Capitolo Diciasette

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Quando stavo per finire di pranzare con Paulo mi arrivò una chiamata di Yael e mi disse che voleva passare il pomeriggio insieme perciò le inviai la posizione di dove mi trovassi e mi raggiunse proprio quando stavamo pagando, anzi lui stava pagando da testardo che era e che mi costrinse a non uscire un soldo dal portafoglio.

«Ci sentiamo dopo Niña» mi salutò con un bacio sulla guancia salutando anche Yael e poi se ne risalì sulla sua enorme Range Rover nera suonando sul clacson come per salutarmi un'altra volta.

«Ti ha chiamata Niña» mi disse Yael prendendomi a braccetto cominciando a camminare verso i negozi per fare compere. «Sì è un nomignolo che mi ha dato vuol dir-» - «Lo so che vuol dire, ho studiato spagnolo al liceo» - «Ah e allora perché lo hai detto?» - «Beh, sono rimasta un po' sorpresa, sai un nomignolo abbastanza dolce» ci risiamo «Devi capire che lui lo usa perché sono bassa, non per altro» le spiegai «Sarà pure così ma secondo me gli piaci» - «Yael sono solo le tre del pomeriggio e hai già bevuto?» Le dissi mettendomi quasi a ridere per ciò che avesse detto «Se così non fosse allora spiegami perché quando eri a Londra mi scriveva chiedendomi di te, perché ti è venuto a prendere fuori dall'aeroporto facendoti una sorpresa per-» - «Okay basta così » la fermai ma niente da fare «Fammi continuare quindi dov'ero rimasta? Ah! Perché si comporta in modo estremamente dolce con te?» continuammo a camminare e nella mia testa analizzai tutti i momenti che ho passato finora insieme a lui facendomi scappare un sorriso. «Uh quel sorrisetto, piace pure te! Che ship!» si poggiò con la testa sulla mia spalla per qualche secondo «Ma che ship ahah! È che hai ragione, è un ragazzo molto dolce» - «..e ti piace e tu piaci a lui» portai gli occhi al cielo.

Arrivammo in centro mentre lei diceva cose assolutamente non veritiere. «Ho ammesso che è dolce, ora stop» dissi ormai all'esaurimento «Ma non hai ammesso che ti piace quindi non smetterò fino a quando le mie orecchie sentiranno queste due parole uscire dalla tua bocca» tolsi il braccio dal suo portando entrambe le mani sui miei fianchi e guardando in su «Esteticamente non puoi dirgli niente, è un ragazzo bellissimo e quindi se devo proprio dirlo: sì esteticamente mi piace» riabbassai lo sguardo verso di lei che era tutta sorridente «Mh è già un passo avanti ma penso che mi servirà anche un aiuto di Fede per scoprire invece cosa pensa Paulo» mi riprese a braccetto entrando in un negozio di abbigliamento «Tu sei pazza!» - «È la stessa cosa che dissi io quando volevi portarmi agli allenamenti per vedere quello che ora è il mio fidanzato».

Meglio cambiare argomento prima che continui fino a notte con questa storia. «Come mi stanno questi occhiali?» ne presi un paio da un espositore indossandoli «Prova quelli con le lenti rosa, secondo me ti stanno meglio» feci come mi disse e mi specchiai tramite lo schermo del telefono «Nah, non mi piacciono, provali tu» e fu cosi che passammo il nostro pomeriggio, a provarci gioielli, vestiti, scarpe ma soprattutto a comprarli, ritornando a casa a piedi con tre buste sia nella mano destra che in quella sinistra, e mi venne anche difficile aprire la porta di casa, dopo esser entrata pensai che avrei potuto posare le buste a terra ma io sono stupida come sempre.

Dopo aver sistemato tutto dentro l'armadio ed essermi cambiata per stare più comoda mi rilassai sul divano con la musica proveniente dalla tv che avevo acceso e che si sentiva in tutta casa dato l'alto volume, ritrovandomi in uno di quei momenti dove non avevo niente da fare e lasciavo i pensieri frullare nella mia testa.

«Quando eri a Londra mi scriveva chiedendomi di te» la voce di Yael mi risuonava in mente, in effetti non saprei dirle perché Paulo le chiedesse di me, «Ma secondo me gli piaci» piacergli? Forse.. «Ma non hai ammesso che ti piace» mi piaceva? Non lo so.

Serendipity | Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora