale nascosto, che porto sempre in caso di pericolo. Trilli tremante corre più veloce che può infilandosi negli alberi ma è ancora visibile alla mia vista.
«1» finisco con un ghigno sul viso e con tutta la forza che ho le tiro il pugnale verso di lei, prendendola a pieno.
Si accascia a terra dolorante e le sue lacrime sgorgano sul suo viso sporco di terra, contornato dai suoi capelli biondi scompigliati.
Con un tonfo secco cade a terra e nonostante ci sia qualche metro di distanza, posso notare i suoi occhi aperti, che mi provocano un brivido lungo la schiena.
Rimango interdetta per qualche secondo quando poi passo lo sguardo su Peter, che guarda la scena sogghignando.

«questa è la mia Mad» esclama Peter soddisfatto del mio gesto. Sento di nuovo la rabbia ribollirmi dentro nel sentire ciò e punto lo sguardo su di lui.
«io non sono di nessuno» affermo decisa sostenendo il suo sguardo.
«ed è qui che ti sbagli» ribatte con delicatezza facendo un passo verso la mia direzione.
Queste sua parole mi provocano un Déjà vu, riportandomi alla mente, in quella sera in cui gli dissi queste esatte parole, ma i ruoli erano invertiti.

Sento una lacrima scivolare lungo la mia guancia, che affretto ad asciugare; ormai faccio questo da quasi un secolo, è come un'abitudine.
«afferra la spada» ordino prendendo la mia da terra e mettendomi in posizione di combattimento.
«Mad ragiona!» esclama «sai che non mi tirerò indietro»
Deglutisco leggermente nervosa alle sue parole e scuoto la testa velocemente.
«all'ultimo sangue» digrigno tra i denti e senza aspettare una sua risposta mi affretto a colpirlo, e come mi aspettavo, grazie ai suoi riflessi pronti, si difende.
Ignoro il suono provocato dallo scontro delle lame e mi concentro solamente su di lui.
Senza sosta sfilo un colpo dietro l'altro ma, come imaginavo, riesce sempre a bloccarli.
È una vera sfida tra noi, con l'intento di marcare la propria forza. Sul suo viso adesso è dipinto il solito ghigno e sembra trasportato in un altro mondo mentre continua a colpire con la spada, dall'altra parte, io, probabilmente sarò in pessime condizioni, e sul mio viso non trasparirà che sofferenza.
Ma non so come spiegare ciò che sento, se non parlare di rabbia.
Rabbia perché mi fidavo di lui, mi ero convinta che lui potesse cambiare.
Rabbia perché avevo ammesso a me stessa di amarlo, e quella sera rovinò tutto.
Rabbia perché è colpa mia se adesso Baelfire è morto; e me la sto prendendo con tutti tranne che con me stessa. Forse se avessi avuto maggiore riguardo, se solo fossi stata più furba adesso il mio amico sarebbe vivo ed io, felice. Ma l'amore mi ha rovinata, accompagnato dalla bontà che avevo un tempo.
Ero ingenua, manipolabile e fin troppo buona. Quella sera mi sono sentita tradita, non solo dagli altri, ma anche da me stessa. Quella sera, Baelfire pagò le conseguenze di tutti noi, ed io non riesco a perdonarmelo e non credo che riuscirò mai a farlo.

«sei migliorata» afferma Peter sogghignando mentre continua a colpire.
«di sicuro non per merito tuo» specifico continuando ad attaccarlo.
Sento una lieve risata da parte sua che ignoro per concentrami meglio sul mio compito.
Ma vengo tradita dalle mie stesse emozioni, sposto il mio sguardo per un millesimo di secondo sul lago e come un fulmine, rivivo quella sera distraendomi, anche se solo per poco, basta per farmi colpire da Peter e farmi scivolare a terra.
Porto lo sguardo sulla mia gamba sanguinante, ma quando vedo che la ferita non è profonda, mi alzo avventandomi su di lui, e inizio a colpirlo con la spada senza sosta. Sento la ferita bruciare, e le mie gambe cedere per il troppo sforzo, ma in questo momento la mia sete di vendetta è troppo grande per bloccarmi.
Attendo un momento di esitazione di Peter e lo colpisco con una forte gomitata allo stomaco e gli tiro un calcio facendolo cadere per terra. Mi siedo a cavalcioni su di lui per bloccarlo e gli punto la lama vicino alla gola.

«a quanto pare ho vinto» esclamo sogghignando accarezzando la lama lungo il suo viso, per poi utilizzare più forza su un punto, provocandogli una lieve ferita sulla guancia.
«beh sei stata brava» afferma in modo arrogante «ma non hai vinto, non hai il coraggio di uccidermi»
«certo che ce l'ho!» sbotto avvicinando la lama ancora di più a lui.
«Baelfire sarebbe così deluso da te» sputa acido, e a questa sua affermazione lo guardo incredula con la bocca semi aperta. Approfitta di questo mio momento di distrazione per capovolgere la situazione, ritrovandomi così io stesa a terra e lui sopra che mi blocca i polsi.
«come osi nominarlo?» urlo contro di lui, con tutte le forze che mi rimangono mentre cerco di scappare dalla sua presa.
«sei brava, ma poco furba» ghigna avvicinando il suo viso furibondo al mio.
«ancora troppo debole» aggiunge arrogantemente per poi sollevare l'angolo della bocca in un sorriso sfacciato.
«non sono debole» scandisco parola per parola, cercando ancora una volta di divincolarmi.
«allora non vuoi veramente uccidermi» aggiunge in modo fin troppo egocentrico, aumentando la mia rabbia.
«certo che lo voglio»
Ma nel profondo del mio cuore sono consapevole che in questo momento la sua vicinanza mi faccia soffrire più di tutto il resto, sapere che nonostante ciò che abbia fatto, mi provoca ancora le stesse emozioni di 98 anni fa.  Fa male, tanto, soprattutto esserne consapevoli e tutto ciò mi provoca un disgusto nei miei confronti. Lui ha ragione, sono debole.

Con le labbra tremanti sospiro e inclino la testa di lato per non guardarlo più, e rilasso i muscoli bloccandomi nello scappare.
Nonostante non lo possa vedere, sento il suo sguardo sul mio e probabilmente avrà la fronte corrucciata come suo solito.
Qualche secondo dopo sento la sua presa attorno ai miei polsi allentare e pian piano si allontana da me. Mi affretto ad alzarmi e ignoro il dolore fisico che sento, anche se quello mentale è molto più complicato da far sparire e più doloroso di cento lame.

«Peter Pan non fallisce mai» digrigna tra i denti «che ti sia chiaro»

Spazio autrice

hey come state?? spero bene.
Vi volevo dire che sto scrivendo una nuova storia (sta ancora nelle bozze) e vi volevo chiedere una cosa:
secondo voi è meglio scrivere una storia utilizzando i verbi al presente o al passato? oppure vi è indifferente?

idk mi è sorto questo dubbio mentre scrivevo e ce l'ho in testa da tutto il giorno hahah

p.s. non so perché aggiorno sempre in orari indecenti, mi dispiace, ma la notte ho più ispirazioni.
Detto ciò, domani mattina lo ricontrollerò per sicurezza, per evitare eventuali errori di distrazione.
Avrò riletto questo capitolo cento volte ma non mi fido di me stessa.

Comunque ho notato un grande miglioramento nel mio modo di scrivere.
1 anno fa pubblicai una storia (ff su Cole Sprouse) e qualche giorno fa l'ho riletta.
ua...non l'avessi mai fatto! è un po' indecente e abbastanza trash a parer mio.
Vi consiglio di non leggerla se non volete che i vostri occhi vi sanguinino. Inoltre pian piano la sto revisionando e sto correggendo gli orrori che feci, ma non ho intenzione di eliminarla, è comunque parte di me, della mia evoluzione nella scrittura.
Non dico che questa storia su Peter Pan sia scritta benissimo ma c'è grande differenza con quella di Cole. Sicuramente fra un anno, quando rileggerò questa storia, penserò che sia indecente, è scientificamente provato.
Ma deve accadere se voglio migliorare.

💘

•𝑃𝑒𝑡𝑒𝑟 𝑃𝑎𝑛 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑓𝑎𝑖𝑙𝑠•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora