Capitolo 25

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Nel capitolo precedete:

Marton alzò immediatamente gli occhi verso il cielo e di scatto fece un salto indietro, dei tentacoli neri e affilati non penetrarono a forza il terreno spaccandolo, ancora un secondo in più e Marton sarebbe stato trafitto. Guardò nella direzione da dove provenivano e nonostante il suo sguardo fosse serio, dentro di se provava tristezza. Da delle colonne a passi lenti e il volto abbassato apparve niente di meno che Yumè.

<Ti ho trovato assassino!>


Si notava chiaramente lo sguardo atroce che aveva Yumè in quel momento, rabbia, dolore e sete di sangue era quello che lei lasciava vedere. Marton con tristezza guardò sua sorella e nei suoi pensieri si domandava: perché assassino? Certo non era uno stinco di santo quello era vero, in fondo era un boia, uccideva i condannati a morte e se li mangiava e in fondo era sopravvivenza oltre che essere il suo lavoro però mai nella sua vita aveva ucciso un innocente, quindi perché? Fu allora che ricordò di Leon, magari egli aveva manipolato i ricordi della sorella per fargli credere che era un mostro? Tutto era incerto tranne una cosa, sapeva che con le parole non sarebbe bastato a placarla e in cuor suo temeva che doveva combatterla.

<Signorina Lancaster! Che cosa ti prende? Potevate ferire qualcuno!>

<Tu stai zitta vecchia e non ti immischiare! Non mi importa cosa cazzo volete, però vi avverto se provate a intralciarmi state certi che vi ammazzo! Lui deve morire per mano mia!>

Rimasero scioccati dall'atteggiamento così violento di Yumè, l'odio che aveva in corpo era tanta che temevano il peggio. Yumè non ci pensò due volte e iniziò a caricare verso suo fratello, allungò la mano e schioccò le dita per attivare non i fulmini ma le fiamme, indirizzandole verso Marton, quest'ultimo neanche si spostò e aprendo la mano era come se stesse inghiottendo l'attacco. 

<Maledizione Lancaster fermati!>

La Pro-Hero Mother stava per intervenire quando tutti vennero bloccati dai tentacoli di Altitudo impedendo così che essi potevano in qualche modo interferire con il combattimento.

<Se noi fossimo in voi, restate immobili e non intervenite, altrimenti noialtri prenderemo misure drastiche>

<OI PEZZO DI STRONZO VEDI DI LIBERARCI! MALEDIZIONE REQUIEM NON FARE CAZZATE!>

Marton era sorpreso, non si immaginava che questo Altitudo potesse essere così autonomo e muoversi senza un comando, a differenza del suo. Riprese lo sguardo verso sua sorella che continuava ad attaccarlo in lontananza, fiamme, ghiaccio e fulmini a intervalli regolari. Precisi e forti ma facili da contrattaccare, a lui bastava usare l'appetito del suo Gaulenis per bloccare ogni attacco. Si morse le labbra e i suoi occhi iniziavano a riempirsi di lacrime fino a che, non scesero nel suo viso.

<Smettila> 

Sussurrò Marton, faceva male molto male assistere all'odio della sua amata sorella. Non sapeva cosa fare, doveva attaccarla? Rimanere fermo? Insomma cosa? 

<Ti prego... Smettila...>

<Sì certo come no, pensi che piangendo mi possa impietosire per un mostro orrendo e spietato come te?! Questa è la tua fine!>

<MALEDIZIONE YUME'!  CREDI CHE QUESTO RISOLVA TUTTO? COSA TI HA DETTO LEON PER DETESTARMI COSI'? SVEGLIATI! QUESTA NON SEI TE! >

Gli attacchi smisero, Yumè abbasso lo sguardo e i capelli argentati gli ricoprirono il viso. Le sue spalle iniziarono a muoversi e si udì una risata cupa e grossolana, porto le mani allo stomaco per reggersi e quando alzò lo sguardo i suoi occhi, che prima erano dorati, avevano una sfumatura verdognola.

- L'apparenza inganna -  Bakugou Katsuki BNHA x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora