MELISSA
Alex, all'interno del bosco, nella semioscurità, si muoveva con così tanta sicurezza da sembrava che si trovasse nel suo ambiente naturale, come se il bosco fosse la sua casa e non un terreno ostile. Io invece, inciampavo e scivolavo di continuo, anche se lui tutte le volte mi sorreggeva, senza mai lamentarsi.
L'umidità del bosco e il freddo pungente poi non aiutavano, per non parlare delle bende bagnate che si erano incollate alle mani ormai congelate. L'unica fonte di calore proveniva dal polso stretto nella mano di Alex. Mi domandai come facesse a non morire di freddo con addosso solamente una semplice maglietta strappata.
Non avevo idea da quanto tempo camminavamo, sapevo solo che
non ero più in grado di sostenere il suo passo che era tre volte il mio. I miei piedi cominciavano a urlare pietà e i muscoli delle gambe a bruciare da impazzire. Chissà dove mi stava portando! E quanto ancora dovevamo camminare?<<Ci siamo quasi.>> Mi avvisò, come se mi avesse letto nel pensiero. Per me, fu un sollievo sentirglielo dire.
<<Dove stiamo andando?>>
<<In un posto sicuro.>> Si limitò a rispondere.
Chissà perché era così cripto e taciturno! Probabilmente era convinto che non lo potessi capire, invece riuscivo a farlo completamente, come se quella lingua straniera fosse diventata improvvisamente la mia lingua madre. Ancora adesso faticavo a comprendere questo strano ed enigmatico avvenimento.
Sollevai lo sguardo all'orizzonte e notai i primi segni di civiltà: Tetti di case e lampioni accesi.
Mi assalii il panico, per la paura che i miei sospetti fossero fondati.
Strattonai il braccio per fargli mollare la presa, ma lui non era per nulla intenzionato a lasciarmi il polso.<<No, aspetta.>> Lo intimai bloccandomi sul posto e costringendolo a fermarsi. <<Non voglio tornare a casa, ti prego.>> Lo supplicai.
Lui si girò dalla mia parte ed io alzai la testa per poterlo guardare meglio negli occhi. <<Non ti sto portando a casa, ti ho fatto una promessa.>> Disse serio. <<E intendo mantenerla.>> Mi fissava come se volesse comunicarmi tutte le sue buone intenzioni. Era sincero, i suoi occhi non mentivano. <<Perché è così difficile per te fidarti di qualcuno?>>
Chiese, sinceramente interessato.La sua domanda mi colse di sorpresa e abbassai gli occhi. Al contrario di quanto lui potesse pensare io ero sempre stata un tipo che si fidava della gente, riuscivo sempre a vedere il buono, mai le cattive intenzioni, ma ultimamente mi ero fidata delle persone sbagliate e questo un po' mi aveva cambiata.
Mio padre, Kate e persino Tommy mi avevano tradita. Come potevo adesso fidarmi di lui? Di un perfetto estraneo? Di un ragazzo dall'umore altalenante?<<Dai, andiamo.>> Disse infine, spezzando quel breve silenzio che si era creato tra noi e subito dopo riprese a camminare trascinandomi con se.
Questo ragazzo sembrava avere la capacità di leggermi dentro, come se mi conoscesse nel profondo. Cominciavo a pensare che forse, dopotutto, potevo davvero fidarmi di lui.
Quando superammo l'ultima fila di alberi che ci separa dalla strada, mi lasciò il polso per poter scavalcare il guardrail. Sentii subito la mancanza di quel contatto e un brivido di freddo mi attraversò la schiena."Melissa"
Improvvisamente udii nella mia testa una voce profonda e sussultai.
"Melissa"
Mi voltai di scatto per controllare che nessuno mi avesse trovata, ma non vidi nessuno.
"Melissa torna a casa." Di nuovo quella voce.
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Prescelta - Il Risveglio (In stesura)
Fantasy#1 Libro della serie. La copertina è stata realizzata da @StefyAr La vita di Melissa viene sconvolta quando la madre muore in un "incidente" stradale. La dolorosa perdita la costringe a chiudersi in se stessa e ad isolarsi dagli altri. Il padre, qu...