16. INCOMPRESA

120 10 0
                                    

MELISSA

La mattinata proseguii meglio di quanto mi aspettassi, nonostante dovevo ogni volta correre a nascondermi dentro le aule.

Di quel ragazzo bellissimo avevo perso ogni traccia. Non lo incontrai mai più in giro e forse era stato meglio così. Non volevo fare con lui la figura della scema più di quanto non ero già riuscita a farlo.

Adesso, a mensa, preferii passare del tempo nel parcheggio della scuola, quello destinato al personale scolastico, nascosta tra due auto, seduta sul cordolo di un aiuola.
Avrei voluto cercare Tessa per chiarire con lei, ma le circostanze non me lo avevano permesso.
Almeno speravo di poterla incontrare prima che terminassero le lezioni, anche se avevo la sensazione che sarebbe stata un'impresa impossibile.
In questa scuola era come cercare un ago in un pagliaio per quanto fosse grande. Era davvero strano come una piccola città come questa, potesse ospitare una scuola così grande piena di ragazzi. Ma poi, da dove sbucavano fuori?

Sbuffai scoraggiata, mentre il mio stomaco non la smetteva di brontolare dalla fame. Mi ripromisi che l'indomani avrei messo qualcosa da mangiare dentro lo zaino e avrei trovato un posto sicuro dove poter mangiare perchè non potevo permettermi di buttarmi a capofitto dentro la tana del leone! Ero sicura che quei ragazzi mi avessero aspettata al varco.
Già li vedevo appostati davanti l'entrata della mensa in attesa che mi facessi viva.

Mentre aspettavo che la campanella suonasse cominciai ad sentirmi addosso una strana sensazione.
Non riuscivo a spiegarmelo, ma mi sentivo irrequieta.
Decisi di giocare con i lacci delle scarpe, tanto per ammazzare il tempo e distrarmi, ma dopo un po' iniziò a piovere e a quel punto fui costretta ad uscire allo scoperto.
Mi guardai intorno e quando vidi dall'altra parte del parcheggio alcuni alberi, mi rifugiai di corsa sotto una di quelle chiome.

Più il tempo passava più tremavo, non avevo idea di quanti gradi ci fossero, ma la temperatura doveva essere molto bassa. Mi sentivo le mani e i piedi congelati, i denti non facevano che battere e ogni respiro si condensava in una nuvola di fumo. Desiderato rientrare a scuola, ma la paura era più forte di quella tentazione, perciò infilai le mani dentro le tasche del giubotto e scivolai lungo il tronco, sedendomi sulle radici che affioravano dal terreno, in attesa della campanella.

Potevo prendermela solo con me stessa. Se solo fossi stata molto meno impulsiva adesso non mi sarei trovata in queste condizioni.

Ad un tratto, provai una strana sensazione, come una sorta di forza attrattiva e sollevai lo sguardo davanti a me. I miei occhi si fermarono verso una sagoma immobile in lontananza, che sostava accanto a un albero.
Non riuscivo a scorgerlo con precisione a causa della pioggia e della foschia, ma ero quasi certa che si trattasse di un ragazzo. Al pensiero che fosse Tommy mi sentii morire.
Strizzai gli occhi nel tentativo di schiarirmi la vista e accertarmi che fosse davvero lui, ma quando li riaprii, non lo trovai più.

Per un attimo il pensiero che lo avessi solo immaginato mi attraversò la mente, nonostante fossi quasi del tutto certa di avere visto qualcuno in quel punto. Magari si era nascosto per tendermi un agguato oppure stavo solo diventando paranoica. Non facevo altro che vedere cose che non esistevano, ero messa proprio male!

Per fortuna il suono della campanella bloccò il mio cervello prima che potesse cominciare a divagare pericolosamente. Mi alzai di fretta e raggiunsi l'entrata della scuola, costringendomi a dimenticare ciò che era appena successo.

Al piano di sopra, a metà corridoio, quando il mio sguardo catturò quello delle cheerleaders, voltai subito le spalle e cominciai a correre dalla parte opposta, sperando che non si fossero accorte della mia presenza. Quando svoltai l'angolo, andai a sbattete violentemente contro qualcosa di duro e freddo. Il contraccolpo mi fece sobbalzare all'indietro e persi l'equilibrio. Con i battiti del cuore accelerati mi preparai all'impatto, ma una gelida stretta al braccio mi spinse in avanti e mi ritrovai la faccia a pochi centrimetri dal petto di qualcuno dal profumo agre, ferroso, che mi investii le narici.

Prescelta - Il Risveglio (In stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora