23. UN BRUTTO PRESENTIMENTO

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MARCUS

<<Nooo!>> Gridai nel buio, disperato, sollevandomi dal letto tutto sudato e ansante.

Libero dall'incoscienza, mi guardai intorno col timore di vedere quegli schifosi succhiasangue portare via Melissa, ma non c'era nessuno.

La leggera penombra che avvolgeva la stanza in cui adesso mi trovavo, mi permise di realizzare che ero nella mia camera da letto, circondato solo dalle mie cose.

Tirai un sospiro di sollievo, anche se la mia mente era ancora avvinghiata a quello stupido sogno.

La fresca sensazione dell'impotenza di non essere riuscito a salvarla in tempo mi schiacciava il petto. Da giorni non avevo fatto altro che sognare sempre la stessa cosa e per giorni mi convincevo che era solo il riflesso delle miei paure più profonde. Non poteva essere altrimenti, io non avevo la capacità di prevedere il futuro, quello lo potevano fare solo le Guardiane.

Scesi dal letto e indossai i pantaloni della tuta, mentre il respiro si faceva più regolare. Tutte queste pressioni mi stavano facendo impazzire: Jordan, Melissa, l'antidoto, i Demoni...
Quando sarebbe finito tutto questo? Questa continua lotta tra bene e male durava ormai da così troppo tempo, che anche le speranze cominciavano a vacillare, inoltre, era come se tutti si fossero dimenticati del loro vero obiettivo, vivevano le loro vite e svolgevano il ruolo assegnatogli imprigionati in una continua routine, in attesa che qualcosa cambiasse.

Io, dal canto mio, vivevo solo nella speranza che Melissa riuscisse a sopravvivere e che alla fine avremmo potuto recuperare i giorni andati perduti.

Mi avvicinai al cassettone, tirai dal secondo cassetto una t-shirt nera e la indossai prima di controllare il telefono. Katherine non mi avevo ancora inviato nessun messaggio e cominciai a preoccuparmi sul serio. Erano già passate alcune ore da quando le avevo mandato nel suo studio il sangue di Jordan, possibile che non era ancora stata in grado di capire come creare l'antidoto?

Abbandonai il telefono sul comodino e imboccai il corridoio. Avevo bisogno di qualcosa di fresco per calmare i nervi. Scesi le scale e andai in cucina.
La casa era avvolta nel silenzio e illuminata appena dalle prime ore dell'alba. Era da tanto che non godevo di questa tranquillità che quasi ne rimasi stupito.
Dov'erano finiti tutti quanti?
Sapevo che Raphael, Kyle e Hlíf erano di turno, probabilmente si trovavano nel seminterrato per tenere sotto controllo le incursioni dei Demoni, mentre Alex aveva portato Jordan a Neverseasons dove sarebbe stato più al sicuro, ma non avevo idea di dove fossero tutti gli altri Difensori.

Mi avviai in cucina immersa nella semioscurità e andai ad aprire il frigorifero. In quel momento avvertii una presenza alle miei spalle, ma non ebbi bisogno di voltarmi per capire che si trattava di una Valchiria. Era difficile, se non impossibile ignorare il loro potere divino.

<<Problemi d'insonnia?>> Chiese Hlíf con voce gentile.

<<Potrei farti la stessa domanda.>> Borbottai mentre afferravo una bottiglia di latte.

<<Avevo bisogno di una pausa.>> Rispose lei, mentre prendeva posto su uno sgabbello.

Chiusi lo sportello con il gomito e posai la bottiglia sull'isola al centro della cucina. <<Novità?>>

<<Nessuna. E tu?>>

<<Nessuna.>> Risposi nella stessa maniera, aprendo la lavastoviglie e tirando fuori un bicchiere.

<<Probabilmente si sarà dovuta occupare del Vampiro prima di dedicarsi all'antidoto.>>

Versai il latte nel bicchiere e uscii dalla cucina. Hlíf mi venne dietro.

Prescelta - Il Risveglio (In stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora