16. Ci sei sempre stata

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Quando il tempo non passava,
non passava la nottata,
tu eri solo da incontrare ma ci sei sempre stata.
E anche quando si gelava,
con la luna già cambiata,
tu eri solo più lontana ma ci sei sempre stata.

Ci sei sempre stata (Ligabue)
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Le nove e mezza del mattino rappresentarono il momento perfetto; i genitori di Lyra si trovavano entrambi in giardino, ed erano occupati ad estirpare le erbacce dall'aiuola. La ragazza approfittò di quel momento per correre in cucina, e riporre del cibo in uno zaino; non poteva prenderne troppo perché altrimenti mamma se ne sarebbe di certo accorta, ma desiderava assolutamente portare a Toby qualcosa che fosse cibo vero, e non degli avanzi.
Dopo aver ragionato brevemente prese una busta di prosciutto crudo già tagliato a fette sottili, un flaconcino di succo di frutta all'arancia ed una porzione monodose di profitterol, che mamma comprava spesso siccome tutti quanti parevano andarne matti. Ripose tutti gli oggetti nello zaino che si caricò in spalla, dove aveva già nascosto anche tre bottiglie riempite con l'acqua del rubinetto, un asciugamano ed un blocchetto di sapone.
Assicurandosi di aver chiuso correttamente la cerniera si affrettò ad uscire; fremeva dal desiderio di rivedere Toby.
-Dove vai così di fretta?- le domandò il padre, sollevando gli occhi dal giornale che stava leggendo.
La ragazza afferrò entrambe le brettelle dello zaino, che a causa dell'acqua era un po' pesante, e rispose: -A passeggio-. Spostò lo sguardo sul volto di sua madre, che la osservava in silenzio; teneva ancora il broncio per quanto accaduto il giorno prima, ma non sembrava intendesse fermarla.
-Come mai, lo zaino?- domandò ancora l'uomo, sollevando un sopracciglio.
-Mi è più comodo... trasportare le tele e tutto il resto...- borbottò. Entrambi i suoi genitori parevano avere una dote innata per fare le domande sbagliate, e metterla il più possibile in difficoltà.
Tuttavia, fortunatamente, quando Lyra si incamminò lungo il vialetto salutando entrambi con un cenno della mano, nessuno dei due aggiunse altro.
Tirando un sospiro di sollievo la ragazza accellerò il passo, inoltrandosi nella campagna. Il sole era tornato a splendere alto nel cielo, e presto un'afa micidiale sarebbe nuovamente giunta ad aggredire tutta la cittadina.
Percorse frettolosamente la strada sterrata fino a raggiungere il bivio, per poi inoltrarsi tra le spighe di grano quasi maturo e raggiungere il rudere in sasso.
Aprì la botola di ferro con il solito sforzo, poi calò lentamente lo zaino lasciandolo cadere sul fondo.
-Toby, sono io..- mormorò, iniziando a scendere le scale.
Lo strovò disteso a terra, con il braccio destro piegato a mo di cuscino e ciocche disordinate dei capelli che pendevano sul suo viso. Si alzò molto lentamente, posando gli occhi stanchi sul viso preoccupato di Lyra.
-Scusami se ieri non sono venuta, ma... Non me lo hanno concesso- si giustificò la ragazza, avvicinandosi pian piano a lui.
Il castano fece spallucce ed abbassò la testa. -Credevo che... Non saresti tornata mai più- borbottò.
-Ma no, che dici!- ribattè istintivamente la sorella, scuotendo la testa. -Non farei mai una cosa simile-.
Si sforzò di sorridere, e si fermò qualche attimo ad osservare il volto stanco di Toby.
-Papà è gia... venuto stamattina, vero?- gli chiese. Intendeva trattenersi molto più del solito, e voleva essere certa di non correre rischi.
Il ragazzo annuì debolmente, recuperando il contatto visivo.
-Bene- esclamò Lyra. -Ho portato delle cose per te-.
Si voltò indietro e recuperò lo zaino che poco prima aveva adagiato a terra. Lo aprì, e riversò a terra il contenuto per mostrarglielo.
-Del cibo vero, come ti avevo promesso...- farfugliò, indicandolo. -Ma prima, avresti proprio bisogno di darti una ripulita...- ridacchiò, per scogliere la sua stessa tensione. Toby osservava in silenzio gli oggetti adesso distesi a terra; probabilmente erano tutte cose completamente nuove per lui. Per il momento, comunque, non sembrava spaventato ma solo genuinamente incuriosito.
Lyra afferrò le tre bottiglie che aveva riempito ed il blocchetto di sapone, per poi allungare le braccia per porgerle a lui. In risposta a questo Toby non si mosse, ma continuò a guardarla assumendo un'espressione interrogativa.
-Servono per... Lavarti- farfugliò lei, sorpresa di dover dare una spiegazione ad una cosa così ovvia. -Ti ho portato del sapone e dell'acqua pulita-.
Anche a seguito di quella spiegazione, l'espressione sul viso del ragazzo non cambiò di una virgola. Concettualmente sapeva che cosa significasse, anche grazie ai pochi ricordi che aveva conservato della sua vita fino ai cinque anni; tuttavia, era passato così tanto tempo dall'ultima volta, che a malapena ricordava come si facesse.
Il viso di Lyra si incupì, non appena realizzò che l'altro non sapeva che cosa avrebbe dovuto fare. Ripose le tre bottiglie d'acqua accanto a lui, e sorrise lievemente. -Ti aiuto io, se vuoi-.
Anche questa volta Toby non disse assolutamente niente, ma annuì con un debolissimo cenno del capo.

Ticci Toby - RipudiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora