38. RICHIESTE D'AIUTO

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MARCUS

Entrai in casa e mi chiusi la porta alle spalle, mentre i miei occhi si posavano sul viso familiare di una donna niente male, seduta sul divano del mio soggiorno. Aveva un aspetto familiare. Hlìf, con gesti meccanici, stava depositando sul fondo del camino dei ceppi di legna per ravvivare il fuoco.

<<Vi prego, dovete aiutarmi.>> Stava dicendo la donna, mentre io avanzavo nella sua direzione. Più la osservavo più avevo la netta sensazione di averla già vista da qualche parte. La studiai attentamente nel tentativo di accendere il ricordo. I lunghi capelli ondulati di un nero corvino le scivolavano lungo le spalle e i suoi occhi verdi spiccavano sulla pelle ambrata. Era bella, sexy col blue jeans fasciato sulle gambe toniche e l'attillata maglia rossa che le metteva in evidenza i muscoli delle braccia.

<<Non è così semplice come possa sembrare... >> Le stava dicendo Hlíf, mentre gli occhi verdi della donna si posarono su quelli miei.
Il ricordo di lei affiorò nella mia mente e finalmente riconobbi quella donna. Era l'Amazzone che avevo conosciuto all'Otherside Club. Ma che diavolo ci faceva a casa mia?
<<Dovremo convocare una riunione, organizzare le truppe e... >>

Corrugai la fronte <<Tu!?>> L'accusai, mettendo a tacere Hlíf. <<Che diavolo ci fai a casa mia?>>

L'Amazzone si alzò in piedi con fare spavaldo. <<Non mi hai lasciato altra scelta.>> Sentenziò in tono arrogante.
<<E non dirmi che anche questa volta non è la serata giusta. Tu hai il diritto di aiutarci, c'è un'alleanza che devi rispettare.>>

Mi sfuggì un ghigno. <<Ma davvero!? Dì alle tue Regine che se vogliono reclamare qualcosa devono rivolgersi al Consiglio, non a me.>>
Ed era davvero strano che non l'avessero già fatto. Eppure Elisea si trovava a Neverseasons due giorni fa.
<<Tu fai parte del Consiglio o sbaglio? >> Per un attimo, lei abbassò gli occhi, mostrando una sorta di vulnerabilità, o era senso di colpa?

<<Le cose non funzionano in questo modo. Le tue Regine non ti hanno forse informata?>>

Distolse lo sguardo. <<No.>> Rispose quasi mortificata.
Eppure era strano che non l'avessero fatto. Conoscevano molto bene le regole. Si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, un tentativo di celare una sorta d'imbarazzo. <<Allora mi aiuterai o no?>> Insistette. Nella sua voce colsi una sfumatura d'inquietudine che cercava di nascondere.

<<Certo che ti aiuteremo.>> Rispose Hlíf al posto mio che sino a quel momento se n'era stata in disparte.

<<Non spetta a te decidere.>> Le ricordai, scoccandole un'occhiata contrariata. <<E in ogni modo abbiamo questioni più importanti a cui pensare.>>

<<Non sai nemmeno di cosa si tratta.>> Mi rimbeccò l'Amazzone.

<<Proprio non vuoi capire!?>>
Stavo cominciando a perdere la pazienza. La sua insistenza era snervante.

<<Non ho tutto questo tempo per chiedere udienza.>>

<<Esilea è stata a Neverseasons, per quale motivo non ha avanzato lei la richiesta?>>

L'Amazzone non rispose e qualcosa nel suo sguardo m'insospettì, inducendomi a pensare che non fosse stata mandata qui dalle sue Regine e probabilmente nè Miria nè Esilea sapevano che lei fosse qui.

Mi sfuggì un sorriso scaltro. <<Ma guarda un po'!>>La sbeffeggiai. <<A quanto sembra loro non sanno che tu sei qui.>>

<<Marcus, adesso smettila!>> Mi redarguì Hlíf. <<Non è questo l'atteggiamento giusto, ha bisogno del nostro aiuto e noi glielo daremo. Fine della storia.>>

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