Era venerdì mattina e mi ero da poco svegliata dopo le scarse ore di sonno, ogni volta che cercavo di chiudere occhio i miei pensieri si focalizzavano sul bacio e sulle sue frasi provocandomi le classiche farfalle nello stomaco e allo stesso tempo non riuscivo a non pensare ad altro.Comunque dovevo svegliarmi abbastanza presto poiché mi sarei sentita nel corso della mattinata con mia mamma per mettermi d'accordo con lei su quando farle visita in Brasile, comprando così i biglietti dell'aereo. Arrivammo alla decisione che il 9, tra due giorni, sarei partita, e sarei ritornata il 14, un viaggio last-minute che però ne valeva sicuramente la pena.
Chiaramente mi fu difficile trovare i biglietti ma dopo un bel po' di minuti ci riuscii pagandoli anche tanto e strofinandomi le nocche sugli occhi che, ancora assonnati, avevano passato più di venti minuti fissi su uno schermo.
Pensai già a sistemare la valigia per non rischiare di farla la sera prima dove con la stanchezza mi sarei dimenticata la maggior parte delle cose che mi sarebbero servite, dunque avviando Spotify e uscendo la suitcase da sotto il letto tirai fuori dall'armadio una valanga di vestiti decidendo quale portare. Una buona parte di essi erano vestitini, pantaloncini e magliette a maniche corte dato che a Juazerio, dove sono nata, le temperature sono molto alte e raggiungono i 30 gradi ma nonostante ciò stavo decidendo per sicurezza quali felpe portarmi in caso di forte vento o pioggia.
Anche qui persi tempo nello scegliere e far entrare solo alcune delle cose mettendomi di forza e volontà a non utilizzare un'altra valigia, ma soprattutto mi ritrovai a non aver fatto nemmeno una pausa per idratarmi o anche solo per sedermi ed una volta chiusa la zip, il telefono squillò e mi ritrovai stesa morta nel letto ad ascoltare e confortare Yael che aveva litigato con Fede.
«Quindi io non gli scrivo, se ci tiene veramente sarà a lui a farlo» terminò con le lamentele dopo un'ora di chiamata «Mentre tu? Non mi stai dicendo niente» mi chiese «Beh stavi parlando tu, comunque stamattina presto ho comprato dei biglietti per il Brasile quindi mancherò per quasi una settimana» cambiai posizione al telefono spostandolo nell'altro orecchio «Ma comee? Uff,non mi ricordo se il fuso orario è di tanto, avremo modo di sentirci senza tanti problemi?» sbuffò facendomi la richiesta di attivare la videocamera per Facetime che accettai «È di cinque ore più o meno» portai il cellulare davanti al viso così da poterci vedere entrambe.
«Quando parti?» - «Tra due giorni..» ripensandoci mi venne la malinconia sapendo che non avrei visto Paulo «Sei triste perché non vedrai il tuo Romeo?» caspita se mi conosceva «Mi mancherai anche tu, tanto» mi guardò con un sorriso beffardo «Ma lui ti mancherà di più» ovviamente ieri sera nel tragitto verso casa sua le raccontai tutto e anche se stava male per aver litigato con Federico riusciva ad essere felice per me, dopotutto per lei era come se si fosse avverato un desiderio, bramava che ciò accadesse da molto tempo.
«A proposito con lui non ci siamo ancora sentiti, sono stata occupata tutto il tempo tra viaggio, vestiti e i tuoi problemi sentimentali che non ho aperto un social» - «Scusami tanto Estrela non pensavo di perdere..due ore a parlare però ora ho finito e puoi rilassarti» mi disse guardando l'orologio oro che aveva al polso sorridendomi quando realizzò del suo essere logorroica. «Tranquilla sono la tua migliore amica per un motivo e poi quando ti scrive, perché sono sicura che lo farà, mandami li screenshots» - «D'accordo a dopo!» ci salutammo e collegai il telefono al caricatore in modo che non si scaricasse all'improvviso e continuai ad usarlo. Per prima cosa andai a controllare Whatsapp entrando nella chat con Paulo.
Chiquito 💓
Buongiorno, ancora dormi?
Dormire? Non so cosa voglia dire ahah
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Serendipity | Paulo Dybala
FanfictionSerendipity /sɛ.ɹɛn.ˈdɪp.ɪ.ti/ (n.) finding something good without looking for it.