12. Te lo giuro

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"E non ridere, sai?", lascio il cucchiaio scivolare nel brodo. "Non ci trovo proprio niente di divertente; anzi, è una catastrofe".

"Scusa", scoppietta Daniela, le mani sulla faccia per nascondere il volto del tradimento. Io mi dispero, e lei non riesce a trattenersi. Ride. "Credimi, Ros, questo inconveniente è talmente assurdo che solo a te poteva capitare".

"Ma sentila", le sventolo davanti il tovagliolo. "Parli tu, signorina Acquadro, che stai nascondendo un fuggitivo al piano di sotto".

"Veramente, l'accordo per l'affitto è a tuo nome".

"Non mi ci far pensare", sbuffo.

"Ho capito, argomento chiuso. Torniamo alla faccenda che ci sta a cuore", si scuote tutta. "Quindi, Le Fèvre è stato categorico e Aslan il Magnanimo ha acconsentito. Reciterete la parte dei promessi sposi, quando sarete insieme in pubblico. Roba da matti. Ma, vai avanti, lui come ha reagito, dopo la telefonata?".

Mescolo piano il brodo, che avevo servito caldo. Troppe parole, ormai s'è freddato nella ciotola: "Ha reagito come al solito", apro una chiazza d'olio con la punta del cucchiaio. "Decifrare le emozioni di Ömer si rivela ogni volta un rebus. Le Fèvre ha riattaccato, nel frattempo Lu era rientrata in ufficio; alla fine, si è limitato a comandare: fammi sapere di quale evento si tratta, ci vediamo venerdì".

"Non lo ammetterà mai, però freme dal desiderio di toccarti di nuovo".

Il suo odore, la nota di sandalo, le sue braccia forti. Mi ripenso contro quel corpo scolpito, trasportata di peso al fuoristrada, e basta il ricordo a spingermi a togliere il maglione di lana merino che mi avvolge con tanta dedizione. Aslan è meglio di un brodo fumante, in una rigida sera di un anonimo mercoledì di un anomalo dicembre. Riscalda fino a mandarmi in fumo.

"A proposito, Ros, sono anch'io curiosa. A quale evento siete diretti?".

Butto giù un bicchiere d'acqua fresca. "Presenteranno la scuola che è stata costruita nell'Area Ovest della Metropoli, per i bambini poveri che vivono nel quartiere popolare. La Garbure è tra i finanziatori del progetto. Sai, Madame non ha potuto avere figli e ai piccoletti meno fortunati tiene molto".

"Una brava persona, questa Madame. Solo un tantino tocca". Danny rotea gli occhi con espressione buffa. "Un evento mondano ma serio, insomma". Ha finito la cena e io devo ancora cominciare. "Ti servirà un vestito sobrio e non troppo casto, se vuoi che Aslan si ammorbidisca un po'. Sai a chi stavo pensando?".

Faccio di no: "Illuminami, a chi?". Poi, il guizzo. È sufficiente questa semplice domanda per leggerle nel pensiero e rubarle il nome: "Odette!".

"Proprio lei". Mi porge il palmo per battere il cinque. "Sono sicura che sarà felice di farti di nuovo bella. Domani chiamala".

"Quale cinque, vieni qui", raggiungo Danny e l'abbraccio. "Anche se stai cospirando con il nemico, resti la mia migliore alleata".

"Aspetta, cosa ti stai inventando?", mi scansa. "Guardami bene, Rossella Mossetti: io non cospiro con il tremendo Damiano, gli ho soltanto parato il fondoschiena, e una volta soltanto".

"Tanto basta, è vivo".

"Dai, abbracciami come si deve adesso", mi stringe forte. "Vedrai, la tua vita da questo momento prenderà una piega completamente diversa".

Respiro la mandorla dei suoi capelli: "Ti andrebbe un sacchetto di pop corn e il nostro film preferito?".

"Puoi scommetterci".

Ma non sembra essere la serata giusta per Hugh Grant, né per una capra che suona il violino né per June che amava quel giardino e Joseph che le sedeva sempre accanto. Il campanello intona un trillo sinistro.

Crisantemi fritti tutto l'annoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora