Mi agguanta il braccio e stringe, deciso, con i nervi che gli corrono a fior di pelle. È esile, Damiano Re, ma sfodera una stretta capace di farmi male.
"Stai attenta a quello che fai, Rossella", mi intima, dopo essersi assicurato che Daniela abbia già lasciato il salotto. Ci stiamo congedando, ma lui ha evidentemente ancora qualcosa da dirmi. "Non posso perdere l'Agenzia - sussurra, teso - Commetti anche un solo errore e siete rovinati, tu e Aslan".
Alzo il mento, sostengo il suo sguardo: "Gliel'ho già spiegato. Alessandro Aslan è fuori dalla trattativa, smetta di nominarlo".
"Andiamo, Ros?". Vedo Daniela aprire la porta e voltarsi nella nostra direzione. Temporeggia, la mano sulla maniglia, in attesa che la raggiunga. Sorrido, cercando di non far affiorare al viso la rabbia sinora trattenuta, che mi preme agli angoli della bocca e rischia di prendere forma in una smorfia: "Signor Re - inspiro - può tenersi le sue minacce", e così dicendo libero il braccio dalla presa con un strattone. "In rovina ci sta finendo lei, mi pare, e può solo ringraziare la sua meschinità".
Damiano si porta le braccia ai fianchi. È strano non vederlo avvolto da colori accesi e stampe vivaci. Sembra un altro. China il capo, lo scuote: "Allora, mettiamola così: stai attenta e non farti scoprire da Aslan. Rischi grosso con lui".
"Può darsi". Allungo la mano, lo sguardo rivolto altrove. Re la osserva di sottecchi, poi con un moto di stizza me la stringe. Ha capito la mossa: la mia amica ci sta guardando, va tenuta all'oscuro delle tensioni dell'accordo e non occorre piacersi, quindi finga e basta.
Un palmo freddo, il suo, mi provoca fastidio: "Abbiamo un patto adesso - recito a voce alta - Vedrà che nei prossimi giorni procederemo con le necessarie scartoffie e avrà modo di conoscere il nuovo socio. Un tipo che ama le sfide: accetterà, ne sono certa. Salveremo l'Agenzia Re".
E su e giù, cornici del proclama, le nostre mani ondeggiano davanti a Danny, che tace sconcertata. So cosa si sta chiedendo: per tutti i solidi ionici, che succede? Da quando tra Rossella Mossetti e Damiano Re è stata issata bandiera bianca, e poi perché? Non spetta, forse, ad Aslan e a Corrado l'ingrato compito di risolvere la crisi dell'azienda?
Damiano Re non sembra convinto, mi fa segno di avvicinarci alla porta. A Daniela. "Stiamo a vedere", i suoi occhi chiari si fanno stretti. "Un buon giocatore d'azzardo, e io lo sono stato, sa che è il banco ad avere sempre maggiori probabilità di vincere. Aspetta a esultare, Rossella. Sentiamoci domani".
Un piccolo volteggio, di nuovo l'occhiata insistita su Danny, e Damiano, il pavone del mayurasana, ci lascia sole sul pianerottolo.
Anzi no, un colpetto di tosse e degli orecchini da pirata oscillano nell'aria. Appoggiato al muro, ci sta aspettando Leonardo. "Baby, hai dimenticato la valigia sul furgone", indica il trolley che tiene dal manico. Poi, solleva una borsa di plastica: "E questo lo butto?".
Il mappamondo in pezzi. Mi fiondo sulla tuta mimetica: "Fermo! Questo è mio - porto la busta al petto - Devo ripararlo, lo farò presto".
"Ma non ti stanchi mai di sprecare energie dietro alla roba vecchia?".
"E tu non ne hai abbastanza di noi, per oggi? Non devi scendere a giocare alle impennate con il motorino, Leo? Adesso, Ros, torniamo a casa". Daniela afferra il trolley, dà a Leonardo una pacca sulla spalla e, sottobraccio, mi conduce di sopra.
Scalino dopo scalino, siamo finalmente nel nostro appartamento. Corro a stendermi, pancia in su, sul divano. "Ah, quanto mi è mancato!". Abbraccio i cuscini tutti in una volta, lascio cadere le scarpe sul pavimento, e solo adesso, qui e solo qui, chiudo gli occhi pieni di pianto.
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Crisantemi fritti tutto l'anno
Storie d'amoreSeguito di Crisantemi fritti a colazione (Vincitore Wattys 2020). Quella non era una verità come tutte le altre. Cosa avreste fatto voi, se foste stati al mio posto? Avreste aperto la lettera oppure ve la sareste dimenticata, fingendo di non sapere...