Capitolo 26

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Capitolo 26:  Avaritia.

Un aroma di acqua di rose pervade l'area circostante, una figura slanciata con dei tacchi decisamente appariscenti fa la sua entrata. Quello che da subito nell'occhio è la quantità di colore verde, capelli verde chiaro con sfumature di verde scuro, pelle leggermente olivastra, mascara, rossetto e ombretto su varie tonalità di verde, lungo capotto verde con il colletto di piume verde scuso, jeans con il risvolto leggermente aderenti e tacchi a spillo verdi con diamanti azzurri. Al centro del suo petto (molto ben piazzato purtroppo) il numero romano "V", un ghigno pervade il volto mentre guarda davanti a se la sua nuova preda ignorando momentaneamente gli altri, porta la mano sul volto e si accarezza le labbra prima di leccarsele, i suoi occhi verdi smeraldo scrutano da cima a fondo Marton e chiunque lo guardava di sicuro notava i pensieri poco casti che aveva stampato sul volto. 

Mettendosi in posa (decisamente appariscente secondo me per farvi un idea... pose alla Jojo e Metaton per capirci) con le sue unghie meticolosamente perfette e verdi , indica Marton.

<Che bel bocconcino mi è capitato, ullallà non vedo l'ora di prenderti quei bellissimi occhi che possiedi! Ah, già vedo la mia amata collezione arricchirsi sempre di più! Non temere zuccherino, sarà rapido e decisamente e squisitamente doloroso!>

Egli era Avaritia, il peccato che tra tutti aveva un ego smisurato. Perché Yumè aveva scelto lui? Poteva benissimo usare Hira con la sua forza mostruosa oppure Teporis con i suoi attacchi magici e il suo grande intelletto o ancora meglio Invidiam per la sua resistenza. Questi erano gli interrogativi che il Pro-Hero Mastro di Chiavi si domandava, avendo appunto in passato combattuto contro tutti i peccati della sua protegè.

Un brivido percorse la  schiena di Marton, c'era qualcosa in quel parassita che proprio non riusciva ad inquadrare e di certo la sua apparenza non lo rassicurava neanche un po'. Sapeva grazie al suo Altitudo che la sua sorellina era in possesso dei peccati però non si aspettava che essi prendessero possesso e si potessero materializzare al proprio volere, cosa che era diverso con i suoi due peccati. 

Avaritia socchiuse gli occhi per poi abbracciarsi e ansimando non fissò in maniera alquanto pericolosa Marton.

<Allora bocconcino.... Iniziamo?>

In un lampo, Avaritia si palesò davanti a Marton e con un movimento fluido e deciso della mano le sue unghie strapparono la maglietta, non aveva previsto tanta velocità, in un attimo Avaritia si spostò slanciando e alzando la gamba per poi dare un calcio laterale facendo volare letteralmente  Marton, al che spalancando le braccia e  ridendo, la chioma di piume non iniziò a brillare ed esse si staccarono per poi colpire Marton. Al contatto del corpo esse non solo tagliarono gli indumenti provocando ferite profonde ma anche di tanto in tanto esplodendo. 

<Bocconcino così mi deludi, credevo che eri più forte  per come  il fratellone ha detto  ma a quanto vedo non sei così granché forte.... Che peccato, detesto vincere così facilmente senza una vera sfida>

Prima di cadere, le sue ali lo attutirono e subito dopo Marton passò al contrattacco, aumentando la propria velocità si scagliò verso Avaritia che sorrideva eccitato, cercando di colpirlo con una serie di pugni e calci per poi prenderlo con le  ali e scaraventandolo per terra. Di sicuro qualche danno lo aveva fatto. 

<Non male bocconcino però....>

Avaritia senza un minimo graffio apparve dietro Marton che spostando la testa e sgranando gli occhi non ricevette un pugno alla bocca dello stomaco facendogli sputare sangue per poi aga sciarsi sulle proprie ginocchia riprendendo fiato. Strinse i denti  e appoggiando le mani a terra non spalancò del tutto le ali, gli occhi del suo Altitudo non si strinsero e  le ali iniziarono a pulsare ed emanare una luce scarlatta brillante, squartandosi al massimo le ali si trasformarono in tentacoli dove nella loro punta dei canini si palesavano.

- L'apparenza inganna -  Bakugou Katsuki BNHA x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora