54. COMPROMESSO

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MARCUS

Nel momento in cui le avevo espresso le mie intenzioni, fui quasi tentato di rimangiarmi tutto, ma poi pensai alla promessa che mi ero fatto non molto tempo fa e decisi che, nonostante tutto, era giusto ciò che stavo facendo. Lei meritava tutto il tempo che chiedeva, in troppi gliel'avevano negato dal momento che avevano già preso le decisioni al posto suo e anche se questo avrebbe comportato un prolungamento della mia agonia, dove ogni ora, minuto e secondo non erano nient'altro che una lunga, dolorosa, estenuante attesa, non potevo permettermi di essere egoista... Non con lei.

Ero consapevole che questa mia decisione avrebbe comportato delle conseguenze, facendo infuriare tutti i Difensori, se non tutta la comunità magica, ma in questo momento non me ne poteva importare niente di loro. Melissa era più importante di qualsiasi cosa e avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per tenerli lontano da lei, avrei sempre messo lei e i suoi bisogni al primo posto, dopo la sua sicurezza naturalmente.

E a proposito di questo cominciai a valutare l'idea di metterla al corrente dei rischi che correva. Ero sicuro che presto, molto presto, i Difensori avrebbero trovato il modo di portarla a Neverseasons con o senza il suo consenso, compreso Katherine che avrebbe di sicuro incoraggiato le loro azioni convinta che fosse il modo migliore per tenerla al sicuro, perciò sarebbe stato corretto avvisarla per prepararla a quell'eventualità. A nessuno importava veramente di ciò che voleva lei, io ero l'unico, ed era per questo che sarei stato quello che lei aveva bisogno che io fossi.

Fu questo a convincermi di metterla in guardia. Se io fossi stato impegnato in qualche missione che mi avrebbe tenuto lontano da lei, o nel peggiore dei casi, fossi stato espulso dal Consiglio, impedendomi di respingere ogni tentativo di intrusione da parte di qualche cacciatore, lei avrebbe saputo come agire. Così cercai di trovare le parole giuste, senza però spaventarla. <<Devi però sapere che gli altri non saranno così comprensivi con te.>> Le confidai.

Lei corrugò la fronte palesando la sua incomprensione. <<Gli altri?>>

Annuii un paio di volte. <<Si, i Difensori. Sono cacciatori addestrati per proteggerti.>>

<<Cacciatori!?>> Un'ombra di terrore le affiorò sul viso.

Assentii lentamente. <<Esatto, ma non quel tipo di cacciatori che credi tu. Sono individui speciali, dotati di poteri diciamo... particolari.>>

<<Sono come te?>>

<<Intendi stregoni?>> Lei annuì. <<Solo alcuni.>> Risposi.

Una leggera ruga le increspò la fronte e spostò lo sguardo, senza però posarlo davvero da qualche parte. Sembrava che stesse riflettendo su qualcosa o piuttosto stesse trafugando tra i suoi pensieri ingarbugliati. Mi domandai cosa l'avesse distratta. Ad un tratto i suoi occhi scattarono sui miei e la leggera ruga si fece più marcata. <<Hai detto che vogliono proteggermi.>>

Mi limitai ad annuire nonostante sapessi che non le sarebbe bastato.

<<Proteggermi da chi? E per quale assurdo motivo dovrebbero farlo?>>

Cercai di ricordare più o meno le stesse cose che le aveva scritto sua madre su quella lettera, sperando che le parole familiari le giungessero meno terrificanti.

<<C'è qualcuno che ti dà la caccia da un bel po', qualcuno che non si creerà alcuno scrupolo pur di ottenere ciò che brama da secoli.>>

<<Cosa vogliono?>> Il suo tono di voce non nascondeva l'urgenza di avere informazioni.

La mia mente, senza volerlo davvero, elaborò l'immagine di lei priva di vita e una fitta di dolore mi colse in pieno petto. Certo, lei non poteva saperlo, non ancora, ed io non ero ancora pronto a rivelarle l'amara verità. Almeno finché lei non avesse ricordato quel tanto che bastava per non traumatizzarla ulteriormente.

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