Capitolo 32

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Prima di iniziare chicchi, date un bellissimo sguardo a questo capolavoro! In tutta la sua gloria la nostra Requiem, questo è stato realizzato da un mio carissimo amico (pure la mia prima fanart) e troverete tutti i suoi lavori su Istagram: rock.n.ravern_ovo

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Vi consiglio di dargli un'occhiata e fa anche art a pagamento. Detto questo prima di finire vi avviso che la storia è lunga e ci sono scene violente e gore, inoltre vi invito a leggere ATTENTAMENTE l'angolo me.... Sul serio leggetelo che è IMPORTANTISSIMO, vi lascio alla storia!



La testa di Requiem era annebbiata, non riusciva più a sentire le voci dei peccati, il suo corpo era intorpidito e quando aprì gli occhi la visione era offuscata. S i guardò intorno e non riconobbe il posto, peggio non ricordò neanche che cosa era successo, come se qualcosa fosse stato rimosso dalla sua testa. Sentì dei passi e vide un uomo con la maschera di corvo, se lo studiò per bene però non sapeva chi fosse, l'uomo si avvicinò e la prese per il mento delicatamente spostando alcuni capelli che aveva in volto.

<Come si sente cavia R3QU13M?>

Disse Atamanthis con una delle sue voci più soffici che poteva fare.

<Ca-ca-via?>

<Uhm, forse ho esagerato con il dosaggio. Sai chi sono? Che giorno è? In che mese stiamo?>

Requiem scosse la testa, l'unica cosa che si ricordava era il proprio nome e basta. Gli faceva male la gola per qualche strano motivo aveva tremendamente fame, si poteva sentire il brontolio del suo stomaco per quanto era forte. Un ringhio disperato, un urlo che cerca attenzioni e di certo Atamanthis non avrebbe ignorato tale richiesta. 

Non aveva molto tempo a disposizione, doveva riportare il suo soggetto allo studio prima che il detective si sarebbe accorto oltre al fatto che nella stanza dove erano attualmente ubicati il tempo era diverso da quello del mondo reale e non sapeva con precisione quanto tempo era già passato da quando aveva parlato con Leon e nella sua mente fantasticava all'idea che l'apprendista del suo caro vecchio compagno di avventure, si sarebbe comportato. Però tornò nella sua realtà, guardava la sua preziosa cavia confusa e un senso di superiorità e potenza lo assalì.

<Mia cara cavia, tu sei senz'altro la mia opera prima. Tu sei la chiave per portare al caos questo patetico mondo infestato dalla più terribile delle piaghe, l'essere umano>

La sua voce risuonava come la più armonica e dolce delle sinfonie mentre accarezzava con cura il volto della sua preda, come se ella fosse fatta di porcellana.

<Prima di curarti la tua momentanea amnesia, ho un dono per te piccola mia, avanti seguimi>

Come se gli fosse partito un ordine Requiem scese dal letto e segui Aramanthis, ella si guardò intorno, le pareti erano distorte, il pavimento fatto in marmo che a ogni passo si scuriva e il soffitto era come guardare una costellazione da vicino. Proseguirono per un lungo corridoio decorato da antichi quadri e statue, quelle poche finestre adornate di tende rosse come il sangue facevano vedere solo l'oblio al di fuori di esse, il lungo tappeto del corridoio era soffice al contatto dai suoi piedi nudi. Continuarono in silenzio, Aramanthis davanti a lei che gli teneva la mano dolcemente e Requiem che guardava tutto con curiosità ma con uno sguardo perso nel vuoto fino a che arrivati davanti a quello che sembrava una senza uscita non si materializzo una grande porta di mogano scuro a doppia anta. Atamanthis si fermò e accarezzò dolcemente la testa di Requiem.

- L'apparenza inganna -  Bakugou Katsuki BNHA x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora