Capitolo Tredici

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Mi svegliai abbracciata ad un cuscino che non aveva lo stesso odore che sentivo di solito e fu questo a ricordarmi che in realtà mi trovavo nel letto di Paulo e non nel mio, dunque presi subito il telefono guardando non solo l'orario ma anche la batteria, che stranamente non era scarica del tutto.
Era presto, solamente le otto in punto e mi misi seduta a gambe incrociate sul letto stiracchiandomi un po', poi ripresi il telefono e controllai i vari social, giusto per svegliarmi meglio.
Vidi la storia di Paulo e mi chiesi quando me l'avesse scattata, mi alzai e passandomi una mano sui capelli per sistemarli un poco, uscii dalla camera dirigendomi nel salone della casa dove c'era lui divaricato sul divano con solo una tuta e inizialmente avrei voluto fargli una foto per vendetta ma era sveglio.
«Buenos días niña, dormito bene?» si mise in posizione seduta invitandomi a sedermi accanto a lui «Sì grazie, ho visto la foto che mi hai scattato, qualche spiegazione?»  dissi mettendo le mie gambe sdraiate sopra le sue e la testa poggiata sul lato del divano «Avevo scordato il caricabatterie in camera e quando sono entrato tu dormivi come un angioletto, dovevo immortalare il momento» mi rispose togliendosi le mie gambe da sopra «Ora ti preparo i pancakes» si alzò andando verso la cucina dove uscì varie cose «Sai fare i pancakes?» gli andai dietro «Con le gocce di cioccolato sopra» disse uscendo una boccetta con delle gocce di cioccolato e posandola sopra il tavolo.
«Sei ogni giorno di più da scoprire» dissi spostandomi in modo che lui potesse muoversi per cucinare «È una cosa bella no?» - «Sì, posso aiutarti in qualche modo?» mi legai i capelli in una crocchia disordinata «Puoi sederti e aspettare che lo chef qui presente ti prepari la colazione migliore della tua vita» feci come mi disse.

«Et voilà!» poggiò un piatto al centro del tavolo con almeno 6 pancakes «Hanno un buon profumino» ne presi uno portandolo nel mio piatto, tagliandolo a piccoli pezzi e mangiandone uno «Sono indecisa tra il dirti che sono vomitevoli o essere realista e dirti che sono molto buoni e ne mangerei altri 20» presi un'altra forchettata «Mi vanterò in caso scegliessi la seconda, sappilo» mi sorrise «Come se già non lo facessi» accennai una risata e continuai a mangiare insieme a lui.

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Marianaalves the good morning I would like to have every day😋🥞
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ghiguain20_9 mi hai fatto venire fame 😖
paulodybala potevi almeno dire che ho cucinato io
daniruga food porn

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Dopo averlo aiutato a mettere a posto la cucina, mi rivestii con la felpa e i jeans di ieri poiché Paulo mi stava per accompagnare a casa di mio fratello, l'unico che aveva una copia delle mie chiavi di casa.

«Ti sto usando come tassista ormai» mi allacciai la cintura di sicurezza andando un po' più avanti con il sedile «A me piace, mi tieni compagnia» si chiuse lo sportello accanto «Secondo te dovrei dire a Yael che so di ieri sera? Perché mi sta chiamando proprio adesso, gli mostrai la schermata con la chiamata in arrivo «Rispondi e vedi cosa ti dice, se te lo accenna fai finta di non saperlo» così risposi e per sbaglio cliccai sul vivavoce « MARIANA ALVES TU E PA-» lo tolsi subito portandomi il telefono all'orecchio anche se con la coda dell'occhio vidi Paulo ridere «TU E PAULO SIETE STATI INSIEME TUTTA LA NOTTE» mi urlò all'orecchio ma non ne potei farci niente «Ciaoo, come stai?»  cambiai discorso per non parlarne in macchina dove c'era anche lui «Cosa avete fatto? Dai dai dai» - «Cosa avete fatto tu e Federico invece ieri sera?» mi feci scappare e Paulo mi guardò mettendosi quasi a ridere «Cosa? di che parli?» sentii dall'altra parte del telefono «Okay, ieri per un'urgenza ero passata a casa tua e ho sentito qualcosa però sono uscita subito, giuro» portai la lingua a sbattere contro i denti per non scoppiare a ridere anche io «Oddio Mar, ti prego ci sentiamo dopo, vado a tagliarmi la faccia» staccò la chiamata e io tolsi il telefono dal mio orecchio riposandolo nella tasca del jeans.
«Che ti ha detto?» mi chiese Paulo cambiando marcia «Sta morendo dalla vergogna, tutto qui» strinsi le spalle «Hai risolto con tuo fratello invece?» sbuffai solo al pensiero «No e sinceramente non posso farci niente, deve solo capire che è lui quello che sbaglia» incrociai le braccia sotto il seno «E cosa dovrebbe capire?» - «Che ho 20 anni e una vita che gestisco io ma ti prego cambiamo argomento» dissi poggiando la testa sul finestrino «Mhh potremmo parlare di quando uscire la prossima volta?» mi chiese sorridendo «Non saprei, la settimana prossima parto, dovremmo vederci in questi giorni ma tu hai gli allenamenti» - «Ma come parti? Dove vai?»  si fermò al semaforo «a Londra, sono stata invitata ad un evento» - «Mancherai per tanti giorni?» continuò a farmi domande «Solo per tre e poi torno da te» gli presi una guancia tra l'indice e il medio come si fa con i bambini «Ma va, non mi mancherai per niente, io ho Gonzalo» rise ripartendo dopo lo scatto del semaforo «Ah giusto!» risi insieme a lui.

Serendipity | Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora