11. Omnia

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Quando il padre del mio amico se ne andò da Meridione, pensai che i guai e le sciagure fossero terminati.

Ma a quanto pare mi ero sbagliata.

Avevo sentito una conversazione tra i miei genitori – che poi riferii a Jack e Mary – dove loro dicevano che il sovrano di Settentrione aveva intenzione di attaccarci. A quanto pare, non era contento di non aver trovato suo figlio qui e credeva che gli avessimo mentito.
Mary era ancora all'oscuro, prima che glielo riferissi io, poiché fu detto alla servitù e ai cittadini soltanto dopo due giorni. Non so bene che giorno ci sarebbe dovuto essere “l'attacco”, ma ci iniziammo subito a prepararci.

Le truppe nemiche avrebbero invaso Meridione e avrebbero attaccato.
Il popolo era spaventato, loro non sapevano combattere come soldati. Per fortuna, avevamo un grande esercito.

Mentre i miei genitori parlavano, però, sentii due parole. Erano strane, come fossero di un'altra lingua.

Omnia e Quisque.

Non sapevo cosa fossero. Era la prima volta che sentivo i miei pronunciare parole del genere. Le sussurrano, come se persino i muri avrebbero potuto sentire.

《Omnia e Quisque. Mi pare di aver già sentito questu nomi》disse Mary, appena lo raccontai a lei e al mio migliore amico.

Jack affermò di non aver mai sentito i suoi genitori pronunciare quelle parole. Era all'oscuro quanto me.

Decidemmo di andare in biblioteca per fare delle ricerche. Mary continuava a dire di averle già sentite, ma proprio non si ricordava nulla di più.

La biblioteca era grande e piena di libri: che vanno dai più vecchi ai più recenti, dai più impolverati ai più puliti, da quelli di storia dei Regni a quelli di scuola.
Storia dei regni.
Era quello che cercavo.
Presi il libro e lo posai su un tavolo, richiamando l'attenzione di Jack e Mary. Si avvicinarono e guardarono il contenuto di ciò che avevo preso. Era un grando libro con la copertina gialla; le pagine non erano tante, ma erano spesse e il libro era alto. Al suo interno, conteneva tutto ciò che c'era da sapere sui due Regni.

Cercai nell'indice la parola Omnia e la parola Quisque. Arrivai alla pagina esatta, ma proprio in quel momento un rumore mi fece scattare.

Girai la testa di lato, verso la porta d'ingresso per la biblioteca. Vedevo la maniglia abbassarsi e la porta aprirsi.

Feci cenno a Mary, ma soprattutto a Jack di scappare. Chiusi il libro, lo riposi dove lo avevo trovato e scappai. Ci nascodemmo fra i vari scaffali. Sentii i passi farsi sempre più vicini, ero terrorizzata. Potevo vedere la paura disegnata sul volto di Jack.
La persona che frugava nella biblioteca cercò fra gli scaffali, ma per fortuna non prese il libro che serviva a noi. Potemmo afferrarlo e sgattaiolare fuori dalla biblioteca, per poi rifugiarsi all'interno della mia camera.

Nessuno vide Jack per i corridoi.
Mary ci seguì e inventò una scusa per rimandare le sue faccende. In camera mia, riaprii il libro e cercai di nuovo quella pagina.

Era scritta in piccolo e con una scrittura elegante, poiché fatta al computer.

Se qualcuno se lo stesse chiedendo, sì: qui c'era la tv, i cellulari, i computer e l'elettricità. Solo che io, avendo nemmeno otto anni, non possedevo nulla di tutto questo.
A parte l'elettricità, ovvio.

Ero seduta sul mio letto con il grande libro posato sulle gambe, mentre Mary e Jack erano una alla mia destra e l'altro alla mia sinistra. Guardavano sulle pagine, mentre leggevo ad alta voce. Sbagliavo qualche parola, poiché non scritto in modo elementare come molti dei libri che leggo o mi fanno leggere.
Lessi tutta la pagina, ma il discorso andò avanti per altre cinque pagine. Dopo che ebbi letto due pagine, Mary mi fermò e chiese se volessi che continuasse lei. Magari saremmo andati anche più veloci a leggere. Tanto le avrei chiesto io di continuare, dopo poco, se fossi andata avanti.

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