42. I CAPRICCI DEL CUORE

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MELISSA

Rapita completamente da lui non ero nemmeno certa di ciò che stavo contemplando, perché adesso i suoi occhi avevano assunto una tonalità più luminosa, di un blu zaffiro e sembravano ardere come fiamme.

Tremai quando una scossa elettrica si prolungò lungo la schiena e una sorta di energia mi accendeva tutti i sensi. Era una sensazione così piacevole, appagante e unica che non riuscivo a resisterle. Avvertivo dentro di me un calore intenso, come se il sangue che scorreva nelle vene, si fosse improvvisamente trasformato in un liquido incandescente e il mio corpo veniva percorso da forti vibrazioni, scosso da qualcosa di potente che cresceva dentro di me. Ebbi persino la sensazione di sentire il terreno tremare sotto i miei piedi.

<<Dannazione!!>> Sentii Alex imprecare senza capire bene il motivo per cui lo stesse facendo, privata di ogni volontà non riuscivo a distogliere lo sguardo da quello del ragazzo. I suoi occhi erano sorpresi e una ruga gli marcava la fronte liscia, come se qualcosa lo turbasse.

<<Melissa guardami! Melissa!!>> Mi sentii strattonare violentemente e poi qualcosa mi oscurò la vista, spezzando quella sorta di incantesimo di cui ero prigioniera.

Ci misi un po' a realizzarre che si trattava del petto di Alex. Alzai gli occhi sui suoi e lo guardai contrariata.
<<Melissa, ascoltami!>> Mi riprese nuovamente, ma questa volta con un tono più gentile, pacato. Il mio cuore capriccioso lottava contro sentimenti contrastanti ed io non sapevo più a quali dare ascolto. <<Dobbiamo andare.>> Alex cercava di persuadermi, ma io avevo l'urgenza di ritrovare quel ragazzo.

Ad un tratto il suono assordante della moto si annullò. Probabilmente il ragazzo lo aveva messo a tacere.

<<Toglile subito le mani di dosso!>> Gli urlò sprezzante.

Alzai lo sguardo su quello di Alex e gli vidi una strana luce attraversargli gli occhi, poi l'azzurro delle sue iridi si accesero come due fari e ne rimasi sconvolta. Non poteva essere vero, forse lo stavo solo immaginando.

La mano di Alex scivolò sul mio braccio e le sue dita mi afferrarono il polso. <<Vieni andiamo.>> Disse, trascinandomi via con se lungo il guardrail.

<<Lei non va da nessuna parte con te.>> Replicò furioso quel ragazzo alle nostre spalle.

Mi voltai a guardarlo confusa e lo vidi saltare giù dalla sella e adagiare il casco sulla tanica di metallo con un atteggiamento per nulla rassicurante.

Notai subito del sangue essiccato sulle sue nocche e questo mi preoccupò. Avanzò di un passo con gli occhi infuocati, inchiodati su Alex.
Era alto, più di quanto avessi immaginato e il suo viso era perfetto nonostante in quel momento era marcato dalla tensione. Ma cosa c'era in questa città? Una sorta di attrattiva per ragazzi super sexy e perfetti?

<<Non ti azzardare a fare un altro passo.>> Lo intimò il ragazzo a denti stretti. Sussultai, mentre Alex si bloccava sul posto.
L'aria si era fatta improvvisamente pesante, riuscivo a percepire la tensione ovunque. Corrugai la fronte incapace di comprendere tutto quell'astio. Il loro atteggiamento era inconcepibile, soprattutto perché riguardava me, che per loro ero una perfetta estranea, oppure no?

Alex si frappose tra me e quel ragazzo. <<Altrimenti che fai?! Mi spacchi la faccia? Vuoi che lei ti veda nel tuo stato peggiore?>> Gli urlò contro.

Perché Alex si comportava in quel modo? Come se quel ragazzo fosse una minaccia, qualcuno da tenere lontano?
Eppure io non vedevo niente di pericoloso in lui, nonostante ogni cosa nel suo atteggiamento e nel suo aspetto facesse pensare il contrario. Forse ero solo abbagliata dalla sua bellezza e dal fascino che emanava, in ogni modo lui mi piaceva in un modo che non pensavo possibile.

<<Ci sono persone che non andrebbero mai fatte incazzare... ed io sono una di quelle, dovresti saperlo ormai.>>

Mi affiancai ad Alex e puntai lo sguardo sul ragazzo che teneva i pugni stretti lungo i fianchi come a voler trattenere tutta la rabbia che aveva dentro. I suoi occhi erano duri, impenetrabili e letali. Ebbi come l'impressione di averli già visti in quel modo. Concentrata, indagai a fondo tra i miei ricordi e alcune immagine si rifletterono sui miei occhi come uno specchio colpito dalla luce.

<<Tu vuoi lei!!>> Mentre i suoi occhi blu cominciarono ad ardere a causa del potere che li rendeva più luminosi, fluorescenti. <<Ma sai esattamente che non te la concederemo facilmente e così avrai delle perdite, ti indebolirai e alla fine ti sconfiggeremo comunque. Devi ammetterlo, il nostro esercito è molto più numeroso del tuo, quindi a meno che tu non voglia rischiare a tal punto, ci consegnerete l'amuleto e di vostra spontanea volontà ve ne ritornerete all'inferno.>>
Una risata acuta e agghiacciante rimbombò in un'eco infinito intorno alla radura.

Il respiro mi si spezzò in gola.
Cos'era stato? Un ricordo, un sogno o un invenzione generata dal mio cervello?
Mi rifiutavo di accettare qualsiasi risposta, ma non riuscivo a togliermi dalla mente un nome che echeggiava persistente, come un eco:
Marcus, Marcus, Marcus...

Possibile che fosse il nome del ragazzo che avevo davanti? Era assurdo solo pensarlo, eppure dentro di me sentivo che era così.
Strizzai gli occhi e mi costrinsi a tornare al presente.

Sentii Alex sospirare esasperato. <<Non vuoi proprio capire, non è così?>>

Continuavano a discutere lanciandosi fulmini e saette con gli sguardi, io mi sforzavo di capire cosa diavolo stesse succedendo tra loro. Sembrava che stessero facendo una gara per dimostrare chi avesse più testosterone.

<<Capire cosa? Che stai cercando ti portarmela via? Dopo tutto quello che ho sofferto, che ho dovuto passare e sopportare, adesso, proprio tu, vuoi tenerla lontana da me? Perché Alex? Perché mi stai facendo questo?>>

Lui cosa? E poi io, non ero mai stata sua! Anche se in quel momento lo avrei desiderato da impazzire, non potevo assecondare la mia pazzia o i miei desideri più profondi. Così mi constrinsi a credere che stavano sicuramente parlando di qualcun'altra, oppure... ero io che stavo vivendo la vita di un'altra? No, era impossible!

Mi voltai verso il ragazzo che sino a qualche minuto prima mi aveva scombussolato la mente e fatto provare un desiderio sconosciuto.
<<Alex>> Lo chiamai per attirare la sua attenzione. <<Di cosa sta parlando?>>

<Già Alex, perché non provi a spiegarglielo? E già che ci sei prova a spiegarlo anche a me, perché proprio non riesco a capire.>>

Alex serrò la mandibola e assottigliò lo suardo. <<Io non ti devo niente!Perciò adesso vattene, e se ci tieni davvero a lei devi lasciare che la porti in un luogo sicuro e tranquillo.>>

<<Non te lo permetterò, e tu questo lo sai.>>

<<Perché non lasci che sia lei a decidere?>>

A quel punto non ne potevo più della loro lite insensata. Ero stufa dei loro modi di fare e soprattutto ero stufa di non avere risposte. <<Basta!>> Sbottai esaspetata. <<Io non devo decidere un bel niente! Tutto questo deve finire!>> I due ragazzi si ricambiavano sguardi infuocati e nessuno dei due sembrava intenzionato a cedere. <<E per una buona volta, mi volete spiegare cosa diavolo sta succedendo?>> Poi mi soffermai a guardare il ragazzo di cui mi sentivo attratta incondizionatamente. <<E tu, chi sei? E cosa vuoi da me?>>

Il ragazzo indietreggiò di un passo, come se avesse appena ricevuto un pugno in piena faccia. Con la fronte corrucciata mi fissava con occhi increduli.
Adesso, della sua spalvaderia non vi era più nessuna traccia.

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