Diritto Penale

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Era una bellissima e fredda sera di dicembre a Roma, le luci natalizie illuminavano la città donandole una certa aria di magia.

Irene uscì dalla facoltà con l’enorme tomo di Diritto Penale in mano, si fermò davanti al palazzo della sua facoltà per poter  respirare un po’ d’ aria dopo ore passate all’interno della facoltà.
Gli orari in quel periodo erano abbastanza stressanti, entrava in facoltà di mattina e ne usciva poco prima di cena e le ore che non erano occupate dalle lezioni Irene le spendeva in biblioteca assieme alla sua amica Clarissa.

Coprendosi per bene il collo con la sua lunga sciarpa di lana si incamminò verso Castel Sant’ Angelo che era di strada per andare a casa sua e una volta giunta lì, come da rito, si affacciò dal ponte fissando Roma che, dopo cinque anni di università, considerava la sua seconda casa.

Mentre era assorta nei suoi pensieri un uomo si appoggiò alla balaustra del ponte, poco distante da lei, ma Irene ci fece poco caso e continuò ad ammirare la città persa nelle sue riflessioni.

“Diritto penale” disse ad un tratto l’uomo “Niente male”, Irene si voltò verso lo sconosciuto il cui viso era lievemente coperto dall’elegante cappotto scuro.
Irene ci mise qualche secondo ad identificare chi fosse “Ma lei è il pre- presidente Conte!” trasalì Irene nel rendersi conto che a una manciata di centimetri da lei c’era il Presidente del Consiglio italiano, lui sorrise, probabilmente la reazione gli parve molto divertente, la guardò e le fece cenno di tacere

“Mi scusi ma… Cioè… Lei è qui e… Io giuro non mi ero accorta”, lui sorrise ancora “Va bene così, tranquilla, a dire il vero ho tentato di preservare il mio anonimato, ma quando ho visto il mio libro tra le sue mani non ho potuto non intervenire”, Irene istintivamente guardò la copertina del libro che teneva in mano “Giuseppe Conte” lesse tra sé e sé “Lei ha scritto questo libro, non ne avevo idea, l’ho appena acquistato” rispose la ragazza guardandosi la punta delle scarpe per non arrossire
“Mi fa piacere che non lo abbia ancora cominciato signorina, vuol dire che ancora non mi odia”
Irene sorrise tornando a guardarlo “A dire il vero ho preparato Diritto Privato su uno dei suoi libri, se non l’ho odiata allora credo non lo farò mai”.

Restarono in silenzio una manciata di secondi, il presidente fissava un punto indefinito dell’ orizzonte e Irene non riusciva a capire se la conversazione fosse finita oppure no quando lui si girò nuovamente verso la ragazza rimasta in piedi, con l’enorme libro stretto al petto “Signorina?” “Irene” rispose prontamente la ragazza porgendo la mano al Presidente, non si aspettava che lui rispondesse dato che ovviamente lei lo conosceva, lui semplicemente disse “Giuseppe” sorridendole cordialmente.

“Posso permettermi una domanda?” chiese Irene un po’ intimidita nel trovarsi di fronte il Presidente del Consiglio, ma al contempo rassicurata dalla presenza così rilassata e piacevole di quell’uomo, attese però che lui le desse il consenso a domandare con un cenno della testa, come se fosse una giornalista durante una conferenza “Lei cosa ci fa qui? Non ci sono le sue guardie, non crede che sia...” “Inadeguato?” rispose lui “Sì, certo non è conforme alle regole e conosco un paio di persone a Palazzo Chigi che se lo scoprissero avrebbero parecchio da ridire, ma io confido nel suo silenzio, signorina”.

A Irene scappò una risata “Chi vuole che conosca io a Palazzo Chigi?” “Per ora conosce me, signorina”

Mr President in love || Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora