14. IMPASSE

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MARCUS

Con la testa stretta tra le mani, tenevo gli occhi incollati sulla pagina di quel tomo antico che ero riuscito a trovare nella sezione occulto, al piano di sopra.

Il mio sguardo accarezzava con meticolosità l'elegante calligrafia impressa con l'inchiostro nero che dava voce al suo amanuense.

Quelle pagine erano colme d'informazioni su ogni tipo d'incantesimi, ma non avevo ancora trovato ciò che mi serviva.

Maledizione! Doveva pur esserci qualcosa!

Dovevo ammetterlo, Zaira era stata molto brava a celare i suoi passi e le sue fonti. Era riuscita a tenerli nascosti persino ad Alberto: il suo predestinato, la sua mezz' anima.

Nel silenzio della biblioteca, un brusio attirò la mia attenzione e sollevai lo sguardo oltre la balaustra in legno di noce al piano di sopra.
Un gruppo eterogeneo di ragazzini camminavano lungo il ballatoio mormorando tra di loro.
Due occhi, di un giada intenso, mi stavano fissando con una certa insistenza. Appartenevano ad uno dei due ragazzini più grandi del gruppo ed era un lupo.

C'era qualcosa nel suo sguardo che m'incuriosì, forse il modo in cui cercava di sondare dentro la mia anima, o forse perché mi ricordava quello mio alla sua età, pieno di sfida.

Per un attimo la mente mi riportò ai momenti trascorsi qui all'Accademia. A quel tempo ero solo un ragazzino vivace, pieno di speranze ed entusiasmo. Non perdevo occasione per mettere in pratica gli insegnamenti del Magister insieme ad Alex, che era quasi sempre costretto a dover fronteggiare le mie provocazioni.

Lui era sempre stato riflessivo, cauto e diligente, mentre io sempre impulsivo e avventato.

Probabilmente era stato questo il motivo per cui, all'epoca, mi era stato assegnato lui come Tutor, nonostante fosse un anno più grande di me e soprattutto un lupo.

In ogni modo era stato un bene averlo accanto, perché era l'unico che riuscisse a riportarmi nella giusta strada.

Lo avevo sempre considerato come una specie di fratello maggiore di cui potermi fidare ciecamente, ma adesso purtroppo qualcosa si era spezzato.

Distolsi lo sguardo e chiusi l'antico tomo, consapevole che al momento le mie ricerche erano giunte al termine.

Presto la biblioteca avrebbe accolto diversi allievi, interrompendo la tranquillità in cui mi ero immerso e di cui avevo bisogno per concentrarmi al massimo.

Richiamai il potere e schioccai le dita. I libri sparpagliati sul tavolo tornarono al loro posto originario, li avrei ripresi più tardi.

<<Qui dentro è vietato usare la magia.>> Una voce fresca e brillante mi redarguì con impertinenza.

Alzai gli occhi e mi ritrovai davanti un giovane viso corrucciato. Apparteneva allo stesso ragazzo di poco prima.

<<E se non sbaglio è anche vietato parlare ad alta voce.>> Gli feci notare.

Lui alzò le spalle. <<Tanto non m'importa se vengo cacciato via.>> Rispose con fare impertinente.

La sua risposta mi colpì.
I più piccoli erano sempre i più euforici a voler imparare a potenziare e padroneggiare le loro abilità rispetto agli adolescenti, ma a lui sembrava non importare.

Inarcai un sopracciglio. <<E perché mai?>> Gli chiesi pieno di curiosità.

Fece spallucce. <<Tu chi sei?>> Chiese invece, tralasciando la mia domanda, mentre mi accorsi che una piccola Valchiria lo stava aspettando sulle scale stringendosi un libro sul petto. Molto probabilmente erano già destinati ad essere compagni d'arme inseparabili.

Prescelta - Il Risveglio (In stesura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora