MARCUS
Un vento settembrino, increspava l'immensa distesa d'acqua, resa nera dal riflesso grigio delle nuvole sul cielo di Falmouth. Fischiava al passaggio, spettinandomi i capelli e insinuandosi tra le fronde dei faggi del bosco. Me ne stavo seduto sulla pedana umida del molo, con le gambe penzoloni, contemplavo quella solitudine intrisa nel paesaggio. Venivo qui spesso, a cercare un po' di pace e a riflettere.
Avevo passato le ultime ventiquattrore ore da schifo e adesso
mi sentivo come un naufrago dopo una tempesta, in balia delle onde, disorientato e indeciso sul da farsi.Il rito di sepoltura era stato doloroso e anche se sapevo che un giorno avrei nuovamente incontrato le mie sorelle Vera e Akira, non sopportavo l'idea che fossero morte per mano degli Infernali.
Alex si era precipitato a casa mia dopo il rito di sepoltura e aveva preteso che gli consegnassi il Grimorio di Melissa.
Mi ero opposto con tutto me stesso, per niente al mondo avrei permesso di fare uscire quel tomo da casa mia. Soprattutto con i giro i Demoni.
Avevo promesso di custodirlo e consegnarlo personalmente, così inevitabilmente, eravamo entrati in collissione, prendendoci a pugni.Era la prima volta che litigavamo in quel modo e ad ogni pugno che mi assestava, avvertivo in lui così tanta rabbia nei miei confronti che ne rimasi profondamente ferito. Che cosa gli avevo fatto per farmi odiare in quel modo?
Stavo per superare il limite, scaraventargli addosso il potere che non ero riuscito più a trattenere, quando Alex fu costretto a confessarmi che Katherine ne aveva bisogno per Melissa e quello bastò a farmi cedere.
Se Katherine aveva bisogno di quel Grimorio, significava solo una cosa: Presto Melissa avrebbe saputo la verità.Avrei preferito dirglielo io, portarla qui nella mia tenuta e raccontarle ogni cosa, ma ero terrorizzato della sua reazione. L'ultima volta non era proprio andata come le altre e per un attimo avevo creduto che non mi amasse più. Qualcosa era andato storto, non avrei commesso di nuovo lo stesso errore. Così gli consegnai ciò che voleva senza aggiungere altro e lui mi diede la cura per Jordan.
L'unica cosa positiva era stata proprio la sua guarigione. La cura aveva funzionato e lui presto sarebbe tornato tra di noi dopo la sua completa convalescenza.
Un formicolio alla nuca mi avvisò dell'arrivo di un cacciatore e quando sentii i passi leggeri riverberare sopra la passerella in legno, mi costrinsi a mantenere la calma. Non ero ancora pronto a tornare in carreggiata, avevo bisogno di schiarirmi le idee e trovare una soluzione ai molteplici problemi.
<<Come stai?>> Chiese l'ultima persona che in quel momento avrei voluto vedere: Hildr.
<<Tu cosa ci fai qui? Forse, non sono stato abbastanza chiaro l'ultima volta?>> Fissavo l'orizzonte pronto ad accogliere gli ultimi raggi del sole prima di abbandonare quel posto.
La sentì sospirare. <<Non sono qui per quello.>> Disse, prendendo posto accanto al mio. <<Volevo solo assicurarmi che stessi bene.>>
<<Come se t'importasse davvero.>> Mormorai, prima di mettere in chiaro, una volta per tutte, le cose tra di noi. Dovevo farle capire che era davvero tutto finito. <<Ascolta Hildr, quello che c'è stato tra me e te... >>
<<Lo so, Marcus. Ho capito.>> Mi fermò, prima che potessi continuare la frase.
<<Questa l'ho gia sentita.>> Mi voltai a guardarla. Nei suoi occhi risplendeva un riflesso sinistro. <<Ma non vuoi accettarlo, non è così?>>
Alzò il volto e il suo sguardo si fissò al cielo senza dire una parola. Per un attimo mi domandai a cosa stesse pensando, anche se forse potevo intuirlo. Aveva perso la sua unica via di fuga e adesso avrebbe dovuto convivere col dolore e sopportarne tutte le conseguenze.
Erano rari i cacciatori in grado di sopravvivere al potere che le si sprigionava ogni volta che liberava le sue emozioni. Trevor ed Io eravamo stati due di questi. Eravamo immuni e non avevo idea del motivo, nè in che modo eravamo riusciti a respingerlo, nessun libro o Grimonio lo spiegava e anche Hildr ne era all'oscuro.<<Credo che ritornerò nel Valhalla.>> Esordì dopo un lungo silenzio. <<Non ha più senso per me restare qui.>>
Aggrottai la fronte. <<Non puoi abbandonare i Difensori.>>
Si portò le mani sotto le cosce e posò i suoi occhi sui miei. <<Perché? Nessuno può impedirmelo.>>
<<Odino non ne sarà molto contento.>> Le feci notare.
<<Riuscirò a convincerlo. Posso portargli più guerrieri di quanto siano in grado di fare le mie sorelle e lui questo lo sa bene.>>
<<E del tuo giuramento che cosa n'è stato?>>
<<Era nei confronti di Zaira, non certo per sua figlia.>> Replicò indispettita, prima di mettersi in piedi.
<<Perché ti comporti in questo modo?>> Ero davvero curioso di saperlo. <<Cosa ti ha fatto lei per meritate tutto il tuo odio?>>
<<Sai già la mia risposta.>>
<<No, invece.>> Mi alzai anch'io in piedi. <<E non può essere solo per ciò che non è dipeso da lei.>>
<<E invece si!>> Sbottò improvvisamente. <<Se fosse andata a Neverseasons, come le avevo suggerito, anziché buttarsi tra le tue braccia, le cose sarebbero andate diversamente per tutti noi.>>
Corrugai la fronte confuso. <<Che cosa!? Quando le hai parlato?>>
L'ultima volta che c'eravamo incontrati era stato al Luna Park. Avevo notato nel suo sguardo una profonda tristezza e percepito qualcosa di strano in lei, ma lo avevo attribuito a ciò che era venuta a conoscenza. Possibile che fosse turbata per qualcosa che le avesse riferito Hildr?<<Non ha più importanza ormai, non credi? Il fatto qui è un altro Marcus: lei metterà sempre al primo posto i suoi interessi. Non è quella che pensi che sia. Non rischierà così tanto per dei completi estranei, ed io lo so per certo.>>
<<Ma di cosa diavolo stai parlando?>>
Lei distolse lo sguardo come se in qualche modo si sentisse colpevole per qualcosa. <<Non ha più importanza.>>
<<Lo ha per me!>> Le ringhiai contro. <<Maledizione Hildr, perché per una buona volta non mi dici tutto quello che sai?>>
<<Vuoi la verità!? E va bene! >> Mi urlò in faccia. <<Le avevo offerto una via di fuga e indovina un po'!? Lei ha preferito restare a casa sua, nonostante sapesse cosa le sarebbe successo. Non voleva abbandonare la sua vita, sono state queste le sue parole. Perciò mettiti il cuore in pace, non si unirà mai a noi.>>
Non poteva averle risposto in quel modo, se ci fosse stata per lei un via di fuga dalle menzogne della sua famiglia e la possibilità di restare con me per sempre, non si sarebbe fatta sfuggire l'occasione. Se aveva risposto in quel modo di certo era perché non fosse a conoscenza di tutto. D'altronde io non ne avevo avuto il tempo.
Ora però sarebbe stato tutto diverso.
<<Le cose cambieranno quando le spiegherò ogni cosa.>>Le sfuggì una risata amara. <<Sei così ostinato... In ogni modo io non sarò qui ad assistere al grande evento.>> Replicò sarcastica, prima di voltarmi le spalle. <<Addio Marcus.>>
S'incamminò lungo il molo e rimasi a fissarla sino a quando scomparve all'interno del bosco. Il suo addio mi aveva lasciato un amaro in bocca e
frustrato, mi portai una mano tra i capelli.Avrei voluto fermarla e convincerla a rimanere nonostante i nostri continui litigi, le sue continue accuse e tutti i tentativi che aveva fatto nel tenerla lontana da me, ma era troppo orgogliosa per rimangiarsi la parola. Forse, soltanto una persona sarebbe stata in grado di farla ragionate, anche se al momento era maledettamente infuriata con me, ma dovevo quantomeno provarci. Infilai le mani dentro le tasche dei jeans e m'incamminai lungo il sentiero che portava verso casa.
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Prescelta - Il Risveglio (In stesura)
Fantasi#1 Libro della serie. La copertina è stata realizzata da @StefyAr La vita di Melissa viene sconvolta quando la madre muore in un "incidente" stradale. La dolorosa perdita la costringe a chiudersi in se stessa e ad isolarsi dagli altri. Il padre, qu...