La porta si spalanca ed entra Jason, furioso.
<Cosa ci fai tu qui?! Perché sei con lui?! Dovresti odiarlo per ciò che ti ha fatto ieri e invece sei qui!> Mi urla contro.
Chi gliel'ha detto? Sapevo che avrebbe reagito così.
<Jason, calmati un attimo.> Si intromette Nash.
<Non intrometterti pezzo di merda o ti faccio saltare la testa!> Jason gli punta un dito contro.
<Jason calmati, davvero. Sto bene, non devi arrabbiarti così con lui. Ricordati ciò che ci siamo detti e cosa mi hai promesso quella volta.> Dico alzandomi e tirandolo indietro.
Lui mi guarda.
<Ti prego Jason.>
<Tu non stai bene, guarda quel polso, hai gli occhi gonfi, segno che hai pianto e che non hai dormito. Austin era in pensiero per te tutta la mattina per questa storia.>
<Non l'ha fatto apposta e ora sto meglio. Gli dispiace e me l'ha dimostrato.>
<A si? E tu gli credi?>
<Ha detto che è cambiato e me l'hai detto pure tu. Sai che è vero, altrimenti tu e Austin non sareste suoi compagni di stanza.>
Sbuffa e si siede sulla poltrona grattandosi la nuca.
Poi rialza lo sguardo e gli dice: <Questa volta la passi solo perché c'è lei, ma la prossima ti pesto.>
<La prossima volta non ci sarà. Se ti fa stare più sereno, non le starò più attorno ne le parlerò.> Dice Nash.
Cosa? No! Ora che stavamo instaurando un rapporto civile non puoi dire così!
Jason non fare lo stronzo, non dirgli di si.
<No non preoccuparti, basta che non la tratti come la trattavi anni fa.> Dice alzandosi. <Ora torno all'istituto, devo spiegare tutto ad Austin...> Mi guarda. <E dire agli altri che tu stai bene e che non sei dal preside.>
<Si, ci vediamo a pranzo.>
Mi abbraccia e mi da un bacio sul polso. <Così guarisce prima.> Mi fa l'occhiolino e se ne va dopo un breve "ciao" a Nash.
Nash sospira e torna a sedersi sul letto. <Grazie.>
<L'ho fatto per me, non per te.> Dico mentre gli do le spalle.
No, non l'ho fatto per me, ma non riuscirei mai a dirglielo... non riuscirò mai a esprimere i miei veri sentimenti, ho mentito a me stessa per troppo tempo.
<Vieni a sederti qui.> Dice battendo una mano sul materasso appena mi volto verso di lui. <Tanto per oggi abbiamo finito le lezioni.> Sorride.
È così bello vederlo sorridere, intendo, sorridere sinceramente.
Ha sempre fatto ghigni malefici, risatine, sorrisi perversi e mezzi sorrisi. Non l'ho mai visto sorridere così... non so se mi spiego.
Mi vado a sedere accanto a lui.
<Anche se dici di averlo fatto per te stessa, so che in un certo senso l'hai fatto anche per me. Tu sei buona e gentile e sempre pronta ad aiutare tutti, anche chi ti ha fatto del male più e più volte.> Abbassa lo sguardo dopo l'ultima frase.
<Ora quello è passato, pensiamo al futuro, ricominciamo da qui.> Gli porgo una mano. <Piacere, mi chiamo Grace.> Gli sorrido.
Ricambia la stretta con un mezzo sorriso. <Nash.>
Mi guarda, aumenta il suo mezzo sorriso e mi abbraccia.
Credo di esser morta per la terza volta se non di più quest'oggi.
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My Boy
Romance"Mi metto a ridere e lui si avvicina ancora di più, posizionandosi tra le mie gambe. Eccolo, ecco quel magnifico sorriso che amo tanto... Amo?... lo amo?" E se il rapporto di due persone da odio diventasse amore dopo anni? Questa è la storia di Grac...