7. ALLUCINAZIONI

181 15 0
                                    

MELISSA

Più tardi, fui svegliata da un insistente ticchettio.

Quando aprii gli occhi una grigia luce spenta riempiva la stanza. Piano piano, la coscienza, mi riportò a galla il ricordo della notte da schifo appena trascorsa.

Nonostante il sogno di quella notte era ormai un ricordo troppo vago che aleggiava nella mente, come un velo che appannava i miei pensieri, mi aveva comunque lasciato dentro un senso d'inquietudine.

C'erano volte in cui la sera speravo di chiudere gli occhi ed essere trasportata nel luogo magico dove due occhi blu mi accoglievano e rendevano tutto così perfetto, ma erano diventate così rare che anche quella speranza cominciava a vacillare.

Frastornata e con gli occhi appesantiti
girai la testa verso l'altra metà del letto in cerca di Kate e mi accorsi che era vuota.

Probabilmente si trovava già al piano di sotto, in cucina, a bere come da consuetudine la sua indispensabile tazza di caffè. Cosa ci trovava poi di così speciale era un mistero! Per me non era nient'altro che una brodaglia, niente a che vedere col caffè espresso tutto italiano.

Perlustrai la stanza e tutto mi appariva estraneo, niente armadio quattro stagioni, niente mensole affollate di libri, ma sopratutto niente ricordi di mia madre... era come se lei non fosse mai esistita.

Sospirai e diedi un'occhiata alla sveglia: i numeri, 06:51 illuminati di rosso, spiccavano sul fondo nero.

Era prestissimo.

Sentii nuovamente quel ticchettio fastidioso, così mi sollevai sui gomiti e girai la testa verso la finestra. Delle ombre scure danzavano sulla tenda e qualcosa sbatteva contro il vetro. Provai una strana sensazione, come una sorta di déjà-vu, ma decisi di ignorarla, mentre scivolavo da sotto le coperte trascinandomi lentamente verso quelle ombre.

In piedi, davanti la finestra a bovindo tirai la tenda: Alcuni rami si muovevano accarezzati dal vento. Le foglie verdi stavano assumendo una colorazione marrone e mi ricordarono dell'imminente arrivo dell'autunno.

Alzai lo sguardo verso il cielo che non prometteva niente di buono. Era gremito di nuvole grigie e nere pronte ad esplodere, proprio come me.

Sbuffai e lasciai cadere le ginocchia sul morbido cuscino imbottito adagiato sulla panca, con lo sguardo fisso sui rami, mentre la mia mente formulava un ricordo.

"Sei bellissima tesoro." Disse mia madre non appena si fermò davanti la casa di Davide.
Sapevo che lo diceva solo perché ero sua figlia, ma sentirglielo dire mi faceva comunque piacere. "Grazie." le dissi mentre lei sollevò la mano e mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Allora, adesso vuoi dirmi su chi hai intenzione di fare colpo?" Chiese facendomi arrossire violentemente. Il fatto che avesse capito che avevo una cotta per qualcuno non mi sorprese. Mia madre aveva un intuito pazzesco. Non potevo nasconderle nulla. "È qualcuno che conosco?" Insistette.
"Mamma, ti prego." La supplicai con lo sguardo.
Parlare con lei di ragazzi era l'ultima cosa che avrei voluto fare. Non che avessi molto da dire, perché di fatto non avevo mai avuto un ragazzo, solo che era pur sempre mia madre e come tutte le madri tendeva a metterti sempre in guardia, soprattutto riguardo al sesso. E io in questo momento non avevo propri nessuna intenzione di ascoltare quel tipo di discorsetto. "Che c'è?!" Sorrise. "Sono tua madre, ho il diritto di sapere chi ha stregato il cuore di mia figlia."
Alzai gli occhi al cielo. "Nessuno ha stregato nessuno, ok? È solo un ragazzo che mi piace, tutto qui."
Sospirò. "D'accordo, ma stai attenta, va bene?"

"Va bene mamma, adesso devo andare." Le risposi cercando di mettere fine a quella conversazione imbarazzante.
"D'accordo." Assentii, ed io tirai un lungo sospiro di sollievo mentre lei allungò le braccia verso di me. "Su, adesso vieni qui, fatti abbracciare."
Mi sporsi in avanti e la strinsi a me.
"Ti voglio bene, tesoro. Non dimenticarlo mai."

Prescelta - Il Risveglio (In stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora