Capitolo 2

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EREN'S POV

L'aria fresca di metà marzo mi accarezzava i capelli castani color cioccolato.
Mi dirigevo a casa del mio miglior amico,Armin,per la festa a cui mi aveva invitato.
Saranno state le otto quando suonai il citofono della villetta bianca di "meloncino",come lo chiamavo scherzosamente io.

-"Ehi Eren,vieni entra ti stavamo aspettando!",mi disse Armin con un sorriso a trentadue denti.

Sorpassai lo stipite di legno chiaro della porta,il mio sguardo si posò sull'arredamento moderno della casa,fino a che le mie iridi smeraldine incontrarono due pozze grigie,avevo paura di cascarci dentro per quanto potessero essere profonde.

Dopo qualche secondo che mi sembrava interminabile,capii che quegl'occhi appartenevano ad un uomo sulla trentina,di qualche centimetro più basso di me,ma con una musculatura possente,da far invidia ad un atleta.

Riportai l'attenzione ad Armin,che nel frattempo si era aggiunto al gruppetto di persone che erano comodamente sedute nel grande salotto dell'abitazione.

-"EREN!"
riconobbi subito quella voce cristallina di Mikasa,che mi abbracciò con una forza da stritolarmi e togliermi il respiro,ma comunque una forza che non fa male,ma ti protegge e riassicura.
Portai le mani sulla sua schiena cercando di staccare quel contatto fisico,mentre gli occhi di tutti i presenti,che conoscevo o meno,erano fissi su di noi.

Una donna di qualche anno più grande di me mi si posò accanto,mise una mano sfacciatamente sulla mia spalla,dando dei colpetti ripetitivi ad essa.
La donna in questione era alta,portava un paio di occhiali quadrati che le incorniciavano il volto allungato.,i capelli bruni erano raccolti in una coda spettinata.

Mi rivolse un sorriso accecante,la prima impressione che mi fece fu "ma questa è fatta"

-"Ciao!,sono Hanji un'amica di Armin,vedo che hai già avvistato quel nanetto scorbutico di Levi prima,sembravate ipnotizzati a fissarvi, fece una risata esagerata.
Alle parole di Hanji Mikasa si irrigidì,lanciando occhiatacce al presunto "Levi".

-"Sì, mi chiamo Eren",risposi accennando un sorriso e scrutando uno ad uno i presenti. Tra quelli che conoscevo c'era Marco un nostro amico,Jean o più semplicemente "faccia da cavallo" che frequentava i miei stessi corsi di chimica,non andavamo d'accordo ogni volta che ci incontravamo ci lanciavamo occhiate scocciate.
Tra i ragazzi c'era anche Sasha,un pozzo senza fondo,si poteva mangiare tranquillamente un intero ristorante e il suo ragazzo Connie con cui ho frequentato le superiori.

Mi sedetti sul bracciolo della poltrona rossa,non feci in tempo a sbattere le palpebre che mi ritrovai Mikasa seduta accanto,Armin che mi porgeva una birra,Jean che mi provocava con battutine odiose e Marco che cercava di farlo smettere,Sasha indaffarata a mangiare gli spuntini e... quell'uomo...come si chiamava?..Levi se non mi sbaglio,seduto con le gambe accavallate che parlava con Hanji.

Qualche minuto dopo Levi si alzò dal comodo posto su cui era adagiato,dirigendosi in cucina per prendere   degli alcolici sotto ordine di Hanji.

-"Eren,potresti andarmi a prendere le chiavi dell'auto?,segui Levi lui sà dove si trova",mi disse Marco.

Bofonchiai qualche parola di rifiuto,ma mi alzai comunque seguendo Levi in cucina,

Dopo qualche passo Levi si girò di scatto dalla mia parte,

-"perché mi segui moccioso?",disse con fare scocciato l'uomo dal taglio di capelli militare.

-"stai tranquillo,mica sono uno stalker,non sò dov'è la cucina quindi ti seguivo..." Dichiarai io con gli occhi che vacillavano al suo sguardo distaccato.
Ci fu un silenzio tombale per un paio di minuti,in cui il mio cervello continuava a ripetere che era una situazione cringe e che dovevo rimanere seduto rifiutando di andare a prendere quelle maledette chiavi!.

Dopo un po' ricominciammo a camminare verso la cucina,lo affiancai...

QUEGLI OCCHI VERDE SMERALDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora