《Ormai, la vita qui è tutta uguale!》si lamentò Jack.
Come biasimarlo?
Non ero io che me ne stavo chiusa in una camera notte e giorno, non ero io che non potevo fare nulla in libertà, non ero io che dovevo stare rintanata sotto il letto o in un armadio appena la padrona di casa entrava nella stanza.《Lo so, mi dispiace》
Non sapevo nemmeno io perché mi scusavo, ma mi sembrava opportuno farlo.In risposta, Jack mi disse che non dovevo preoccuparmi e che era normale lamentarsi, ma mi promise anche che non l'avrebbe fatto più.
Era sdraiato sul tappeto davanti al mio letto e guardava il soffitto, come se stesse ammirando le stelle.
Mi chiesi se gli mancavano le stelle, non sapendo nemmeno se le avesse mai viste seduto su un prato la notte. Io, una volta, l'avevo fatto, ma era una notte d'estate e tutto sembrava molto magico.
Amavo guardare le stelle, non che lo facessi spesso, ma quando capitava adoravo stare là fuori.
Mi chiesi se a Jack mancasse guardare il cielo liberamente, senza sapere di essere in pericolo, senza pensare che potesse essere ritrovato, senza avere paura di essere scoperto da dei “nemici”.
Me lo chiesi davvero.《Rebecca, c'è una persona alla porta che ti vuole!》urlò a sorpresa Mary, da dietro la porta della mia camera.
Dissi a Jack di nascondersi, non perché avessi paura di Mary, ma perché forse con lei c'era qualcuno altro.
Non avevo idea di chi potesse essere la persona che volesse parlare con me. Non avevi amici fuori da casa mia.
Uscii dalla mia camera, Mary era davanti alla porta. La prima cosa che mi chiese fu come stesse Jack.《Bene, ma si annoia》risposi, mentre scendevamo le scale.
C'era parecchio movimento per i corridoi: mi domandai se ci fosse qualche manifestazione, di cui io non sapevo nulla. Mary mi rassicurò, dicendo che era una cosa normale e non c'era niente di cui ero all'oscuro.
《Se solo potesse uscire》sussurrai.
Non volevo farmi sentire da chi era in giro.
《Non può, e tu lo sai. Sarebbe troppo pericoloso, potrebbe essere scoperto》ribatté Mary.
Alla fine, scoprì che ad aspettarmi era una ragazza.
Avrà avuto dieci anni ed era parecchio alta.
Aveva i capelli biondi ricci, gli occhi azzurri, caratteristiche prese da sua madre. La carnagione scura, come suo padre, uno sguardo spesso perso nel vuoto. Delle labbra sottili e un naso perfettamente dritto, due caratteristiche prese da suo padre. Inoltre, notai gli occhi leggermente rossi.
Che avesse pianto?
Quando la guardai, ricordo, di aver pensato fosse davvero troppo perfetta. Non capii perché volesse parlare proprio con me. Nnemmeno la conoscevo.
La salutai, un po' in imbarazzo. Quando Mary se ne andò, decidemmo di uscire all'aperto.
《Rebecca, vero?》chiese.
Aveva una voce dolce e per niente squillante, e questo era un bene.
Annuì, ma non chiesi il suo nome; alla fine, si presentò lei.《Carmen》disse.
Era una bel nome, ma non glielo dissi.
Rimasi zitta e mi domandai perché fosse venuta a parlarmi.
《Sai di Jack?》chiese, ad un certo punto.
Se avessi avuto dell'acqua da bere, penso proprio che l'avrei sputata. Era una sorpresa sapere che qualcuno sapesse di Jack, a Meridione.
Alla fine, mi spiegò che cosa intendeva: disse di conoscere bene Jack e che aveva il grande sospetto che lui fosse qui. Negai più e più volte, nonostante lei fosse molto insistente.
Non mi potevo fidare.
Le chiedi che cosa le faceva pensare che lui fosse a casa mia, era molto improbabile che lui si trovasse lì.
Non che mentire mi piacesse, ma era per una buona causa.
《Ma tu e Jack siete amici? Vi conoscete molto bene?》chiesi, curiosa.
Non che davvero mi interessasse che rapporto avesse con il amico, ma visto che era davanti casa mia a chiedere di lui, era lecito che facessi domande su domande.
《Sono sua sorella》rispose.
Quella fu la risposta che mi lasciò più di sasso.
Jack non mi aveva mai parlato di una sorella, non che ci conoscessimo da anni, ma un accenno sarebbe andato bene.
Io e Mrs-troppo-perfetta parlammo per oltre mezz'ora, finché non mi disse che doveva tornare a casa. A quel punto, realizzai che era di Settentrione e che potesse essere stata mandata dal padre o da altre persone che erano venute da noi.
Appena risalii in camera, guardai il mio amico furente. Non che fossi sul serio arrabbiata, ma volevo delle spiegazioni e dovevano essere anche molto convincenti.
Bombardai Jack di domande, ma l'ultima fu la più importante. Era quella di cui volevo sentire sul serio la risposta: non lo volevo obbligare a parlarmi della sua famiglia, ma meritavo risposte.
Jack sembrava molto calmo nel rispondere.《Tu hai una sorella?》chiesi, stupita《Perché, allora, mi hai detto di essere figlio unico》continuai.
Forse, stavo chiedendo roba troppo profonda, perché lui volesse rispondere.
《Non voglio che sia mia sorella, non lo è. Cioè, sì, ma preferirei di no. Mio padre stava con un'altra persona prima di mia madre e, insieme a quest'altra, ha avuto Carmen. Non la odio, ma preferirei essere come te: figlio unico.
La mamma di Carmen sta bene, ma vive lontano da qui; abita in una grande città americana: New York. Sai, quella metropoli con grandi palazzi alti e mille finestre.
Credo, sia bello vivere lì. Non ci sono mai stato e mia “sorella” ha vissuto lì per qualche anno.
È più grande di me ha dieci anni, tra due mesi ne fa undici. Studia in una scuola pubblica, non a casa, e dice che è molto bello; papà ha un bel rapporto con lei, ma mia mamma non così tanto.
Credo provi rancore, perché papà ha avuto un'altra donna.
Tutto qui》rispose.Mi sentii quasi in colpa: era una cosa di cui, evidentemente, non parlava molto e io l'avevo obbligato.
《Mi dispiace, non credevo...》dissi.
Non sapevo come scusarmi, volevo che sapesse che mi dispiaceva molto.
Scosse la testa e mi prese la mano, mi disse che non importava e che era felice di avermelo detto.
Ero felice non fosse arrabbiato con me.
P.s il fatto che Rebecca dica che Carmen assomiglia ai genitori non è un caso. È una sottospecie di spoiler. Li vedremo? Chi lo sa...🤷🏻♀️

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Royal friend
FantasyLa leggenda narra che ci siano due ragazzi, ma che dico? Due bambini! Due bambini destinati a cambiare le cose, il cui destino è stato già scritto. Chiunque sa che la leggenda esiste, ma che i bambini siano proprio loro nessuno. E sarà compito di R...