capitolo 44

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La sua affermazione mi provoca un lieve sorriso che cerco poi di nascondere, mordendomi il labbro inferiore. E sento quelle famose farfalle nello stomaco, che tanto desideravo.

Un rumore mi fa voltare di spalle e noto Ethan voltarsi dall'altro lato del letto, per fortuna ancora addormentato.

«io ti ho chiamato poiché ho ehm- un problema» spiego non sapendo bene come spiegare la situazione, «non cresco» aggiungo abbassando il capo imbarazzata, «e beh credo che sia qualcosa legata all'isola e speravo che tu mi potessi aiutare».

«lo so» risponde pacato, facendomi sollevare lo sguardo su di lui e guardarlo confuso.

«quindi mi puoi aiutare? puoi spezzare questo incantesimo o qualunque cosa sia?»

«devi venire con me sull'isola»

Sull'isola con lui? È vero che lui mi manca, ma non so quanto mi possa convenire andare lì. Andare in un posto che ho odiato con tutta me stessa, con una persona che ho amato in egual modo. E che amo ancora.

«io ehm-» mi sento così impacciata in questo momento, come se la sicurezza con cui mi rivolgevo a lui due anni prima fosse sparita del tutto. E fossi ritornata la vecchia Mad, quella che viveva in un mondo fatto tutto di rosa e fiori.

«va bene» rispondo convinta e noto un sorriso farsi spazio sul suo volto.

Stende la mano verso di me, aspettando che io l'afferri per volare con lui, ma lo blocco.

«devo fare prima una cosa» affermo per poi voltarmi, dandogli le spalle e mi dirigo verso il cassetto, da esso estraggo un foglio ed una penna e scrivo un bigliettino per Ethan.

Devo risolvere alcune cose, non so quando tornerò. Mi dispiace.

-M

Rivolgo un ultimo sguardo verso Ethan e mi avvicino a lui, che ignaro di ciò che sta per accadere, dorme nel nostro letto. Gli lascio un casto bacio sulla fronte e mi allontano da lui.
Non so quando tornerò e se lo farò, adesso voglio solo pensare a risolvere questo problema e poi deciderò cosa fare, quale sarà la scelta migliore.

«andiamo» dico a Peter che mi guarda severamente per poi annuire. Come prima, stende il braccio verso di me che prontamente afferro e mi aggrappo a lui.

Sorrido, sentendomi finalmente felice dopo tutto quel tempo. Non so bene cosa lui provi nei miei confronti, ma per una volta voglio essere egoista e godermi il momento, godermi lui. Il suo profumo, le sue carezze, i suoi gesti e le sue parole. Ogni cosa di lui che mi sono persa in tutti questi anni.

Cingo le braccia attorno al suo collo e sento il suo respiro bloccarsi per un attimo per poi riprendere a respirare regolarmente. Lascio che le sue braccia mi cingano i fianchi e chiudo gli occhi, nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.
Avverto che stiamo in volo ma decido di rimanere con gli occhi chiusi per tutto il tempo, non voglio voltarmi indietro per vedere cosa sto temporaneamente lasciando, e non voglio guardare negli occhi Peter per poi scoprire che mi guarda in maniera diversa rispetto ad un secolo fa. Ho paura di scoprire che forse, non si sarà dimenticato di me, ma non mi vuole più come un tempo. Ho paura di vivere in un illusione.

E mi rendo conto di essere stata una stupida a fidanzarmi con un ragazzo solo perché esteticamente gli assomiglia. Il suo tocco non mi provoca gli stessi brividi come con Peter. Il mio cuore non batte ad una velocità assurda come con lui. La mia gola non diventa secca quando lo guardo come con lui. E non ho la voglia di baciarlo come con lui.

•𝑃𝑒𝑡𝑒𝑟 𝑃𝑎𝑛 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑓𝑎𝑖𝑙𝑠•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora