26 CAPITOLO

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Appena Martinus esce dalla stanza mi siedo a terra in un angolo della stanza e mi porto le ginocchia al petto e le abbraccio continuando a piangere, poi penso che ieri ho rimandato, ma oggi penso proprio di averne bisogno, apro i portagioie e prendo la lametta, però la ripongo subito nel portagioie

Io: le fasce cazzo!

Corro in cucina dove mia madre teneva le bende e grazie a dio sono sempre lì, non avevo proprio voglia di ribaltare casa per cercare le fasce e non avevo intenzione di fare come le prime volte, che mi fasciavo con i fazzoletti attaccati con il cerotto fatto a scotch.

Le prendo e prendo anche un pacchetto di fazzoletti, salgo su e chiudo la porta a chiave, metto un po' di musica così che magari non mi vengano a rompere il cazzo proprio ora,

Di solito faccio queste cose di sera così che sono sicura che nessuno mi rompa e in più perché ho tutta la tristezza accumulata nel giorno, non capisco perché a fine giornata è sempre tanta, veramente non capisco, la mia vita è come tutte quelle di milioni di altri adolescenti, però non penso che proprio tutti abbiano tutta la tristezza che provo io, forse alcuni si, gorse anche più della mia, ma altri non sembra proprio.

Mi faccio esattamente 10 tagli, poi metto via la lametta e tampono le "ferite" con il fazzoletto e quando il sangue esce più lentamente mi fascio il braccio, poi riporto tutto giù e torno in camera e inizio a scrivere i miei pensieri su un quaderno, ultimamente lo sto usando tanto, date le ultime scoperte, mi sta aiutando molto, anche se sto piangendo ogni santa volta che scrivo qualcosa.

Appena finisco rimetto via il quaderno, mi metto sul letto e guardo il soffitto, non ho attaccato niente, non è mio solito, nel camper dormivo nel letto sopra e tutta la parte superiore era coperta di scritte che avevo attaccato io, prendo un foglio e penso a cosa poter scrivere ed ecco la genialata! Scrivo e prendo lo scotch e attacco il foglio al soffitto con l'aiuto di un righello dato che sono troppo bassa e quando l'ho attaccato per bene guardo soddisfatta la mia opera d'arte

Fabio: sorellina!

Dice facendo irruzione nella mia stanza

Io: tua madre!
Fabio: dai! Potresti essere più gentile con me almeno una volta, no?
Io: nah, non mi sembra divertente
Fabio: comunque ti va di venire con me alla mia partita di calcio?
Io: e vedere un coglione che insieme alla sua squadra e la squadra avversaria insegue un pallone, devo dire che è il mio sogno di sempre, non vedo l'ora di stare seduta per 90 minuti su degli spalti in cui molto probabilmente ci sono otto cagate di piccione a posto

Dico sorridendo e facendo la finta emozionata

Fabio: non ci sono solo io in squadra
Io: no, serio? Perché te non ti dividi per 11?

Dico con un ironia che mi esce da ogni poro della mia pelle

Fabio: ci sono anche Marcus e Martinus

Coscienza: accetto o non accetto? È questo il vero dilemma
Io: accetto e rischio che pensi che ho una cotta per Marcus o Martinus o declino l'invito e basta? Cosa faccio? Madonna che ansia, ma perché la gente non mi costringe ad andare nei posti e basta?

Fabio: quindi? Vieni o non vieni?

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