8 CAPITOLO

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Io: come hai potuto intuire questa è la camera di mia madre e mio padre e ora a quanto pare è pure di Desire

La stanza è cambiatissima,

Hanno ridipinto i muri di un marrone schifoso e perlopiù ci sono dei glitter che sono pure stesi male, hanno cambiato il letto, c'è una nuova televisione enorme, che occupa quasi tutta una parete e la cosa che fa sembrare sta stanza ancora più una merda, è che non c'è più niente che ricordi la mamma, manco una mezza foto sua,

Esco dalla camera con la voglia di tirare su un casino assurdo, ma è risaputo che la vendetta è un piatto che va servito freddo, mi giro verso Fabio

Io: dove sono le foto di mia madre?
Fabio: vieni con me
Io: vieni Gabri, ti mostro il mio punto di riferimento di vita
Fabio: allora non durerà poi così tanto

Lo faccio girare verso di me con la forza, mi girano i coglioni quando la gente scherza sulle persone che amo e che ho amato

Io: se non vuoi che ti tiri un pugno su quella tua faccia da clown, evita di dire ste cazzate

Mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia, poi gli do uno schiaffetto non troppo forte e nemmeno troppo poco sulla schiena,

Deve capire che non deve fare così o con me rischia che parto.

Fabio va dritto verso il ripostiglio, entra ed esce con tre scatole una sopra l'altra

Io: grazie
Fabio: te le metto in camera?
Io: faccio io
Fabio: ti do una mano

Forse sono riuscita a fargli capire come deve andare la vita con me.

Ognuno porta uno scatolone nella mia stanza, poi caccio gentilmente Fabio da camera mia

Io: ora ti mostro mia madre

Apro una delle scatole e trovo qualche foto sparsa, dei vestiti, qualche porta gioie, controllerò bene dopo tutto, ma ora prendo una delle foto più "recenti" se così si può definire una foto che è stata scattata più di 10 anni fa

Io: guarda!

Dico fiera

Gabri: cazzo siete due gocce d'acqua, tranne per alcuni tratti
Io: sono felice che tu lo dica, mi manca tanto e se avessi anche solo una piccola cosa di lei ne andrei fiera
Gabri: che regali hai ricevuto oggi?
Io: ora te li mostro

Prendo tutte le cose regalate dall'uomo che io fino a ora ho avuto il coraggio di chiamare "padre", ma ora non riesco a vederlo in quel modo, lo vedo soltanto come un bugiardo egoista

Gabri: carini e dentro quella scatola che c'è?
Io: non ho guardato bene, ma c'è un vestito, una collana e una lettera che non ho fatto in tempo e leggere, la leggo ora?
Gabri: siii!

Prendo la scatola che avevo richiuso e alzo pian piano il coperchio accompagnata dal coro di "ohhh" mio e di Gabri.

Prendo il fiocco che avevo messo dentro la scatola e lo metto da parte.

Sarebbe bello se un regalo si rimpacchettasse da solo.

Amo spacchettare i regali, soprattutto perché posso prendermela con la carta

Io: come predetto dentro la scatola c'è una collana in oro con sopra l'iniziale del mio nome

Dico tirando fuori dalla scatola e mostrandola a Gabri

Io: poi c'è una felpa gigante anche questa arancione, tanto perché l'arancione è un colore che odio, no?

Dico ironica mentre tiro fuori anche questa e la mostro in tutta la sua larghezza

Io: e in fine c'è la misteriosa busta da lettere e non per essere ripetitivi, ma anche questa è arancione con un sigillo di quelli fatti con la cera di color salmone che però ho già staccato, la leggo ora?
Gabri: si! Che aspetti?

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