《Buongiorno!》.
Chi aveva interrotto il mio sonno?
Mi girai sul fianco, e vidi Mary che mi guardava con un sorriso stampato in volto.
Come ogni mattina, era venuta a svegliarmi, ma oggi non avevo nessuna voglia di alzarmi.《La colazione è pronta!》a quelle quattro parole, scattai seduta.
Il cibo è solo mio.
Spostai la coperta, poggiai i piedi a terra e mi spinsi giù dal materasso. Per scendere dovetti fare un salto, poiché avendo solo quasi otto anni non arrivavo a toccare terra.
Mi rialzai in fretta e infilai le prime ciabatte che trovai in giro, emisi una sbadiglio e mi stropicciai gli occhi.La sala da pranzo era enorme: c'era un tavolo molto largo, che poteva contenere anche venti persone; un lampadario di cristallo, che rifletteva raggi solari colorati; le finestre erano giganti, ai lati si trovavano candide tende rosso scuro; il pavimento era freddo, ma molto bello; attaccati alle pareti si potevano ammirare molti quadri... molti erano di antenati, ma noi li tenevamo lì.
I miei genitori erano già seduti e stavano aspettando me, per iniziare a mangiare.A colazione, di solito, mi comportavo come un mezzo zombie: avevo delle occhiaie da paura, una faccia da morta e la voglia di vivere sotto i piedi.
E questo non lo pensavo a sette anni.《Tesoro, sei arrivata》disse mia mamma appena mi sedetti a tavola.
Sorrisi e iniziai a mangiare; oggi a colazione c'era latte, cereali e qualche dolciume per il tavolo. Ma non pensate che sia poco, il tavolo era del tutto pieno che non si trovava posto per poggiare anche solo una forchetta.
Ci misi poco a finire il mio cibo, mi alzai di scatto da tavola. Mi fiondai verso il portone di casa mia.
《Io vado a giocare prima delle lezioni》avvertii prima di tuffarmi fuori da casa mia.
Ogni giorno, veniva a casa mia una ragazza, molto brava, che mi insegnava. Era un'istitutrice privata.
Io vivevo nella corte del regno di Meridione, perciò non andavo a scuola, ma dovevo comunque imparare; i miei un giorno avevano deciso che sarebbe stato meglio che arrivasse una persona a insegnarmi a casa, perciò ero lì: seguivo lezioni private, in casa mia.
L'insegnante arrivava alle nove del mattino e se andava all'una; molte persone che conoscevo mi invidiavano, perché era come se andassi a scuola solo tre ore. Mentre, loro magari sei o otto.Studio comunque, pensavo tutte le volte.
Passarono venti minuti, prima che Mary mi venisse a chiamare. Era una persona che lavorava da me: aveva i capelli scuri, sempre legati in una crocchia scomposta; gli occhi azzurri, un naso fin troppo perfetto e delle labbra sottili. Inoltre, era anche molto gentile.
Tra tutti coloro che lavoravano a corte, lei era la mia preferita. Se dovevo chiamare qualcuno, chiamavo lei; se avevo bisogno di una mano, mandavo a chiamare lei; se dovevo fare qualcosa che non riuscivo a fare, lei era sempre pronta.Entrai in casa e mi diressi verso la stanza dove studiavo, la ragazza era già lì e mi salutò calorosamente. Era molto gentile e disponibile, si chiamava Cecilia ed era sempre pronta a farti capire un argomento.
La mia materia preferita era matematica e scienze, lei spiegava benissimo e faceva capire tutto.Le quattro ore successive, furono di studio matto e intenso.
All'una, chiusi il libro di letteratura e sorrisi a Cecilia. Avevamo appena finito di studiare; lei si congedò e uscii di casa, mentre io mi fiondai su in camera mia.
Ero veramente molto stanca. Ero sempre stata una persona abbastanza pigra, adoravo muovermi e stare all'aria aperta, ma amavo anche starmene sul letto e non fare nulla.
《Rebecca?》sentii bussare alla porta.
Risposi con un rapido “Che c'è?”, anche se sapevo benissimo che era mia madre. Mi disse che lei e papà erano nella Sala del Trono. Alcune persone erano arrivate e dovevano parlare con loro.
Mi avvicinai al mio letto e mi misi seduta sul tappeto: era morbido e di un colore rosso acceso con qualche sfumatura di altri colori. Era davvero bello.
Il mio guardo si posò sulla finestra; era chiusa, ma le tende erano ai lati. Potevo vedere il paesaggio: davanti alla mia finestra, trovavano delle montagne e dei boschi, ma non eravamo del tutto isolati. Dietro ai rilievi c'era un altro regno, o almeno così dicono; avevo sentito dire che noi e loro non andavamo d'accordo.
Non sono mai stata fuori da Meridione, ma è un mio obiettivo: vedere cosa c'è oltre le montagne.
Mi alzai e andai alla finestra, ma prima di raggiungerla mi bloccai su alcuni disegni attaccati al muro. Li avevo fatti io, erano immagini dei paesaggi e del paese, andavo molto fieri di questi “capolavori”.
Che, in realtà, non erano proprio il massimo, ma ricordiamoci che avevo ancora sette anni.
Li osservai per un po', poi mossi verso il letto. Mi distesi sul materasso e mi guardai intorno, avevo davvero una bella camera: il letto era molto grande e comodo, avevo degli armadi giganti che ricoprivano tutta una parete, la scrivania era di circa cinque o sei metri e le finestre erano enormi.
Mi girai sul fianco e chiusi gli occhi, ero davvero stanca nonostante fosse solo primo pomeriggio.
Mi addormentai e fui poi svegliata da Mary,che mi avvertì che era pronto il pranzo. Dopo aver mangiato, mi rimisi sul letto, dove dormi fino a sera.Okay, sì: ero davvero una dormigliona.
Mi risvegliai solo per cenare; passai due ore in giardino a osservare le stelle, adoravo stare lì a fissare quel mantello di luci che spendevano, su uno sfondo blu.
《Rebecca, è ora di andare a dormire》la voce di Mary mi raggiunse.
Era da quando avevo sei anni che Mary mi dava del tu; di solito, a chi vive a corte si dà del lei, ma io adiavo sentire “Scenda, è pronto” oppure “Si sente bene?”. Avevo solo sei anni.
Io e Mary eravamo come delle migliori amiche, le dicevo quasi tutto; ovviamente, non le rivelavo qualsiasi cosa della mia vita, ma alcuni fatti.
Mi alzai e andai in camera; la mia stanza era calda, forse la più calda del palazzo. C'era un gran tepore e si stava bene; mi infilai il pigiama e mi stesi sul mio letto. Di solito, i bambini come me andavano a dormire relativamente presto. Io ero tutto l'opposto.
Se volevo mi addormentavo anche alle cinque e nessuno mi diceva nulla.Solitamente, però, crollavo prima.
Guardai per una mezz'oretta buona il soffitto, prima di mettermi in piedi e avvicinarmi alla finestra. Il paesaggio era stupendo anche di sera, ero innamorata di questa vista.
Ciò che mi colpì, però, fu qualcosa di molto lontano. In lontananza, nei boschi, vidi qualcosa: sembrava come se qualcuno si stesse aggirando tra le piante. Non riuscivo a capire cos'era, il buio mi impediva di mettere a fuoco.
Passarono dieci minuti, poi tutto cessò. Non vedevo nulla, tutto si era fermato.Mi convinsi di aver visto male; forse era la mia stanchezza che mi giocava brutti scherzi, ma potevo giurare di aver visto qualcosa. Non importava di cosa mi stessi convincendo, io sapevo ciò che avevo notato.
Mi distesi di nuovo sul letto, ci misi un po' a prendere sonno. Ogni volta ripensavo a cosa poteva esserci nel bosco. Forse avevo solo visto un animale. Non ce n'erano molti da queste parti, ma non erano mica inesistenti.
Chiusi, finalmente, gli occhi e mi rilassai, riuscendo ad addormentarmi.
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Royal friend
FantasíaLa leggenda narra che ci siano due ragazzi, ma che dico? Due bambini! Due bambini destinati a cambiare le cose, il cui destino è stato già scritto. Chiunque sa che la leggenda esiste, ma che i bambini siano proprio loro nessuno. E sarà compito di R...