<Eccoci.> Dice fermandosi.
<Ora posso chiederti ciò che voglio?>
<Prima scendiamo.> Dice togliendosi la cintura.
Faccio la stessa cosa ed esco.
<Perché proprio al bosco? Fa freddo a quest'ora.> Dico sentendo l'arietta di fine settembre farsi sempre più fitta.
Sospira e si toglie la felpa. <Così non ti lamenti che ti ho portata qui per farti venire un malanno.> Me la lancia.
La prendo e me la infilo, dopo averlo guardato mentre apriva il cofano della macchina.
<Stai meglio?> Domanda sedendosi.
<Si.> Rispondo.
<Guarda che puoi anche sederti qui vicino, non ti mangio mica.> Fa guardandomi un attimo.
In effetti, sono rimasta davanti alla portiera tutto il tempo come una scema.
<Ok.> Sussurro e mi avvicino.
Perché ho tutta quest'ansia addosso? Mi sento come una lepre vicino al leone.
<Allora?> Domanda continuando a guardare in alto.
<Non mi viene in mente niente da chiederti.> Dico osservando i suoi lineamenti di profilo.
Volta il viso verso di me. <Allora te ne faccio una io, perché mi fissi?> Fa quel mezzo sorriso.
Apro e chiudo la bocca non trovando le parole per rispondere e distolgo lo sguardo dai suoi occhi ghiaccio così meravigliosi, ma anche così dannosi per la mia psicosi.
<Ti rifiuti di rispondere, signorina?> Dice prendendomi il mento e voltandomi, così, il viso verso il suo.
<Non ti stavo osservando.> Nego.
<A no? E allora cosa c'è di tanto interessante da quella parte?> Domanda indicandola con un cenno del capo.
Guardo dietro di lui. <Il sole, le luci che crea tra i rami degli alberi facendomi stare così bene e in pace.> Sospiro alla fine.
Si volta.
<Vero, è proprio bello.> Commenta dopo un po'. <Ma so che stai mentendo.>
<Cosa te lo fa pensare?>
Ritorna a guardarmi. <Hai dato una risposta troppo specifica, non da te.> Sorride.
<Cosa ne sai se è da me o meno?>
<Lo so, eccome se lo so.> Si avvicina di più. <Io so tutto di te, Honey.> Dice quasi in un sospiro.
Honey?
<Honey?> Domando.
Si sposta e distoglie lo sguardo. <Si, honey.> Scende dal portabagagli.
<E tutta questa confidenza? Non siamo amici d'infanzia.>
<Ma ti conosco dall'infanzia.> Puntualizza.
<Ma ti conosco dall'infanzia.> Lo imito.
<Ehi, che hai detto?> Si volta verso di me.
Oh no, ora mi ammazza.
<I-io... niente...>
Si avvicina pericolosamente. <Ah no?>
Scuoto il capo cercando aria che non arriva pur essendoci abbastanza vento.
Ghigna e inizia a fare una cosa che nessuno osa farmi, il solletico.
Nessuno lo fa perché mi metto a ridere e non la finisco più, nemmeno quando si fermano.
Infatti...
<Grace, guarda che non te ne sto più facendo.> Dice mentre continuo a ridere.
<Lo so, è che non riesco a smettere di ridere.> Dico tra le risate.
Come faceva Jason?
<E... e ora rimarrai così?>
Giusto.
Trattengo il fiato.
<Che fai?> Domanda avvicinandosi.
Riesco a calmarmi e, finalmente, sento la risata passare.
<Grace?>
Tiro uno sospiro. <Si?>
<Ok, non ci ho capito niente, ma l'unica cosa che so è che non dovrò mai più farti il solletico.>
Mi metto a ridere e lui si avvicina ancora di più, posizionandosi tra le mie gambe.
<Mi piace quando ridi, soprattutto se sono io la causa.>
Eccolo, ecco quel magnifico sorriso che amo tanto...
Amo?... lo amo?
Arrossisco.
Mi cinge in vita appoggiando la testa sulle mie cosce.
<Mi piace passare del tempo con te, mi trasmetti il tuo buon umore.>
Non dico niente, ma mi viene quasi naturale mettergli una mano tra i capelli e accarezzarli.
Sono così morbidi...
<Già... mi piaci.> Lo sento borbottare.
Eh? Ho sicuramente capito male.
Mi fermo e lui mugugna. <Continua.>
Già avrò capito male, di sicuro si sarà riferito alle mie carezze. Anche se vorrei non fosse così.
-
-
-
STAI LEGGENDO
My Boy
Romance"Mi metto a ridere e lui si avvicina ancora di più, posizionandosi tra le mie gambe. Eccolo, ecco quel magnifico sorriso che amo tanto... Amo?... lo amo?" E se il rapporto di due persone da odio diventasse amore dopo anni? Questa è la storia di Grac...