MELISSA
Durante tutto il tragitto verso casa, Kate mi parlò della piccola città immersa completamente nel verde, popolata da 1.250 anime, la cui economia era basata principalmente sull'agricoltura e il legname. La città era stata fondata nel 1764, e prendeva il nome dall'omonimo lago chiamato appunto Honor.
Mi accennò della nuova scuola che avrei frequentato: la Honor Lake High School. Dove io, la nuova arrivata, sarei stata una novità.
Mi sentivo morire.
Essere la ragazza nuova significava avere gli sguardi di tutti puntati addosso e per una come me, sempre attenta a passare inosservata, era già una tortura il solo pensiero.
Solo quando Kate spense il motore, davanti alla saracinesca bianca di un garage, capii di essere arrivata a destinazione.
<<Eccoci arrivate.>> Mi confermò, mentre estraeva le chiavi dal cruscotto e apriva la portiera.
Slacciai la cintura e scesi dall'auto.
Kate andò dietro il portabagagli, mentre io mi soffermai ad ammirare la sua casa circondata da un prato all'inglese ben curato, illuminato dalla luce proietta dai vicini lampioni della strada.
Mi era difficile pensare che quella sarebbe stata la casa in cui avrei trascorso una parte della mia vita.
Una casa in cui nulla mi sarebbe stato familiare.Le mura erano di un rosso sbiadito e il tetto, a doppio spiovente, era ricoperto da tegole scure.
In un attimo, i miei occhi percepirono un movimento sull'angolo del tetto e notai che un gatto nero mi stava fissando. O almeno così sembrava, perché seduto sulle zampe posteriori aveva il corpo ritto rivolto dalla mia parte.I suoi occhi, come due fari accesi nel buio della notte, brillavano e mi attraevano a loro come una forza magnetica, mentre una piacevole sensazione s'impossessò del mio corpo.
Probabilmente perché quel gatto mi riportò alla mente Nerone: il gatto di cui mi era presa cura sino a qualche anno fa, ogni qualvolta io e la mia famiglia ci recavo sull'isola di Capraia, dove trascorrevamo gran parte delle vacanze estive.
Avevo sempre creduto che fosse nato lì ma non ne ero certa.
Il nostro era stato un incontro casuale. Lo avevo trovato intrappolato dentro una logora e vecchia rete di pescatore vicino la Torre del porto, salvandolo sicuramente da morte certa.Da quel momento era diventato il mio gatto, almeno fino a quando un giorno sparì definitivamente. Non avevo idea di cosa gli fosse accaduto, ma ricordavo di avere pianto per tutta l'estate per la sua scomparsa pensando al peggio.
Nel paese, non tutti tolleravano la presenza dei gatti.
Alcuni, pensavano portassero malattie altri addirittura sciagure, soprattutto quelli neri.
Non sapevano, invece, che portavano fortuna.
Me lo disse un giorno la mamma:
"Nelle civiltà antiche il colore nero del suo manto era semplicemente il colore della notte stellata, simbolo della dea Iside, dea della fortuna o del limo, portatore di fertilità e vita".<<Melissa!>> Mi sollecitò Kate, distogliendomi dai miei pensieri. <<Mi daresti una mano?>>
Mal volentieri distolsi lo sguardo e raggiunsi Kate. <<Non Sapevo che avessi un gatto.>> le dissi mentre l'aiutavo a sollevare la valigia, pensando che fosse suo.
<<Infatti non ne ho.... a parte quello sulla porta.>>
Aggrottai le sopracciglia confusa.
<<Ora lo vedrai.>> accennò un sorriso, divertita.
Quando faceva così, giuro, non la sopportavo.
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Prescelta - Il Risveglio (In stesura)
Fantasy#1 Libro della serie. La copertina è stata realizzata da @StefyAr La vita di Melissa viene sconvolta quando la madre muore in un "incidente" stradale. La dolorosa perdita la costringe a chiudersi in se stessa e ad isolarsi dagli altri. Il padre, qu...