Capitolo Quarantanove

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Quattro mesi dopo.

Io e Paulo avevamo comprato casa nuova, casa nostra.
Lo avevo costretto ad aiutarmi a pitturare le pareti, senza chiamare qualcuno che lo avrebbe fatto al posto nostro, trovavo più carino il fatto di farlo noi, anche se ovviamente poi, avremmo chiesto aiuto perché Paulo insisteva così.

Paulo prese un rullo e cominciò ad intingerlo nel secchio di vernice. Poi, partendo dalla parete sinistra di quella che sarebbe stata la nostra camera, iniziò a pitturare.
«Ehy tu, hai intenzione di darmi una mano?» mi disse mentre io stavo a fissarlo. Presi un rullo che mi stava porgendo e feci i suoi stessi movimenti.
«Minù! Nono stai ferma, non muoverti!» quando mi girai per prendere un altro po' di vernice dal secchio, Minù zampettò sulla pittura messa in un vassoio per il rullo, passando poi per muoversi nell'intera stanza, lasciando le sue impronte sul pavimento.
«No, basta, finisco qua. Questo gatto ha l'abilità di starmi sulle palle in una maniera assurda!» disse Paulo posando tutto a terra.
«Ma non puoi odiare Minù! Non lo ha fatto di proposito, vero piccina?» riuscii ad acchiapparla tenendomela stretta al seno.
«Quando magari imparerà a stare nella sua cuccia la notte e non in mezzo a noi, magari cambierò idea» disse uscendo dalla stanza «Dove stai andando?» chiesi seguendolo «A casa. Te l'ho ripetuto più volte, esistono degli imbianchini per pitturare le pareti!» sbuffai uscendo da casa con lui davanti a me, pronto a salire in macchina.

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«Se mi macchia l'auto, sbrocco male» disse Paulo quando entrammo in macchina, lanciando un'occhiata a Minù.
«Parli come un sedicenne. "Sbrocco male"» risi tenendo Minù sulla mia felpa, perché se solo poggiasse le zampe sul sedile, sarebbe stata la fine sia per lei che per me.
Arrivati a casa sua, ci mettemmo seduti sul divano (nuovo di zecca), a guardare la partita PSG-Celtic.
Da quando mio fratello ha lasciato l'Italia, non ci siamo più visti se non per quel casino abnorme che successe, ma ci sentiamo per messaggio.
Lo stesso valse per Neymar, siamo diventati buoni amici e tutt'ora Paulo ne era geloso.
«È solo il primo tempo e stanno a 4 goal, sono proprio una squadra forte» dissi al minuto 45 della partita, quando vi era l'intervallo.
«Non è che ce ne vuole tanto contro il Celtic eh» rispose Paulo con tono scaltro «Ma perché la mitica Juventus che l'altro giorno è stata sconfitta dalla Sampdoria?» lo punzecchiai.
«Di un solo punto e, vorrei ricordarti, che almeno io ho segnato» roteai gli occhi al cielo dal suo egocentrismo «Era meglio che mi stavo zitta» dissi e lui si avvicinò a me mettendomi un braccio intorno al collo.
«Tanto lo so che mi ami anche quando rispondo così» gli scostai il braccio per scherzo «Sei pure convinto, bene» dissi e lui rise «Soprattutto convinto» gli presi le guance super morbide e gliele strizzai.

«Daniiiiii ALVEEEES» ripetei più volte davanti al televisore quando mio fratello segnò «Lo vedi quanto è forte essere un Alves?» mi vantai come spesso faceva lui «Ancora più bello essere un Dybala, créame» disse e lo guardai sconcertata «Créame? Sembra "creami" in italiano e non ha senso, perché dovrei crearti?» mi guardò portandosi le mani davanti al viso come se fosse imbarazzato da quello che avessi detto «Vuol dire "credimi" non "creami"» si mise a ridere «Beh scusa se tra le lingue che so e che parlo non c'è lo spagnolo! Non siamo tutti nati in Spagna o in altri posti dove si parla la tua lingua, quindi scendi dal piedistallo mio caro» - «Quando ti arrabbi sei ancora più bella, lo sai?» mi rispose «E tu ruffiano, ma non fa una piega» mi risedetti sul divano senza notare che in tanto, la squadra che stavo tifando in tv, aveva segnato ancora.
«Comunque, sono le 21:30 e ancora non abbiamo cenato, compriamo una pizza? È sabato, puoi sgravare insieme a me e riprendi a mangiare sano da domani. Daidaidai!» gli dissi mettendo le mani in preghiera, supplicandolo.
«Una pizza non uccide nessuno, quindi okay, ordiniamola» rispose e feci un balletto di felicità, che gioia la pizza.
«Però riprendiamo a mangiare sano, sia io che tu, mia signorina» mi parlò come da mamma con un figlio «Certo, ma nella mia dieta sono presenti tante cose fritte e affogate nello zucchero, va bene no?» - «Va benissimo se vuoi ritrovarti con chili in più, e prima che tu possa dire qualcosa, non dico tutto questo perché se tu dovessi essere grassa non mi piaceresti più, ma per la tua salute. Bisogna tenersi in forma nella vita» disse Paulo cercando il numero della pizzeria sul telefono. «Sì lo so, però non posso rinunciare per sempre agli hamburger o al gelato, mi conosci bene» gli risposi andando ad apparecchiare in cucina.

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👁 da ghiguain20_9 e altri 1.490.000

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«Gonzalo si è offeso perché non stiamo mangiando una pizza con lui» dissi leggendo delle notifiche che mi arrivavano «Come lo sai?» mi chiese Paulo aprendo la sua lattina di Coca Cola. «Lo ha scritto nel gruppo, leggi» girai il telefono nella sua direzione con la chat aperta.

🇦🇷🇧🇷

Gonza9️⃣
Amigos, amigos e poi
mangiate la pizza senza di me

                          Pipitaa, se convinci Pau che
               possiamo mangiarla più di una volta
    al mese, allora sabato prossimo sei invitato

Gonza9️⃣
Ecco tu sei un'amica vera
Paulito mi dispiace, ma non si
fanno queste cose.
Mar, potevi scegliere me come
fidanzato invece che lui.
Con me non esistono diete 🤗

                                                                       Ahaha
                                                            Hai ragione!
                    Meglio uno che mangia la pizza
             Bravo Pipita, tu sì che ragioni bene

-
«Siete degli scemi» fu l'unica cosa che disse.

«No gatto, vuoi la mia ragazza, il mio divano e ora pure la mia pizza? E no, tu hai il tuo tonno, vai da lui.» Disse Paulo con la bocca piena cacciando via Minù dalla cucina, che cercava di saltare su di lui.
«Quante volte al giorno ti penti di avermi regalato un gatto?» dissi scherzando dopo la sua ennesima irritazione causata da Minù.
«Sempre, non potevo solamente regalarti i fiori? Oppure un criceto, che sta nella gabbietta senza dare fastidio a nessuno» rispose continuando a masticare.
«Che poi dà fastidio solo a te, tutti quelli che l'hanno vista se ne sono innamorati!» dissi mangiando anche io, «Ma certo, sembra che con te e con gli altri sia un gatto normale, poi arrivo io che gli sto antipaticissimo, e la cosa è reciproca» stavo per strozzarmi con la mozzarella mentre ridevo.
«Povera Minù, una creaturina pelosa che dovrà sopportarti ogni giorno» gli dissi e lui fece una faccia come da vittima. «Lei sopportare me?» rispose «Sì, fai sempre il bullo con lei» alzò gli occhi scuotendo la testa «Vi state coalizzando contro di me?» chiese e risposi di 'sì', vedendolo puntare gli occhi alla gattina con fare minaccioso. Poverina.

☙Spazio autrice❧

Ehyy people, ecco il quarantanovesimo capitolo.
Mar e Paulo stanno ristrutturando la casa in cui andranno a vivere insieme.
È un capitolo tranquillo (tranne per Paulo che odia la gattina😂).
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo della fanfiction e vi chiedo di lasciare una stellina se la storia vi piace,grazie!
Mar🪐

Serendipity | Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora