Capitolo Quarantatre

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Stavo correndo nell'aeroporto di Torino per raggiungere Paulo che era all'uscita ad aspettarmi. Stavo per cadere più di una volta, con la borsa in spalla che scendeva sul braccio e la valigia che tra poco si rompeva per quanto la stessi sballottolando.
Poi eccolo, fuori dall'aeroporto, appoggiato alla sua Maserati con gli occhiali da sole sul naso, era perfetto.
Gli saltai addosso, rischiando di far cadere entrambi a terra, ma non ce ne importava, stavamo ridendo dalla felicità del momento.
«Mi sei mancata tantissimo» mi disse quando ero ancora con le gambe attorcigliate intorno al suo bacino. «Anche tu» cominciai a baciargli tutto il viso, la fronte, il naso, le guance e finalmente anche le labbra. «Non ti lascio più, mi dovrai tenere in braccio per sempre» gli dissi stringendolo a me non volendomi staccare «Per me non c'è problema ma sarebbe meglio essere abbracciati a letto» disse e mi lasciai cadere con i piedi per terra «Oh sì, voglio andare a casa adesso» presi la valigia che avevo lasciato per saltargli addosso e con il suo aiuto la posai nel bagagliaio, mettendomi poi nel sedile accanto al suo.
Mentre mi sistemavo meglio a sedere, scorsi nel tappetino del sedile, un qualcosa che brillava, abbassandomi poi capii che era un orecchino, non mio però.
Lo fissai ancora un po' per vedere se mi venisse a conoscere ma niente, mai visto quell'orecchino in vita mia, per non farmi troppe paranoie mi convinsi fosse di sua madre, era molto probabile.
«Ehy tutto okay?» mi richiamò Paulo e mi misi con la schiena dritta «Sì, mi stavo allacciando una scarpa» mi venne involontariamente di dirgli una bugia.
Una mezz'oretta dopo, arrivammo a casa sua, un vero disastro. «Paulo, mettere in ordine non fa per te a quando vedo» c'erano scarpe in giro per il salotto, piatti sul tavolo ancora con del cibo e poi camera sua ancora peggio. «La donna delle pulizie passa domani» disse mentre andava in bagno ed io, cercai di sistemare qualche cosa per non diventare uno di quei "sepolti in casa" che trasmettono su Real Time.
Spostai dei jeans da per terra su un comò piegandolo prima e poi passai ad una maglietta, stropicciata anche quella.
La presi da due lembi e, mentre la piegavo, notai che sulla parte vicina al collo vi era una macchia rossa di rossetto, si poteva benissimo vedere la forma di una bocca.
Rimasi in mobile con la maglietta tra le mani, deglutendo rumorosamente. Mi si era seccata la gola. Nella mia mente passò prima l'immagine dell'orecchino trovato sulla Maserati e poi quello che mi si presentava davanti.
Sentii la porta del bagno riaprirsi e piegai velocemente la maglietta posandola sopra al jeans e, ancora una volta, feci finta di niente.
«Allora, mentre io ero circondata da parigini, tu cosa hai fatto? Messo solo in disordine la stanza, anzi, la casa intera?» dissi provando a non pensare che Paulo fosse stato con un'altra ragazza mentre io ero da un'altra parte.
«Mah, se non contiamo l'allenamento quotidiano, sì» sogghignò buttandosi sul letto, aspettando che mi stendessi accanto a lui. Ma non mi mossi, stavo ferma a fissare un punto fisso della camera.
«Niña, stai bene? Ti vedo persa» se solo sapessi che in questo istante lo ero davvero. «No tranquillo, sto bene, stavo pensando a delle cose da fare più tardi» ritornai nel mondo dei vivi scacciando via i pensieri e mi distesi accanto a lui.
«Cosa devi fare?» mi chiese giocando con le punte dei miei capelli «Ehm, devo passare da Yael, le ho comprato una cosa a Parigi e gliela voglio dare» sarei andata veramente da Yael, avevo bisogno di sentire cosa avesse da dirmi quando le avrei raccontato ciò.
«Ti dispiace se mi accompagni ora da lei? Lo so che siamo appena arrivati ma..» non sapevo come continuare «Fa niente, ci becchiamo stasera però, vengo da te» gli annuii e ci alzammo dal letto.

15 minuti dopo
«Yael, mi vien da piangere e da strapparmi i capelli allo stesso tempo, ti prego aiutami» dissi una volta che entrai a casa sua «Estrela, che succede perché sembri una pazza?» si avvicinò preoccupata a me abbracciandomi «Si tratta di Paulo, ho paura che -presi una pausa prima di dire una frase molto dura per me- mi abbia tradito» sentivo il cuore sbriciolarsi piano piano, pezzo per pezzo.
«Che stai dicendo, perché pensi questi cose?» mi portò in camera sua facendomi sedere sul letto «Eravamo in macchina e ho trovato un orecchino non mio, l'ho guardato più volte e non mi appartiene, poi nella sua stanza ho preso una sua maglietta così a caso, ed era sporca di rossetto rosso» dissi con il respiro veloce, mi stava venendo un attacco di panico. «Aspetta non correre, sicura fosse rossetto? Poteva essere un pennarello» scossi la testa in senso di negazione «Yael, ti giuro su quanto ti voglio bene, era un rossetto, c'erano stampate delle labbra» si sedette accanto a me stringendomi la mano «Tu gli hai detto qualcosa?» scossi la testa come prima «E vuoi sapere la verità?» - «Perché tu la sai?» fece cenno di no «Ma posso aiutarti a scoprirla, solo se vuoi e se te la senti» chiusi gli occhi per due secondi pensando se veramente avessi voglia di affrontare un probabile tradimento, il secondo considerando la mia relazione precedente.
«Sì» risposi, dovevo scoprirlo o avrei vissuto con questi maledetti pensieri fino alla morte.
«Okay, io inizierei a cercare la sua ex sui social, è tipico che dei ragazzi tradiscano la fidanzata con la propria ex, ma spero non sia così» lasciai che facesse tutto lei, io non avevo tranquillità per farlo. «Allora? Hai trovato qualcosa?» fece spallucce «Questo è il suo account, ho controllato e non si seguono» avvicinai lo schermo del suo computer vicino a me. «Aspetta, clicca sull'ultima foto» c'era lei in posa, ma mi sentii il mondo crollare quando analizzai che l'orecchino che avevo trovato ormai un'ora fa, era lo stesso che indossava lei, con tanto di trucco rosso sulle labbra.
Scoppiai a piangere, portandomi le mani sul petto, Yael aveva capito tutto e mi strinse forte a lei sussurrandomi che sarebbe passato tutto, ma per me sarebbe rimasto impresso come inchiostro sulla pelle.
Non smettevo di piangere, mi chiedevo come fosse possibile che colui che fino a prima mi baciava, colui per il quale sono andata contro al sangue del mio sangue, colui che mi ha sempre fatta sentire unica al mondo, fosse stato in grado di avermi fatto una cosa così brutta.
Sapendo benissimo cosa ho vissuto in passato. Pensavo di aver trovato una persona che prima di tutto fosse un amico, e gli amici sono persone oneste e sincere, persone con le quali puoi parlare di tutto.
Invece si è mostrato essere diverso. Ci sono cascata. Ormai non sapevo più se fidarmi o meno delle persone.
«Mi accompagni a casa?» le chiesi ancora in lacrime e lei con uno scatto veloce prese le e mi accompagnò di fretta a casa mia, stando accanto a me, senza lasciarmi sola. «Che vuoi fare?» mi chiese seguendo ogni mio passo «Voglio andare il più lontano possibile da qui» divertente no? Il giorno prima piangevo per stare qui e ora piangevo per il contrario. «Non vuoi prima parlargli?» parlò sempre Yael mentre fortunatamente io non avevo la valigia da fare che era già pronta «Parlargli? Non voglio rivolgergli più la parola, non merita nemmeno un mio saluto» - «E dove vorresti andare?» ci pensai su «Hai qualche idea, tu? Mi basta che sia lontano da qua, da casa mia e da casa sua» si picchiettò il mento con un dito e poi fece un'espressione come se le si fosse accesa una lampadina sopra la testa. «Forza, risali in macchina» feci come mi disse e trascorremmo per circa mezz'ora il tempo in macchina, non sapevo dove mi stesse portando.
«Questa è la baita in montagna di Fede, mi ha portato una volta ed è abbastanza lontana, non credi?» le annuii «Grazie mille estrela, ora cerco di sistemare il casino che ho in testa e poi penso ad un modo per andarmene via da Torino».
Si fece sera, eravamo ancora in montagna io e Yael, lei è stata così comprensiva da voler rimanere accanto a me. Nel telefono mi arrivarono una raffica di messaggi da parte di Paulo, tutti con la stessa frase: "dove sei?". Non gli avrei risposto. Mi arrivarono anche da parte di Gonzalo ma a lui risposi.

Gonza9️⃣

Mar
Donde estas?


Gonza, non sono a casa
Se Paulo dovesse chiedertelo

Appunto
Dove sei? Non rispondi
ai suoi messaggi

E non risponderò
Ha avuto la faccia tosta nel mettermi le corna con la sua ex e ha anche il coraggio di scrivermi e soprattutto è convinto che io gli risponda

Corna??!


Non so se tu ne fossi a conoscenza
Spero di no
Ma ora lo sai

Ci sarà stato un sbaglio
No puede ser!

-Mi passò pure la voglia di scrivere al Pipita, volevo stare sola.-

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Marianaalves //
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Spazio autrice

Ehyy people, ecco il quarantatreesimo capitolo.
Mar torna a Torino ed è molto felice di rivedere Paulo ma la felicità non dura molto perché lei trova degli indizi che le fanno sospettare un tradimento di Paulo, poi è convinta di ciò quando ricollega ciò che ha trovato ad Antonella.
Decide quindi di allontanarsi, riuscirà Paulo a spiegarle cosa è successo in realtà?
Vi ricordo di lasciare una stellina se la storia vi sta piacendo, grazie❤️
Mar🪐

Serendipity | Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora