45. SENZA VIA D'USCITA

45 5 0
                                    

MELISSA

Il vento freddo della notte mi premeva i jeans sulla pelle, insinuandosi sin sotto lo strato del tessuto, causandomi brivi di freddo e scompigliandomi le ciocche di capelli fuoriuscite dal casco integrale e che, di tanto in tanto, mi frustavano il collo.

In qualunque posto mi stesse portando, mi auguravo che non dovessimo percorrere troppi Kilometri, stare sopra una moto mi metteva una certa ansia e poi c'era davvero troppo freddo.

Forse avrei dovuto dare ascolto ad Alex invece del mio istinto che mi aveva guidata e seguire questo ragazzo chissà dove, solo perché mi attraeva inspiegabilmente.

Ma chi era davvero questo ragazzo di cui non ricordavo nulla se non i suoi meravigliosi occhi blu? E che ruolo aveva avuto nella mia vita? Ancora non riuscivo a capire com'era possibile che fosse proprio lui il ragazzo immortalato in quelle fotografie, come non riuscivo a trovare una spiegazione di come fosse apparso lì improvvisamente.

Con le mani ben strette sul sellino e ignorando la fitta di dolore dovuto alle ferite, mi sforzavo di trovare una motivazione valida, ma oltre a quelle già pensate, nei giorni precedenti, non me ne venivano in mente delle altre. Era sicuramente da escludere una mia perdita di memoria, perché lo avrei saputo, un pessimo scherzo di cattivo gusto da parte di qualche amica, perché nessuna che conoscessi era fissata con i fotomontaggi. Inoltre, nessuno era a conoscenza della mia scatola e mai a nessuno avevo mostrato quelle fotografie.

Mi sentivo soffocare, più cercavo di trovare una spiegazione più sprofondavo in un manto di nebbia, senza riuscire a trovare una via d'uscita.

Era snervante, frustrante e dannatamente irritante.

Sbuffai e la visiera del casco si appannò, aumentando il senso di claustrofobia. Decisi di alzarla e per un attimo mi mancò il respiro per il vento improvviso sulla faccia e per il fresco profumo provenire dal ragazzo che mi stordii. Era intenso e incredibilmente seducente.

Chiusi gli occhi che cominciarono a lacrimare a causa del vento e mi lasciai trasportare dalle sensazioni che stavo provando in quel momento, mentre il mio cuore non la smetteva di scalpitate dentro la gabbia toracica.

Mi sentivo profondamente attratta da lui e nonostante fossi turbata non riuscivo a farne a meno di provare quei sentimenti profondi.

Era assurdo lo sapevo, ma dentro di me, dentro il mio cuore, sentivo di amarlo. Ogni cellula del mio corpo sembrava reagire a lui in un modo per me incomprensibile. Non sapevo se anche lui provasse gli stessi sentimenti, ma dal modo in cui mi aveva parlato e dalla dolcezza e sincerità che avevo scorso nel suo sguardo, avevo intuito che ci fosse molto di più di ciò che aveva mostrato.

E se davvero ci fosse stato in passato qualcosa tra di noi, un qualche tipo di legame, perché non si era mai fatto vivo con me? E soprattutto, se lui era stato così importante nella mia vita, perché non riuscivo a ricordarlo?  E perché mai nessuno non me ne aveva parlato?

Forse avrei dovuto chiedere a mio padre e fregarmene di cosa avrebbe potuto pensare di me. Lui doveva pur sapere qualcosa! Ma qualsiasi risposta mi avrebbe dato, ero disposta ad accettarla? Se fosse stato solo il frutto della mia fervida immaginazione, sarei riuscita a superarlo?
Non sapevo più cosa pensare.

C'erano troppe domande che necessitavano di risposte e troppe cose illogiche per essere tenute in considerazione, compreso lo strano discorso che mi aveva fatto Kate e l'inaspettata lettera scritta da mia madre.  Mi sentivo come se la mia vita ad un tratto mi fosse del tutto estranea, come se non l'avessi mai vissuta veramente, come se mi fossi risvegliata da un sonno durato tutta una vita.

"Non sei pazza, se è quello che stai pensando, Ok?" Le parole di Alex mi ronzarono nella testa ed io cercai di aggrapparmici con tutta me stessa.

Prescelta - Il Risveglio (In stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora