MARCUS
Nel corridoio, il mormorio degli astanti, si spense nell'istante in cui varcai la soglia della sala del Consiglio. Il re dei Lìosalfar, in piedi davanti a me, mi lanciò uno sguardo sprezzante e dovetti trattenermi nel non mollargli un pugno in faccia.
<<Il Magister adesso può ricevervi.>> Dissi con tono freddo prima di incamminarmi lungo il corridoio e lasciandomi tutto alle spalle.Nel momento in cui svoltai l'angolo del corridoio, mi sentii cogliere da un terribile capogiro e per un attimo persi l'equilibrio. D'istinto allungai la mano verso la fredda parete di pietra strizzando gli occhi e quando li riaprii il capogiro era passato.
Aggrottai la fronte confuso, sentendomi addosso una strana sensazione.
Non sapevo che cosa pensare e lo trovavo parecchio strano, considerando il fatto che io non mi ammalavo mai e che la testa mi girava solo dopo essermi scolato qualche bicchiere di whisky, ma questo capogiro, era decisamente un'altra storia.Deciso a non farmi condizionare troppo l'umore, più di quanto non lo fosse già, ripresi a camminare verso le scale e di nuovo fui colto da un diverso e potente capogiro. Questa volta persi l'equilibrio e caddi a terra, sbattendo violentemente la schiena e la testa sul pavimento in marmo.
Il dolore fu lancinante e mi stordì.
"Merda... ma cosa diavolo mi stava succedendo?"
Mi portai una mano alla testa e sbattei più volte le palpebre, cercando di scacciare via le sgradevoli vertigini che mi comprimevano il cervello e mi scombussolavano l'intestino, ma senza ottenere alcun risultato.Mi piegai da un lato e a stento riuscii a trattenere un conato di vomito. Il cuore cominciò ad aumentare i suoi battiti e la vista divenne sfocata.
Inizialmente pensai di essermi procurato una sorta di commozione celebrare, ma poi le mani, ad un tratto, si accesero di una luce dorata e un calore intenso si propagò per tutto il corpo. Sotto il sottilissimo strato di pelle, il fuoco sacro scorreva lungo le vene trasmettendomi una potente sensazione che mi fece prigioniero. Era come se fossi in preda ad un'estasi che mi si diffondeva per tutta la muscolatura del corpo.Conoscevo l'effetto che il potere aveva su di me ma questo era molto, molto più potente. Mi cresceva dentro e mi spingeva a desiderarlo come fossi un drogato in astinenza.
Vittima del suo richiamo, non avevo la volontà per contrastarlo, né l'intenzione di reprimerlo, ma solo l'irrefrenabile desiderio di liberarlo. Le miei molteplici emozioni, in lotta tra loro, rischiavano di collidere e il cuore ormai batteva così forte da sentirlo in gola, nelle orecchie, pronto a esplodermi.In una frazione di un attimo mi sentii possedere da qualcosa di estraneo, ma allo stesso tempo così familiare e poi... la sentii, come parte di me, come fosse un arto o un organo di cui non puoi fare a meno per sopravvivere.
Calde lacrime mi sgorgarono dagli occhi per quell'inaspettata esperienza.
<<Melissa.>> Sussurrai appena tra i denti con la gola serrata.
Sentirla in quel modo mi fece provare un'emozione così intensa da rimanerne spiazzato."Oddio! Com' è possibile!"
Dentro la mia testa irruppe la sua voce sgomenta. Più chiara, nitida dell'ultima volta. Sembrava che mi avesse appena sussurrato nelle orecchie e dopo troppi anni, finalmente, ciò che avevo ardentemente desiderato, mi veniva concesso in un modo così inaspettato che m'immobilizzai.
Sentimenti confusi si affollavano e si accavallavano nella mia mente e il terrore mi governava la psiche come un tiranno spietato, ed erano pensieri e sensazione estranee, che non mi appartenevano del tutto perché di fatto non erano mie, ma erano sue... di Melissa.
Che cosa le stava capitando?Poi, ad un tratto, arrivò il dolore, quello fisico... lacerante, agonizzante, che ti squassa il corpo. Sembrava che stessi bruciando.
Mi piegai su me stesso nel tentativo di trattenerlo.<<Aaaah!!! >> Il mio urlo e il suo straziante che mi perforò il cervello alimentarono un oscuro e insidioso terrore che prese il sopravvento. Una morsa gelida e spietata mi attanagliò il cuore.
Non riuscivo a muovermi, a respirare, era come se improvvisamente tutta l'aria di cui era intrisa Neverseasons era stata risucchiata via. Non riuscivo più nemmeno a pensare con lucidità e un desiderio di morte occupò la mia mente, sperando che con la sua falce d'argento e il suo tocco gelido, mi trascinasse via nell'abisso della notte eterna.
"Uccidimi!"
La sentii urlare disperatamente e la mia testa sembrò esplodere mentre quella richiesta dava voce a tutto ciò che desideravo. No, che desiderava lei.
<<Ma...cuus!!>> Gridò qualcuno.
<<Marc... senti?... Mar... >> Una voce distorta, ovattata, mi giungeva nelle orecchie, ma ero troppo prigioniero del dolore per potergli prestare la dovuta attenzione.
<<Non è... Mar... la volontà.>> Urlava, mentre io continuavo a bruciare, bruciare e bruciare.
<<Presto...>>
Ebbi la sensazione che il buio mi avvolgesse con le sue fredde braccia e poi, ad un tratto, come se qualcuno avesse azionato un interruttore, non sentii più nulla. Niente dolore, desiderio di morte né la sua voce. Scioccato e confuso con la fronte imperlata di sudore sbattei le palpebre più volte e lentamente il viso del Magister prendeva forma davanti ai miei occhi.
<<Che cazzo è successo?>> Chiesi sollevando la schiena, ancora con addosso la sgradevole sensazione del fuoco.Lo sguardo accigliato del Magister mi scrutava scupolosamente. <<Enpathos.>> Bisbigliò.
Non sapevo se avesse ragione o meno, perché quello che avevo sentito sulla mia pelle era stata un'esperienza unica, mai provata fino ad ora. Se si fosse trattato di quello, avrei solo dovuto sentire i suoi pensieri, e percepito i suoi sentimenti, non quel dolore atroce sulla pelle, come se lo stessi vivendo davvero. Con un nodo alla gola, mi sollevai il bordo della maglietta sino al petto e, abbassando la testa, controllai quanto grave ero messo ma non trovai nulla, nessuna ferita né bruciatura. Eppure ero sicuro che stessi bruciando. Deglutii sentendomi un idiota.
"Ma che diavolo..."
Abbassai la maglietta e mi alzai da terra troppo velocemente e barcollai per il violento capogiro.Mi sentii afferrare per un braccio. <<Ehi amico, stai bene?>> Mi chiese una voce familiare. Strizzai gli occhi e alzai la testa incrociando lo sguardo di Daemon, il rappresentante dei mutaforma. Dietro di lui altri rappresentanti facevano più o meno la stessa cosa.
Annuii <<Si.>> Mormorai e Daemon lasciò la presa sul mio braccio.
Guardai il Magister, adesso in piedi davanti a me. <<Devo andare.>> Lo informai comunicandogli con lo sguardo tutta la mia intenzione.Lui annuì con la testa senza aggiungere altro. Allungai il passo e m'inoltrai verso le scale.
Dovevo assolutamente andare da Melissa per capire cosa diavolo le fosse successo. Perchè era evidente che qualcosa era accaduto e sperai che nessuna mostruosità le stesse facendo del male o peggio l'avesse uccisa. Quel pensiero mi fece serrare la gola. Non osavo nemmeno immaginare in che modo sarei riuscito a sopportarlo, non potevo nemmeno pensare ad un'esistenza senza la sua.
L'avrei salvata ad ogni costo e dopo l'avrei tenuta per sempre al sicuro, con me.
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Prescelta - Il Risveglio (In stesura)
Fantasy#1 Libro della serie. La copertina è stata realizzata da @StefyAr La vita di Melissa viene sconvolta quando la madre muore in un "incidente" stradale. La dolorosa perdita la costringe a chiudersi in se stessa e ad isolarsi dagli altri. Il padre, qu...