Il capo abbandonato all'indietro, un gomito contro il finestrino e la mano affondata tra i riccioli neri. Gli basta vedermi comparire in strada e, in un attimo, si ricompone. Palmi sul volante, una scrollatina alla giacca di velluto, è tornato il compassato ragazzo che conosco. Yuri mi saluta, anticipando il mio buongiorno con un sonoro colpo di clacson. Che volete, è il suo tic. Sorride e con un dito spinge su, alla base del naso, gli occhiali da vista, e quella viziosa montatura tartarugata.
Non devo fare altro che buttarmi sul sedile a fianco e guardarlo, per ritrovare il buonumore. Sento già la mia bocca disegnare una piccola "u" da rivolgere attorno.
"Santo cielo, Rossella, e quello cos'è?".
Come non detto: con noi, c'è Delia. Lascio che le mie gambe scivolino sotto il cruscotto, e che la leggerezza ritrovata si incunei lì, sulla punta degli alluci.
Davvero, voi non potete sentirla, ma vi assicuro che la voce dell'angelico volto della Garbure urta i timpani come unghia sul vetro. Ci mancava solo lei - mi rigiro un grumo di zucchero sulla lingua -, ci mancava la bella Delia per cominciare questa nuova giornata che, me lo sento, potrebbe anche concludersi peggio. Ma cosa può capitare di peggio di uno svenimento?
Comodamente appollaiata sui sedili posteriori, Delia allunga il suo collicino etereo, per infilzarmi con lo sguardo accigliato da fotoromanzo con cui punta, di solito, il mio collega. Adesso, però, la sua attenzione è concentrata solo su di me: "Hai un bernoccolo proprio al centro della fronte, te ne sei accorta?" insiste, quasi divertita.
"Taci, te ne prego", succhio quel che resta dello zucchero, che dovrebbe rinfondermi vigore, e sbatto con forza la portiera della berlina. Caspita, il rimedio contro l'abbassamento di pressione, l'accidenti che mi fatto cascare ai piedi di Corrado, sta già facendo effetto.
Conciarini, il nostro chaperon per un giorno, mi osserva perplesso: "Calmati, Ros. Servite entrambe a Madame, e tutte intere", mi rivolge l'occhiolino. "Se ti può servire, c'è dell'ottimo prosecco nel bagagliaio".
"Prosecco, ancora?", rido. "In effetti, il prosecco è stato la salvezza di Madame... Dimmi, Yuri, hai per caso una storia seria in corso e la stai tenendo segreta? Altrimenti, tutto questo vino non si spiega".
Butto un'occhiata verso Delia. S'è ammutolita di colpo e ci osserva, perplessa: "Di cosa sta parlando?", gli ammicca seducente. "Esci con qualcuna?". Di' cheese, mia cara: un'altra te lo sta soffiando, e tu eri impegnata a sezionare il mio bernoccolo.
"Non proprio". Yuri ingrana la quinta e per un attimo mi sembra di volare su queste quattro ruote, pronta a librarmi sopra pensieri e preoccupazioni. La testa mi duole, ma io provo a non sentire. Intanto, i giri del motore salgono, insistono, e io mi limito a restare in ascolto, sono tutta e soltanto orecchi.
Sono svenuta ai piedi di Corrado Sermenti, non vi pare sciocco? Il fatto è che pensare che Aslan stia per rientrare nella Metropoli, così da un giorno all'altro, mi toglie forze, mi svuota. Quale pace, invece, riesce a infondermi questo rumore che sa di decollo. Il pedale dell'acceleratore della berlina sta intonando, lungo il raccordo, un inno di libertà che non avevo mai considerato prima.
Chilometro su chilometro, la mia mente spiega ali che sentivo tarpate. Finché Delia non si fa avanti, un'altra volta: "Aspetta - mi ticchetta sulla spalla - Possiamo coprire il bozzo con un po' di trucco. Porto sempre tutto l'occorrente in borsetta", e la sento frugare nella stoffa.
"Non ti sembra un po' esagerato, Delly?", cerca di calmarla Yuri.
"Ma cosa vuoi saperne tu, Damerino? Rossella potrebbe incontrare l'uomo dei suoi sogni, oggi per puro caso, e come si farà trovare? Con un bernoccolo tiepido in faccia e il muso lungo! Credetemi, la fortuna va aiutata".
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Crisantemi fritti tutto l'anno
RomanceSeguito di Crisantemi fritti a colazione (Vincitore Wattys 2020). Quella non era una verità come tutte le altre. Cosa avreste fatto voi, se foste stati al mio posto? Avreste aperto la lettera oppure ve la sareste dimenticata, fingendo di non sapere...