capitolo 31

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«sperduti avvicinatevi!» urla Peter Pan attirando l'attenzione di tutti e senza pensarci ci avviciniamo a lui. Posa sul tavolo una grande mappa e ce la mostra.
«questa è l'isola» spiega indicandola sulla mappa per poi passare ad un punto infondo a sinistra.
«è vietato a tutti voi di andare in questo punto» aggiunge con il solito tono autoritario e tutti gli sperduti annuiscono.
Cerco di ricordarmi se sono andata in quel posto ma non ci riesco, per mesi ho vagato sull'isola ma non riesco proprio a ricordare.
«cosa accade se qualcuno ci va?» domanda uno sperduto provocando un'occhiataccia da parte di Peter.
«ti basta sapere che se non sarà ciò che si trova in quel posto ad uccidervi, lo farò io» afferma e noto lo sperduto deglutire impaurito e fare un passo indietro «sono stato chiaro?» domanda il ragazzo dagli occhi neri e tutti annuiscono.
Non so quale sia il problema di quel posto ma so che se solo provassi a chiederlo a Peter finirei per litigarci e non mi va, soprattutto perché domani sera sarà il grande momento.
Sento le palpitazioni al solo pensiero e non capisco se siano dovute alla felicità o alla paura.

«tu ne sai qualcosa?» mi domanda Baelfire e scuoto la testa in segno di negazione.
«so solo che domani ti leggerò un bel libro di favole» ironizzo tirandogli una leggera gomitata sul fianco.
«guarda quasi quasi rimango qua, infondo non è così male» risponde sarcastico guardandosi attorno e sorrido spontaneamente.
I capelli mossi gli cadono dolcemente sulla fronte, i suoi occhi castani sono sempre stati caratterizzati da quel luccichio che mai nessuno è riuscito a strappargli. Ed il suo sorriso potrebbe accecare anche un cieco ed è così contagioso da crearne dipendenza. Ma il mio sorriso sparisce quando noto i suoi vestiti sporchi di terreno così come la sua pelle, mentre le sue mani sono ricoperte di graffi e calli a causa del lavoro.
Mi fa male vederlo così perché non lo merita, lui ha solo 16 anni e dovrebbe passare il suo tempo a ridere e scherzare con gli amici, studiare e stare con la propria famiglia. Lui è il ragazzo più buono che io conosca, sarcastico, intraprendete e leale, è il migliore amico che si possa avere ed il miglior fratello che mi potessero dare, anche se non di sangue.
«che ne dici se dopo andassimo un po' in spiaggia?» domando cercando di non far percepire il tono velato da un leggero strato di tristezza.
«Peter si arrabbierebbe» risponde e subito scuoto la testa «nah gli abbiamo rotto le scatole per molto di più e non ci ha mai fatto nulla» lo tranquillizzo cercando di ridere e alla fine cede contagiato dalla mia risata.

***

«Prendimi se ci riesci» urlo correndo verso il mare per poi tuffarmi e nuotare a qualche metro più avanti.
Nonostante il rumore dell'acqua riesco a percepire la risata di Baelfire ed il suo tuffo in mare.
«presa!» urla afferrandomi qualche secondo dopo e scoppio a ridere seguita da lui.
«hai vinto» esclamo divertita galleggiando nell'acqua che arriva sotto al mio mento.
«è freddissima» balbetta Baelfire tremando leggermente e annuisco in accordo con lui.
Approfitto di questo suo momento di distrazione per schizzarlo con l'acqua e divertito esegue il mio stesso movimento, finché non inizia una vera e propria lotta a chi schizza di più.

«okay okay hai vinto» si arrende dopo un po' strofinandosi gli occhi essendoci entrata troppa acqua di mare.
«era scontato» mi vanto e sento gli occhi leggermente bruciare a causa del sale di mare.
Osservo i raggi del sole accarezzare la sua pelle bagnata dal mare, il suo viso illuminato dal sole ed un sorriso così sincero da contagiarmi.
«come va l'amicizia con Felix?» domando trattenendo le risate e noto Baelfire roteare gli occhi divertito.
«è una testa dura quel ragazzo» risponde ridacchiando «stamattina abbiamo avuto una discussione sul tipo di frutta migliore» mi spiega e scuoto la testa divertita da ciò.
«secondo lui il frutto migliore è la pesca, ma per me è il melone» specifica sottolineando la parola pesca con disgusto. A lui non piacciono per nulla le pesche, soprattutto da quando ne stava per mangiare una e sbucò un verme, da quel giorno rimase traumatizzato da quel frutto e non lo mangiò più.
«siete incredibili» esclamo divertita senza mai far sparire il sorriso dalle mie labbra.
Vorrei raccontargli di quel che è successo ieri con John ma preferisco che lui non lo sappia, voglio che viva spensierato questi ultimi due giorni. Lo conosco fin troppo bene, litigherebbe con quel ragazzo e rimarrebbe turbato dal suo atteggiamento nei miei confronti per qualche giorno.
Non voglio nemmeno raccontargli di quel che ho saputo su Wendy, preferisco che lui si ricordi della ragazza leale e amichevole, piuttosto che traditrice e falsa. Rabbrividisco al pensiero di aver criticato Peter su tante cose, tenendo in considerazione solo un punto di vista, ciò però non giustifica i suoi omicidi.
«uff  ho l'allenamento con Peter fra un po'» sbuffo immergendo per qualche secondo la nuca nell'acqua per poi risollevarla.
«eh stai diventando una piccola guerriera» mi prende in giro e scuoto la testa divertita.
«beh se solo non facessi cadere ogni due minuti la spada per terra» aggiungo ridacchiando per il mio essere impacciata.
«la solita» esclama divertito schizzandomi l'acqua di nuovo.

***

«devi mettere il piede sinistro un po' più indietro e piega leggermente il ginocchio destro» seguo i suoi consigli e faccio come dice, ma quando lo noto scuotere la testa, capisco di aver sbagliato qualcosa.
«ho detto leggermente» sottolinea e ridacchiando aggiustando la mia postura finché non lo noto annuire.
«alza un po' di più i gomiti e prova a colpire»
Ancora una volta eseguo i suoi ordini e provo a colpire, notando già un miglioramento rispetto alle altre volte.
«ieri ti ho sentita urlare» afferma ad un tratto e mi blocco per qualche secondo prima di rispondere.
«nulla di che» vago stringendo il manico della spada tra le mani.
«dimmelo» ordina guardandomi attentamente con durezza «che è successo con John?»
Deglutisco nervosa, non sapendo come uscirne. So che non me la caverò senza dire nulla, ma non ho nemmeno l'intenzione di raccontargli della fuga e tantomeno di ciò che John mi ha detto.
«nulla» rispondo di nuovo «abbiamo avuto solo una breve discussione»
Noto il suo viso leggermente rosso per la rabbia mentre le vene del suo collo farsi più evidenti
«Mad non farmi arrabbiare»
«che ti interessa? tanto è passato» sbotto infastidita gettando la spada per terra e guardandolo male.
«certo che mi interessa!» urla facendo un passo verso di me «nessuno può toccare ciò che è mio»
Dovrei essere arrabbiata con lui, dovrei dirgli che non si deve impicciare nei miei affari ma quest'ultima sua frase mi ha mandato in subbuglio lo stomaco, la mia mente automaticamente ha eliminato il resto e si è soffermata solo sulle sue ultime parole.
«quindi io sarei tua?» domando delicatamente avvicinandomi a lui.
«certo, e se solo qualcuno osasse toccarti lo ucciderei» le sue parole sono dure, laceranti mentre con una mano mi cinge il fianco e con l'altra sposta i capelli dal mio collo.
«e tu? tu sei mio?» domando con un sorriso sfacciato mentre pronuncio queste parole con voce roca.
«non sono di nessuno» afferma duro e sorrido mentre cingo le spalle dietro al suo collo e aderisco il mio corpo al suo.
«ed è qui che ti sbagli»

•𝑃𝑒𝑡𝑒𝑟 𝑃𝑎𝑛 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑓𝑎𝑖𝑙𝑠•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora