Whitered Bonnie x fem! reader

1.4K 45 3
                                    

Uno studio, una scrivania piena di scartoffie e un ventilatore che generava aria fredda. Uno schermo, che rappresentava delle camere, se si cliccava su di esse. Varie stanze, piene di robot, dai nuovi ai vecchi. Una maschera, da indossare.

Quello non era un sogno, era tutto reale. Un manicomio, oserei dire. Povera me, assai, assai! La guardia notturna di quell'inferno sottoforma di pizzeria per bambini. Freddy's. Ero a conoscenza degli orrori che erano stati commessi la dentro, ma non avevo mai avuto il coraggio di dirlo a nessuno. Ero sola; l'unico con cui mi sentivo veramente a mio agio era Toy Bonnie, che mi veniva a trovare spesso dopo l'una. Mi andai a sedere sulla mia sedia, e cominciai a monitorare ognuna delle camere. Dopo un certo periodo di tempo i Toy erano dei SANTI in confronto a tutti gli altri. Accesi la torcia, e Foxy era li davanti a me, nel corridoio buio. Mi fissava con la mascella aperta, senza dir nulla. Indispettita, poggiai una mano sulla fronte e accesi e spensi la luce a momenti alterni, per mandarlo via. Grugnì

"Vai via Foxy, fatti una vita!" Dissi a voce alta, come per farmi sentire da lui. Dopo un poco scomparve. Alzai gli occhi al cielo e ricominciai a controllare l'ipad. Bene, era l'una passata. Infatti, dai condotti uscì il mio coniglietto preferito

"Buonanotte (T/n)! Si può dire, vero?" Annuì sorridendo

"Buonanotte anche a te, Bonnie. Sai però, sembra più la frase di uno che sta per morire. Uh, meglio evitare" sospirò avvicinandosi

"Si hai ragione. Allora? Che mi dici di bello?" Feci spallucce

"Niente di che; i soliti litigi con i vicini, hai presente no di prima mattina. A un certo punto mi cadevano proprio le madonne nel salotto quanto erano arrabbiati" dissi. Rise

"Ah, bene! Peccato che non so chi siano le madonne" scossi il capo

"Nulla. Comunque, avendo cominciato bene la giornata, mi sono vestita, preparata e ho osservato il mio salotto vuoto. Nonostante questo sia un posto stregato, mi sento sempre con gli occhi addosso, cosa che a casa mia non succede mai. È quasi piacevole." Spiegai, abbassando gli occhi. Bonnie sembrava sorpreso

"Davvero? Ah... non sapevo fossi sola a casa. Mi... dispiace" disse. Sorrisi

"Non dispiacerti, non è nulla. Sono io che non voglio avere a che fare con i ragazzi" il coniglio annuì chiudendo le palpebre

"A chi lo dici... con la vecchia guardia notturna non si poteva ragionare! Mangle l'ha mangiato" disse alla fine, sorridendo forzatamente. Mi scappò una risata

"E te allora come ti definisci, Bonnie?" Chiesi ridendo. Alzò gli occhi al cielo

"Una metà! Credo... insomma, c'è chi mi scambia per femmina. Mi da fastidio certo, ma i bambini non sanno nemmeno cosa significa. Quindi, mi confondo anche io. Almeno i grandi sanno che sono un maschio, meglio di niente u.u" disse gonfiando il petto con aria solenne. Ridacchiai e accesi la luce. Il coniglio azzurro guaì e si alzò di scatto, indicando il corridoio

"F-Foxy!!" Esclamò correndo via. Eh si, i Toy avevano una fifa assurda degli altri, più... grandi e grossi. Cominciai a lampeggiare la torcia con insistenza, cercando di cacciarlo via. Ero tesissima, quando sentì una risatina fastidiosa. Oh no, Trash-Boy! Eh si, io lo chiamavo così perché era un piccolo bastardo in combutta con la volpe. Indossai la maschera quando spuntò la sua faccetta da schiaffi dal condotto sinistro, e rimasi lì, ferma immobile con il fiato sospeso. Dopo un momento se ne andò, facendo retro-march. Tirai via la maschera espirando tranquillamente. Sentì un tonfo sordo, e mi girai. Nel condotto destro c'era Mangle che mi fissava con quei suoi occhi penetranti. Rimisi la maschera sul viso, e aspettai, con calma. All'improvviso dei passi pesanti. Mangle se ne era andata, e affrettai a accendere la torcia. Si stava scaricando, lavorava già di meno. Allarmata, alzai lo sguardo e vidi... non uno... non due.. bensì TRE animatronics, davanti a me nel corridoio. Foxy, con la mascella spalancata. FREDDY, che impugnava il suo maledetto microfono, e... e... Mangle appesa sul soffitto. Lampeggiai la luce per mandare via Foxy, e sentivo il mio respiro più affannoso, pesante. Quei tre se ne erano andati, ma appena ripresi l'ipad sentì un altro tonfo.  Alzai lo sguardo e vidi whitered Bonnie.. presi la maschera con gesti rapidi, la infilai. Tremavo come una foglia, mentre le luci cominciavano a spegnersi e accendersi in continuo. Lui era ancora lì. Pian piano sentivo le lacrime farsi sempre più vicine, e stava cominciando a mancare l'aria nei miei polmoni. Avevo una stretta nel petto, come un serpente che si dimenava per uscire da lì. Il mio cuore palpitava impazzito, stavo completamente perdendo il senso della ragione per colpa della paura. Portai le mani sulla maschera, tenendola stretta. Vidi il braccio del coniglio protendersi verso di me, e mi alzò lentamente la maschera. I suoi occhietti rossi mi scrutavano immobili. Ero diventata madida di sudore, che si mischiava alle mie lacrime amare. Me la levò del tutto, buttandola a terra. Produsse un rumore appena percettibile. Era davanti a me, ci separavano pochi centimetri. Mi mancò l'aria per un momento. Vederlo lì, senza faccia, senza un arto... eppure sveglio e vivo... mi faceva un certo effetto. No, non era assolutamente pietà, anzi. Mi sembrava imponente, desideroso di incombere su tutti. Era forte.... nonostante gli mancassero le parti, nonostante non sembrasse più Bonnie. Il papillon rosso rifletteva sotto la luce artificiale del misero lampadario che ondeggiava tranquillo sopra le nostre teste. Una folata d'aria calda mi inondò la faccia. Portai una mano sulla bocca, era fetida. Respiro. Era il respiro di Bonnie quello. Continuava a fissarmi imperterrito, e non si muoveva. Io mi stavo sforzando a trattenere un urlo, che pian piano si trasformò in un gemito strozzato. Mi morsi la lingua; sentì un fischio, che divenne sempre più forte. Poi si placò. Era Bonnie. Prese a parlare, aveva una voce roca e metallica, con un tono talmente basso che sembrava un orco

"...la nuova guardia notturna... è un un onore" bofonchiò con tono sarcastico. Cercai di rimanere impassibile ai suoi occhi

" *ghhhzz* hai... hai un viso pallido... te lo strapperei dalla faccia Uh uh" ridacchiò dondolando appena. Tirai un sospiro profondo per calmarmi. Aprì bocca per difendermi

"Ti... ti manca la tua identità" mormorai, stupita dalla mia stessa voce. Non volevo dire quello, ma mi venne naturale dirglielo in faccia. Inclinò lievemente la testa, quasi incuriosito dal mio comportamento. Poggiò la mano sana sulla scrivania, facendo sussultare me e i foglietti che vi erano sopra. Alcuni si sparsero a terra con delicatezza. I fili che pendevano dal braccio destro mi solleticano il naso

"Mi manca la mia vita... tu non ne puoi sapere niente di cosa ho provato io" strinsi i pugni, conficcando le unghie nei palmi delle mani bianche

"Oh, invece si... Bonnie... in un certo senso anche io ho provato quello che hai provato tu.... ti hanno p-portato via un pezzo di te... a me hanno portato via la mia famiglia, l'unica cosa che amavo. Siamo... siamo in due a soffrire... ma io vedo in te una forza, Bonnie..." le parole uscivano da sole dalla mia bocca, fluide

"...una forza che ogni notte ti fa alzare... anche solo per sete di vendetta. Io mi sento vuota, inutile. Non ho niente e nessuno che mi spinga a farlo, eppure sono qua. Forse vengo solo per avere gli occhi di qualcuno puntati su di me. Mi sembra quasi che sia la star qua dentro, perché pensate tutti solo ed esclusivamente a me. Mi piace" mormorai alla fine, stringendomi nelle spalle. Mi sembrava sgomento dalle mie parole

"Sai... uh..." ammiccò

"(T/n)" dissi. Puntò lo sguardo sul mio

"(T/n)... sai, non ho mai sentito nessuno parlare di me in questo modo, nessuno ha mai avuto direttamente il coraggio nemmeno di guardarmi negli occhi... t-tu invece... ti distingui dalle altre guardie notturne che prima di te hanno seduto qua. Non meritavano di restare. Chi prima chi dopo sono morte tutte... specialmente... per colpa mia. È strano ma per la prima volta ho capito che insomma, ho ucciso una quantità ammirevole di persone. Me lo hai fatto capire tu. Io..." smise di parlare quando mi vide; mi alzai sulla scrivania, per arrivare alla sua altezza. Poggiai entrambe le mani sui lati della sua faccia, e mi alzai in punta dei piedi. Non sapevo esattamente dove andare a parare, quindi con estrema delicatezza gli lasciai un timido bacio sulla parte interna della bocca, nello spazio tra le due file di denti. Rimasi ferma a guardarlo, immobile e rossa come un peperone. Poggiò una mano sul mio fianco sinistro, avvicinandomi a sé. Fece sbattere il mio ventre contro il suo petto violaceo

"Ti meriti tutta la mia stima piccoletta"

ꜰɴᴀꜰ x ʀᴇᴀᴅᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora