19. Ed ero contentissimo

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C'è che ho freddo e non mi copro,
c'è che tanto prima o dopo,
convincendoti ci crederai.

Ed ero contentissimo (Tiziano Ferro)
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Furono necessarie un paio d'ore di attesa, affinché i vestiti di Toby venissero completamente asciugati dai raggi del sole.
Lyra li recuperò e vi poggiò sopra i polpastrelli per assicurarsi che non fossero ancora umidi, poi aiutò il ragazzo ad indossarli. Lui si era leggermente incupito; doveva aver capito che da lì a poco se ne sarebbe andata.
Per lui era una cosa davvero strana, soffrire la solitudine. Essendo cresciuto da solo in quel posto dimenticato dal mondo non aveva mai sviluppato una dipendenza di quel tipo, eppure adesso avrebbe voluto che Lyra restasse al suo fianco per sempre. Ogni volta che lei andava via, aveva l'impressione di essere privato di qualcosa di assolutamente essenziale.
Era la forse prima volta che si sentiva solo, dopo troppi anni di prigionia.
La ragazza parve accorgersi del suo stato d'animo, e cercò di rassicurarlo.
-Devo andare ma... Ti prometto che torno anche domattina- esclamò, lasciandogli una piccola carezza sulla testa per poi raccogliere da terra le bottiglie vuote e le cartacce. Doveva fare il possibile per ripristinare quell'ambiente così com'era, o suo padre si sarebbe accorto che qualcuno era stato lì. Fortunatamente la poca acqua caduta a terra si era già asciugata; infilò tutto nello zaino e volse uno sguardo sorridente a Toby.
Aveva un aspetto molto migliore, adesso che era pulito; si chiese se papà avrebbe notato quel dettaglio oppure no.
-Stavolta manterrò la promessa, vedrai- aggiunse, espirando.
Toby annuì con la testa, la osservò immobile mentre era intenta a risalire le scale di ferro. La ragazza si voltò indietro prima di raggiungere la cima, e disse: -Porterò ancora le mie tempere-, prima di chiudere la botola e correre via.
Era fuori casa da più di tre ore; rischiava di insospettire i suoi genitori ed era esattamente quello che voleva evitare.
Con lo zaino in spalla e lo sguardo dritto avanti percorse la via a ritroso e giunse a casa abbastanza velocemente, ritrovandosi però ad avere il fiato corto e la fronte sudata. A metà strada, aveva anche trovato un cassonetto dove gettare i resti del pasto consumato da Toby, svuotando così lo zaino.
Mamma stava travasando un fiore nel giardino; al suo arrivo sollevò lo sguardo e le sorrise.
Per fortuna, pensò Lyra, non sembrava più arrabbiata.
-Ciao mamma...- esclamò, con palpabile incertezza.
La donna poggiò a terra il vaso di terra cotta e rizzò la schiena. -Alla faccia della passeggiata, Lyra- commentò.
-Beh...Stavo dipingendo- mentì lei, per poi proseguire dritta verso la porta d'ingresso, seguita dallo sguardo pensieroso di sua madre.
Salì frettolosamente le scale e si diresse al piano superiore; gettò a terra lo zaino e sfilò dal suo interno l'asciugamano che aveva usato per coprire Toby, bagnato e sporco di terra. Lo ripose sul mobile si diresse in bagno, dove per prima cosa si bagnò la faccia sudata con un po' d'acqua fresca. Aveva bisogno di farsi una doccia, ma c'era una cosa più importante che voleva portare a termine prima. Tornò nella sua stanza e recuperò il computer portatile adagiato sul suo letto, per poi riporlo sulla scrivania.
Lo accese mettendosi a sedere, e sospirando aprì il motore di ricerca.
Ripensò alle parole prnunciate da Toby, mentre pigiava le dita sulla tastiera usurata.
"Non sentire freddo o dolore".
Il primo risultato di ricerca che le si però davanti, era un link di collegamento ad un sito di medicina online, il cui titolo recitava: "Cipa (Malattia)".
Senza esitare un solo attimo vi fece clic con il mouse, ed iniziò a scorrere con lo sguardo tra le righe.
"CIPA è l'acronimo di Congenital Insensitivity to Pain with Anhidrosis (in italiano insensibilità congenita al dolore con anidrosi)".
Aggrottò la fronte e continuò a leggere, chiedendosi se fosse davvero questo il motivo per cui Toby pareva mancare totalmente di sensibilità. Cercò tra i sintomi che il sito medico recitava.
.....na rarissima malattia del sistema nervoso che, come suggerisce il nome, causa una totale insensibilità al dolore a chi ne è colpito.
....n aggiunta chi soffre di Cipa non avverte nemmeno le sensazioni di caldo/freddo, e non sperimenta la sudorazione.
Le labbra di Lyra si trinsero; chiuse il browser e spense il pc. Non poteva sapere se il caso di Toby fosse effettivamente riconducibile a quella malattia, ma avrebbe di certo approfondito. Ci teneva davvero molto alla salute di quel ragazzo, che aveva da poco scoperto essere suo fratello.
-Lyra, tra poco si pranza!- gridò la voce della mamma, dal fondo delle scale.
-Mi faccio una doccia e scendo!- rispose lei, precipitandosi in bagno con l'asciugamano sporco stretto tra le braccia. Doveva lavarlo e stenderlo ad asciugare da qualche parte, altrimenti l'avrebbero visto.
Lo gettò nel lavandino e lo ripulì con cura, per poi infilarsi sotto al getto caldo della doccia.

Ticci Toby - RipudiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora