Busso alla porta della camera di Rod.
Un ragazzo dai capelli ad altezza spalle mi apre e dice: <E tu chi saresti?>
<Un'amica di Rod. È qui?>
<Amica?> Domanda con una strana scintilla negli occhi. <Comunque si.> E mi fa entrare.
Mentre entro, sento lo sguardo del ragazzo addosso, ma non ci faccio caso e continuo a camminare.
Wow, questa camera è immensa.
<Ti piace?> Domanda il ragazzo chiudendo la porta.
<Si.>
<Beh, chi ha un buon resoconto familiare può permettersi di tutto. Immagino solo come sarà la camera del figlio del preside.>
Mi sa che non sa che Nash, in realtà, ha una camera modestissima e due compagni di stanza.
<Grace, come mai qui?> Ne sbuca fuori Rod con una tazza in mano. <Non dirmi che sei venuta a vedere come sto.> Sorride.
<Già.> Rispondo timidamente.
<Ah beh, vi lascio soli.> Fa il suo compagno di stanza.
Va verso una porta e si chiude dentro la stanza.
<Vieni, siediti.> Dice sedendosi sul divano.
<Queste sono le stanze dei ragazzi ricchi?> Domando guardandomi intorno.
È piena di poster di vari gruppi musicali. Ha tre porte dove, probabilmente, ci saranno le due camere e il bagno. Un televisore riempie il muro davanti a noi e il divano è affianco alla portafinestra che da sul balcone.
<Non tutte. Ci sono quelle singole, quelle con addirittura una cucina... altre invece sono come quelle dei "non ricchi".>
<Capisco.>
<Vuoi fare un tour?> Mi domanda.
<Magari un'altra volta.> Gli sorrido.
<Ok.> Dice appoggiando la tazza al tavolino in vetro davanti a noi. <Quindi, volevi sapere come sto.>
Annuisco voltandomi verso di lui.
<Bene. La febbre è scesa del tutto. Sai, sono da mercoledì influenzato.>
<Come da mercoledì?!> Dico stupita.
Si mette a ridere. <Già, scusa se non te l'ho detto ma non volevo ti preoccupassi.>
<Ora sono più preoccupata di quanto potessi preoccuparmi prima. Stai bene?> Rifletto sulla domanda che ho appena fatto. <Beh si, me l'hai detto poco fa, ma comunque. Perché non sei rimasto a letto anche giovedì?>
<Non volevo. Mi annoio a stare qui in camera senza fare niente mentre gli altri si divertono.>
Sospiro. <Dovevi pensare alla tua salute e non a divertirti.>
<Ma ora sto meglio.> Si avvicina a me. <Soprattutto da quando ti ho vista sulla soglia della porta.>
Arrossisco per il suo essere troppo vicino e per quello che ha appena detto.
<Mi fa piacere.> Dico quasi sussurrando.
Dannata me e l'imbarazzo.
Si morde il labbro mentre guarda le mie. Non so perché, ma sento di volerlo baciare. Ma so anche che, se lo facessi, me ne pentirei...
Ritorna a guardarmi negli occhi. Il loro colore verde è così ipnotico, ipnotico quasi quanto quelli di Nash... Nash.
Distolgo lo sguardo e mi scanso di poco da lui.
Si schiarisce la gola e si mette seduto composto. <Tra qualche ora dobbiamo uscire, vero?>
<Non voglio che tu esca se stai ancora male.>
Sospira. <Uscirò comunque che ti piaccia o no e se ti rifiuti verrò a prenderti con la forza.>
Sorrido e mi alzo. <Allora è meglio se vado a cambiarmi.>
<Si e ricordati che stanotte abbiamo il ballo.>
<Sicuro di voler andare anche lì?> Gli domando mentre si alza e si avvicina a me.
Mi mette le mani sui fianchi. <Sicuro.> Sussurra a un soffio dalle mie labbra. <Ora posso darti questo dannato bacio?>
Chiudo gli occhi e lui appoggia le sue labbra sulle mie.
È un bacio lento e dolce. È come il primo che ci siamo scambiati.
Sentiamo il suo compagno di stanza fischiare e battere le mani.
Io e Rod ci stacchiamo.
<Meno male che eri solo un'amica bellezza.> Fa appoggiandosi allo stipite della porta della sua stanza.
Mi volto verso il ragazzo. <Beh... in teoria...>
<In teoria, ora credo sia la mia ragazza. Solo se lei accetta.>
E, paonazza come poche volte, mi giro verso di lui e lo bacio in risposta.
Si, ora sono la sua ragazza e chi se ne frega di quello che penseranno gli altri.
* Austin's pov *
<Di cosa volevi parlare?> Domando a Callie appena ci sediamo in una panchina.
<Del nostro rapporto. Mi spiace averti detto quelle cose, non le pensavo. Tu mi piaci davvero tanto e non voglio perderti.>
Le sorrido comprensivo. <Capisco.>
<Q-quindi?> Balbetta. <Che facciamo? Ci riproviamo?>
<Prima, c'è una cosa che devo confessarti.> Dico distogliendo lo sguardo da lei e guardando davanti a noi i vari studenti che passano.
<Cosa?>
Mi mordo il labbro. Non so in che modo dirglielo così che lei non soffra... ma se davvero le piaccio tanto, come lei dice, sarà impossibile non farla soffrire.
<Io sono...>
<Austin, finalmente ti ho trovato.>
Mi volto e vedo la causa della mia confusione davanti a me.
<K-Kodey.> Balbetto. <Perché mi cercavi?> Domando nervoso.
Lui mi rende così nervoso, imbarazzato e costantemente confuso.
Siamo anche compagni di stanza, ma per fortuna lui è fuori molto spesso.
<Dovevo chiederti alcune cose, ma vedo che sei impegnato.> Ghigna. <È la tua ragazza?>
<Ehm...>
<Si.> Risponde Callie alzandosi. <Sono la sua ragazza.> Gli fa un sorrisino falso.
Oh no.
<Ah... ok... allora vi lascio.> Perché nel suo tono sento... delusione?
<Si, grazie.> E Callie lo saluta con un'alzata di mano.
Kodey mi lancia un ultima occhiata prima di andarsene.
<Perché gli hai detto che...>
Mi tira uno schiaffo. <Come?>
Mi metto una mano sulla guancia. <Cosa? Che ho fatto?>
<Come hai potuto?>
<Cosa? Non capisco?>
<È il mio ex ragazzo e tu ci sei amico?!> Mi urla contro.
<Non lo sapevo.>
<Sai quanto mi ha fatto soffrire? No, non lo sai, e sai come mi ha lasciata? Dicendo che ero una copertura per non essere preso in giro dato che lui è gay.>
Cosa?
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My Boy
Romance"Mi metto a ridere e lui si avvicina ancora di più, posizionandosi tra le mie gambe. Eccolo, ecco quel magnifico sorriso che amo tanto... Amo?... lo amo?" E se il rapporto di due persone da odio diventasse amore dopo anni? Questa è la storia di Grac...