capitolo 18

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Levi's pov

Scesi dalla mia macchina, vidi Eren che scansò bruscamente Mikasa,chiedendole scusa subito dopo.

Quando la ragazza si tolse vidi un Eren con le occhiaie peggiori delle mie,gli occhi arrossati ed assonati.

I nostri occhi si incontrarono,mi spaventai quando mi accorsi che il verde delle sue bellissime iridi era spento,un colore triste li regnava.

Lo vidi seguire stanco gli altri nella villa,mi stavo preoccupando seriamente,non lo avevo mai visto in questo stato.

Quando i mocciosi furono distratti presi Eren per un polso chiedendoli se stesse bene.

Lui cercò di riassicurarmi con un sorriso falso ben fatto,chi voleva prendere in giro questo ragazzo?, sé stesso e la gente a cui teneva.

"-LASCIAMI!"

mi urlò in faccia,quando capii che le sue doti d'attore erano fallite miseramente.

"- ne riparliamo dopo"

Lo lasciai dirigendomi dagli altri

Eren's pov

"Vi prego uccidetemi"

Mi ripetevo nella mente

Levi,tra tutti quelli che potevano scoprire come stavo proprio Levi ,eh?.

"-bene ragazzi,sta notte non si dorme!, è la vigilia del compleanno di Eren,quindi divertitevi a fare cazzate in questa enorme villa!"

Annunciò Jean stappando una birra,tutti alle sue parole esultarono.

La mia stanza era enorme,un letto matrimoniale dalle rosse coperte regnava la camera,una porta posta di lato conduceva al bagno,munito di una vasca idromassaggio.

Il pavimento fatto di assi di legno scricchiolava sotto il mio peso,una finestra affacciava sulla piscina dove la maggior parte dei miei amici faceva il bagno.

Qualcuno bussò alla mia porta

"-Eren,muoviti e mettiti il costume"

mi disse Armin dal corridoio.

Mi misi un costume verde che mi lasciava scoperto dal ginocchio in giù la gamba.
Mi guardai allo specchio il torace,i muscoli poco accentuati,i fianchi stretti,ero abbastanza minuto.
Probabilmente queste caratteristiche le avevo prese da mia madre.

Mi misi due dita sull'occhio destro,gli occhi,di quel colore così raro,l'unica cosa ereditata da mio padre.

Mi diressi lungo i corridoi che conducevano al retro con la piscina,evitai la possibilità di incontrare Levi,non volevo parlare di ciò che mi affliggeva.

Urli e schiamazzi provenivano dalle ragazze,che vedendomi si incantarono.

"-oddio perché sono venuto"

Mi maledissi ad alta voce

Mi portai le ginocchia al petto ,mentre mi trovavo sul bordo della vasca,giocherellavo con le dita e rispondendo alle frecciatine di Jean sull' andare in acqua,non volevo bagnarmi.

Chiusi gli occhi rilassandomi,le mie palpebre chiedevano pace e riposo,sentii dei passi che provenivano da dietro di me,ma non mi voltai,ero troppo stanco per farlo.

Fu in quel momento che mi accorsi che la mia testa faceva da tavolino al mento di qualcuno,mentre due braccia forti mi presero il torace scansando le mie gambe portate ad esso.

Un odore di menta che conoscevo fin troppo bene mi innebriò il naso,la mia schiena era a contatto con il petto muscoloso di qualcuno.

"-Levi?"

QUEGLI OCCHI VERDE SMERALDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora