22. UNA PESSIMA NOTIZIA

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MELISSA

Al mattino, nel momento in cui aprii gli occhi, mi accorsi che qualcosa nella stanza era cambiato.
Non era l'arredamento, né le pareti o il soffitto, erano i colori, così luminosi, intensi e vivi. A renderli tali era quel raggio di sole che filtrava attraverso le tende che con la sua luce chiara inondava la stanza, illuminando persino il pulviscolo sospeso nell'aria.

Strizzai gli occhi e sbattei le palpebre più volte per cercare di capire se fosse più o meno un'altra allucinazione, ma tutte le volte che lo facevo non cambiava mai nulla, quello che stavo vedendo era reale e non potevo crederci.  Il sole finalmente aveva deciso di concedersi in tutto il suo splendore.

Mi sollevai la schiena per mettermi seduta, il mal di testa era scomparso così come il dolore alla faccia, ma non i sensi di colpa.... Quelli non mi avevano mai abbandonato e per tutta la notte avevano popolando i miei sogni non proprio tranquilli. Il pensiero di dover affrontare un'altro giorno da schifo non mi entusiasmava, ma non avevo alternative.

Balzai dal letto e mi precipitai alla finestra, spalancandola.

L'aria fredda del mattino mi investì improvvisamente, dandomi una piacevole sensazione e, davanti ai miei occhi increduli, il mondo prendeva vita: Il fogliame degli alberi, i prati, i tetti delle case e tutto sotto un cielo di un azzurro magnifico.

Tutto il panorama era pervaso da quella luce calda e avvolgente che metteva in risalto ogni tipo di sfumatura. Tutto era incredibilmente perfetto.

Scesi al piano di sotto e trovai Kate impegnata al telefono in una conversazione animata e naturalmente era già vestita. Indossava un paio di jeans scuri e un semplice dolcevita rosso che la faceva apparire molto più giovane. Era splendida.

<<Adesso devo andare.>> Disse, liquidando in fretta l'interlocutore non appena si accorse della mia presenza. <<Ehi, come ti senti oggi?>> Mi chiese prima di andare ad aprire il frigorifero.

<<Bene... il mal di testa è passato.>>

<<Perfetto!>> Esclamò entusiasta con il sorriso sulle labbra. <<Così posso portarti un po' in giro a visitare la città.>>

Pensai che fosse un ottima idea, in effetti non avevo ancora avuto l'opportunità di farlo. Magari avrei potuto trovare un bel posto dove andarmi a rifugiare di tanto in tanto, per allontanarmi dalle pressioni quotidiane.

<<Mi sembra un' ottima idea.>> Risposi con un mezzo sorriso sulle labbra.

Kate tirò fuori dal frigo un brick di latte e lo versò sulla solita tazza verde marcio che gliela strappai subito dalle mani. <<Grazie.>> Dissi, prima di infilarla nel microonde.

L'idea che fosse sempre lei a prepararmi ogni mattina la colazione non mi piaceva e, nonostante i miei vani tentativi di persuaderla, continuava a farlo, perciò dovevo sempre agire d'astuzia. Aveva già fatto sin troppo per me e poi diamine, non ero più una bambina!

Kate spalancò gli occhi. <<Ehi!>> Protestò. <<Questo è un colpo basso! >>

Sorrisi <<Lo so.>>

Avere accanto qualcuno come Kate era bello, ti faceva sentire importante, amata e soprattutto riusciva a portare nella tua vita quel po' di spensietatezza che non guastava mai.

Quando finii la colazione ritornai in camera e mi costrinsi a mandare un messaggio a mio padre che non sentivo dal giorno della mia partenza.
Staccai il cellulare dal filo elettrico e lo accesi. Non appena lo schermo s'illuminò ricevetti quindici telefonate perse e tre messaggi.

"Com'è andato il tuo primo giorno di scuola?"

"Perchè non rispondi al telefono? È successo qualcosa?"

Prescelta - Il Risveglio (In stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora