43. TRADIMENTO

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MARCUS

Mi sentivo stordito, ferito e incredibilmente destabilizzato nel momento in cui lei pronunciò quelle domande. Eppure ero quasi del tutto certo che mi avesse riconosciuto. Lo avevo avvertito nel momento in cui i nostri sguardi si erano intrecciati risucchiandomi in un'altra dimensione, dove esistevamo solo noi. Possibile che si rifiutasse di accettarlo? Che volesse solo negarlo a se stessa? Mi fissava con disprezzo, eppure riuscivo a percepire il suo desiderio, la sua attrazione nei miei confronti.

<<Rispondimi!>> Tuonò e il suo sguardo si accese di una luce dorata.

La magia scorreva in lei come una potente energia che ai miei occhi la rendeva ancora più bella. Privato della mia volontà non riuscivo più a ragionare lucidamente. Tutto di lei mi attraeva come fosse un magnete, come se la mia esistenza dipendesse da lei, come se lei fosse aria per i miei polmoni.
La desideravo da impazzire, in un modo che non pensavo possibile, niente di paragonabile a quello che avevo provato in tredici anni.
Più la guardavo, più non riuscivo a resisterle. Avrei voluto dirle che volevo tutto di lei, ma sapevo che quelle parole sarebbero solo servite ad allontanarla ancora di più da me, ed io non potevo permettere che accadesse. Cercai di valutare attentamente ogni singola parola, ma poi, alla fine, il mio cuore parlò al posto della mente.
<<In fondo al tuo cuore sai già chi sono.>> Le risposi cauto. <<E voglio solo portarti al sicuro.>>

Una ruga profonda le marcò la fronte e i suoi splendidi occhi cercavano di sondare ogni mia singola parola. I suoi piccoli denti affondarono sul suo labbro pieno e quel gesto mi mandò il sangue alla testa.
"Cazzo, quanto era provocante!"

<<Al sicuro? Non capisco, al sicuro da cosa?>>

La sua voce dolce e la sua disarmante ingenuità riuscirono a toccare le corde della mia anima che bramava la sua come un assetato disperso in un deserto arido e sabbioso. Avrei voluto colmare tutti i suoi dubbi, mettere ordine a tutta la confusione che adesso le stava affollando la mente, ma non avevo idea del modo in cui avrebbe reagito e non volevo metterla in pericolo attirando su di lei gli Infernali che non aspettavano altro di averla. Mi sforzai di valutare le parole, non potevo permettermi margini di errore.

<<Riempirò ogni tuo dubbio, promesso, risponderò ad ogni tua singola domanda, ma non qui, non adesso.>>

Colsi nel suo sguardo diffidente una luce nuova, diversa e capii di avere aperto un breccia nella sua coscienza. La stavo persuadendo, ci ero molto vicino, dovevo solo ponderare le parole, quelle che l' avrebbero portata a intraprendere la scelta giusta.

<<Probabilmente non lo ricordi, ma l'ultima volta che ci siamo visti ti feci una promessa.>>
Allungai un passo verso di lei, seguendo il gardrail e muovendomi più lentamente possibile, cercando di mostrarle le miei buone intenzioni. <<Qualunque cosa sarebbe accaduta ti avrei ricordarto chi sei, e adesso che sei qui, ho intenzione di rispettarla, se solo mi concedessi una possibilità.>>

La luce nei suoi occhi si affievolì e la sua determinazione vacillò, sospirò e abbassò gli occhi.

<<Melissa, non farlo.>> La voce di Alex attirò la sua attenzione, che si voltò a guardarlo. Questo mi mandò in bestia. <<Se adesso andrai con lui, niente sarà più come prima.>>

<<Stanne fuori, Alex!>> Gli ringhiai contro, sprezzante. Avrei voluto scaraventarmi contro di lui e prenderlo a pugni sino a quando non l'avessi messo a tacere per sempre.
Lo vidi serrare la mascella e subito dopo inchiodarmi con lo sguardo balzando in avanti.

<<Alex, no.>> Melissa lo trattenne per un braccio e solo in quel momento notai il pezzo di stoffa stretto intorno alla sua mano. Cosa diavolo le era successo? <<Devo andare con lui, mi dispiace ma io... io sento di doverlo fare.>> Disse, mentre io provai una sorta di soddisfazione nel gustare quella vittoria.

<<E così, alla fine, hai deciso di fidarti di lui?>> Nella voce tormentata di Alex c'era delusione.

<<È di te che mi fido.>> Replicò lei e il mio cuore fu trafitto da un milione di coltellate e in bocca sentivo il sapore amaro del tradimento. <<E adesso vorrei che fossi tu a fidarti di me.>>

Melissa lo implorava con lo sguardo e lui ricambiava guardandola come se lei fosse una gemma rara e preziosa, come se lei fosse tutto per lui, come se ai suoi occhi non esistesse nient'altro che lei. Corrugai la fronte, confuso da ciò che stavo osservando. Da quando erano diventati così intimi? Eppure agli occhi di lei era un estraneo tanto quanto lo ero io.
Alex non lasciò il suo sguardo nemmeno per un istante cercando di trasmetterle la sua determinazione. In quel momento, una consapevolezza dolorosa si face strada dentro di me e spalancai gli occhi, nel momento in cui compresi ciò che stavo osservando.
Alex era innamorato di lei.
Ma come era potuto accadere?
Mi rifiutavo di crederlo possibile. Non poteva proprio lui farmi questo. Cercavo di scacciare via dalla mente quel pensiero, eppure non riuscivo a farlo. Come un tarlo si era insidiato così in profondità che era quasi impossibile estirparlo. Poi ricordai la discussione avvenuta tra lui e Hlìf, il tormento di lei, la strana telefonata che avevo ascoltato dalla terrazza della mia camera da letto e collegai tutto.

<<Solo se mi prometti che non prenderai decisioni avventate.>>
Lei annuì, poi Alex infilò la mano dentro la tasca dei jeans e tirò fuori un biglietto. <<Tieni, nel caso in cui ne avessi bisogno.>>

Melissa prese il biglietto e l'osservò, subito dopo le spuntò l'ombra di un sorriso, prima di sollevarsi sulle punte delle scarpe per poggiare le sue meravigliose labbra sulla sua guancia. Serrai i denti, quel gesto inaspettato e troppo intimo, m'infastidii più del dovuto.

<<Grazie.>> Sussurrò e lui le sorrise debolmente, mentre una luce nuova, che conoscevo bene, gli attraversò lo sguardo: Desiderio, ecco che cos'era.

<<Dobbiamo Andare.>> La esortai spinto dall'esigenza di allontanarla da lui.
Lei era mia e soltanto mia. Nessuno avrebbe mai potuta averla. Il solo pensiero che qualcun' altro potesse solo sfiorarla mi mandava in bestia.
Melissa si voltò a guardarmi con lo sguardo affilato.
<<Sarà meglio per te che mi dirai tutto ciò che voglio sapere.>>

Ecco la mia Melissa, arrabbiata, tenace, coraggiosa e sexy da morire.

Annuii e sollevai l'angolo delle mie labbra in un sorriso compiaciuto prima di allungare la mano per aiutarla a scavalcare il guardrail. Lei ignorò deliberatamente il mio gesto e oltrepassò la banda di acciaio fissandomi con sguardo duro. Sapevo che era solo una facciata perché dentro di me, in ogni cellula del mio corpo, sentivo ciò che provava nei miei confronti, la forte attrazione che cercava di reprimere. Era come un radar che emanava onde elettromagnetiche in tutto l'isolato, investendomi completamente.

<<Come preferisci.>> Farfugliai tentando di nascondere la fitta di dolore allo stomaco. Melissa allungò il passo e mi superò mentre io sollevai lo sguardo incrociando quello di Alex. <<Sarà meglio per te che tu stia alla larga da lei.>> Lo avvertii.

<<Dovrà essere lei a volerlo.>>

<<Lo vorrà, credimi, non appena prenderà coscienza di ciò che ci unisce.>>

<<Lo vedremo.>> Replicò aspramente, prima di voltarsi e sparire nell'oscurità del bosco.

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