3. Siamo nei pasticci

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Spalancai gli occhi.

Che lo avessi visto solo io?
No, non era possibile.

Queste cose succedevano solo nei film, nelle serie tv e nei libri.

E noi non siamo in un libro.

Mi alzai di scatto, aprii il portone e mi fiondai al suo interno.
Le due guardie ai lati dell'ingresso mi rivolsero un'occhiata curiosa, ma non ci feci caso.

《Io vado di sopra》avvertii e corsi in camera mia.

Per i corridoi del primo piano non c'era nessuno, era tutto deserto. Mary era in cucina e credo stesse preparando il pranzo.

Spalancai la porta e mi fiondai sul letto; chiusi gli occhi e respirai lentamente, vista così sembravo un'adolescente in preda alla sua cotta.

Ma qui l'amore non centrava.

Guardai al di fuori della mia finestra, dove ai vedevano bene le montagne e i boschi.
Mi chiesi se Jack stesse bene, se fosse tornato tranquillamente a casa.

Passi su quel letto almeno un'ora, prima che Mary mi venisse a chiamare per il pranzo.

《Rebecca, è pronto da mangiare》sentenziò.

Annuii e le dissi che stavo scendendo; volevo solo distrarmi, perciò presi un bel respiro e uscii dalla stanza.

Mia madre e mio padre mi stavano aspettando già seduti, loro arrivavano sempre prima di me; forse, perché erano già nei paraggi.
Mi sedetti al mio posto e cominciai a mangiare; come al solito, a tavola regna il silenzio assoluto. Guardo i miei genitori che mangiano a testa bassa.

Quanto socialità nell'aria, pensai.

Mi alzai da tavola, per poi riandare in camera mia. Okay, forse nemmeno io ero tanto in vena di chiacchiere in quel momento.

Volevo tornare nel bosco, volevo vedere Jack. Quel tempo passato con lui era stato bellissimo, sentivo di potermi fidare.
Sapevo che pensavate: ma l'hai visto una volta, viene da un altro regno, è uno sconosciuto. Sei scema?

E dovevo darvi ragione, ma non avevo mai avuto un vero amico. Non avevo molte persone della mia età con cui parlare.

Anzi, direi nessuna.

Mi misi in piedi, uscii dalla stanza e mi fiondai all'ingresso; con un rapido saluto, avvertii che uscivo e aprii il portone.

Mia madre disse a Mary di accompagnarmi, ma ero già uscita.

Corsi dietro il palazzo, dove la porta era ancora socchiusa; corsi nel bosco fino a dove ero quella mattina. In giro, non c'era nessuno, mi chiesi se era il caso di chiamare Jack; magari potevo andare da lui, ma i miei pensieri furono fermati quando realizzai che abitava troppo lontano e in un luogo poco sicuro. Almeno, per me.

Mi sedetti sull'erba, sperando che passasse di qui per caso e mi vedesse.

Passò mezz'ora, poi un'ora, poi nnovanta minuti e, infine, due ore; cominciai a chiedermi se a casa mia mi stessero cercando, se qualcuno aveva fatto caso alla mia assenza prolungata.

Cavolo, due ore! Almeno una persona si starà chiedono dove sono.

Fui interrotta da un rumore; questa volta ero più tranquilla, ma dentro sperai fosse lui.
Mi girai di scatto e mi guardai intorno.

《Rebecca, ci sei?》sentii.

Tirai un sospiro di sollievo, almeno non vrei dovuto cercarlo in capo al mondo.

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