Capitolo 2

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Dylan

Una settimana.
Una fottuta settimana che non vedo Chloe.
Mi sembrano passati mesi, forse anni ed ogni giorno che passa, mi distruggo sempre di più.
Non mangio, non dormo, non seguo le lezioni, non studio e mi è difficile anche respirare adesso che lei non c'è più.
Per tutta la scorsa settimana ho pregato che lei tornasse a lezione. Avevo un sacco bisogno di vederla e di parlarle, ma non ne ho mai avuto l'occasione visto che non si è presentata.
È stata assente tutta la settimana ed io non ho fatto altro che chiedermi dove fosse, con chi fosse e se stesse bene. Mi sono un preoccupato per lei e per un momento ho persino pensato che avesse cambiato college. Ho chiesto a chiunque avesse un contatto con lei, come stesse e se avessero delle novità, ma nessuno è riuscito a dirmi più di tanto.
L'unica cosa che so è che ha spento il telefono, e non l'ha più riacceso da quel fottuto martedì. Ho provato a chiamarla e a scriverle ogni giorno, ma non ho mai ricevuto una risposta. Ho persino chiamato sua madre, ma non c'è stato verso di parlare con lei.
Mi sono tranquillizzato un po' quando ho scoperto che ha dormito per tutta la settimana da sua madre, ma il dolore in corpo continuava ad essere permanente. E sarà così, finché non deciderà di darmi un'altra possibilità.
Catherine mi ha detto che non voleva parlare con nessuno, né tantomeno ricevere visite. Molte volte sono stato spinto dal mio istinto, da quella voglia matta di averla con me, nel prendere la decisione di andare da lei e chiarire una volta per tutte questa situazione, ma poi mi sono ricordato delle parole della madre. Delle necessità di Chloe e di quello che mi ha detto, e allora non l'ho fatto.
Sono stato malissimo per tutta la settimana, e ancora non ho realizzato che l'ho persa per sempre. Di solito non piango mai, ma questa in questa settimana non ho mai smesso.
Per sette fottiti giorni non ho fatto altro che versare lacrime, non avevo mai pianto così, nemmeno quando mia madre se n'era andata. Non avrei mai immaginato di poterla perdere, perché nonostante il mio carattere bipolare, sapevo che non avrei mai commesso, di nuovo, lo stesso errore che feci la prima volta con lei.
E invece ho deluso tutti.
Chloe in primis, perché le avevo promesso di non farla soffrire e di non mentirle più, per poi farlo spudoratamente. Me, che mi ero ripromesso di non farle più del male e poi mia madre, perché le avevo promesso di proteggerla e di darle tutte le sicurezze di questo mondo, che però per colpa del mio carattere di merda, ormai non potrò più dargliele.
Mi odio per essere così, e ancora di più per aver fatto una cosa così orribile a Chloe. Il mio intento non era quello di nasconderla dal padre, non lo avrei mai fatto cazzo. Sapevo quanto desiderava vedere quell'uomo, e non sarei mai stato capace di non farglielo conoscere solo perché non volevo io. Sicuramente lei in questo momento mi starà dando la colpa di tutto, visto che gli dissi chiaro e tondo che non ero d'accordo sulla decisione che lei aveva preso sul padre, ma non è così cazzo. Non in parte.
L'ho fatto per lei e per non rovinare i piani di Christopher. È stato lui a pregarmi di non dire nulla, e ho voluto eseguire il suo ordine per lei. Solo per lei cazzo, ma a quanto pare mai nessuno capisce i miei gesti.
Parlando di lui, per tutta la settimana ha fatto lezione normalmente, ma ieri mattina non l'ho visto vagare per i corridoi. Sarà andato da Chloe, o almeno lo spero.
Lui almeno ha la possibilità di avere quello che voglio io, e sarebbe uno stupido se non catturasse questa opportunità.
Farei di tutto pur di rivederla al mio fianco, ma so che non è quello che vuole.
Ed è per questo che non prendo l'iniziativa di andare da lei per vederla, proprio perché so che non è di suo gradimento ricevere visite in questo periodo, sopratutto mie.
Non ha bisogno di me, non più ormai.
<<Dylan finalmente... Perché hai tardato così tanto ad arrivare?>> chiede mia mamma non appena mi vede varcare la porta di casa.
<<C'era traffico>> rispondo a testa bassa.
Poso le chiavi dentro il portachiavi e non appena mi giro, mi ritrovo mia madre difronte.
Mi prende il viso tra le mani e mi guarda dritta negli occhi.
<<Le avevi promesso di non farlo più Dylan...>> dice con voce malinconica, <<non ho fatto niente>> le scosto le mani e la supero cercando di andare al piano superiore.
<<Vieni qui, immediatamente>> urla mia madre ed io mi giro di scatto, <<che cazzo vuoi?>> chiedo, <<non parlarmi così Dylan o giuro che...>> la blocco, <<che cosa? Mh... Cosa pensi di fare? Vuoi fare la madre dura togliendomi il telefono? Tieni>> glielo lancio buttandolo per terra, <<vuoi non farmi più uscire? Bene, non uscirò>> replico acido, <<puoi impedirmi di fare qualsiasi cosa, tanto ormai la mia vita non ha più un senso.
Adesso che non ho più Chloe niente ha più senso, quindi queste cose non mi cambieranno la vita. Basta solamente che tutti, e ripeto... Tutti: non mi iniziate a rompere il cazzo oppure a starmi appresso, perché io non ho bisogno di questo. Ho solo bisogno di Chloe, ma siccome non posso averla... Allora be'... Preferisco stare solo>> scrollo le spalle e poi la lascio lì, senza aggiungere altro.
<<Non è questo il modo adatto per riprendertela>> sento urlare da mia madre dal piano di sotto.
Sbatto la porta di camera mia con un movimento veloce, quest'ultima si chiude e fa un rumore forte.
Quando mi vado a sedere sul letto, faccio un bel respiro e cerco di rilassarmi.
Nessuno può capire il mio stato d'animo. Nessuno può capire come sto.
Nessuno può capire l'inferno che sto passando a causa della sua assenza, a causa della mia perdita.
Io non ce la faccio più a vivere senza di lei.
Mi sembrano passati anni ormai, quando invece sono passati solo sette giorni, solo sette fortuitissimi giorni.
Più passa il tempo, più sento la necessità di lei e della sua presenza in casa mia, e sapere di non poterla avere, mi distrugge ogni giorno sempre di più.
Il telefono che squilla, interrompe i miei pensieri. Non appena guardo chi è noto con dispiacere che è Lea e non Chloe, così rispondo mal volentieri.
<<Pronto che c'è?>> dico svogliato, <<pronto Dylan>> sussurra, <<che succede?>> chiedo mettendomi a sedere sul letto e aggrottando la fronte, <<non posso parlare più di tanto e sopratutto non posso alzare la voce, ma ti volevo dire che Chloe è appena arrivata>> annuncia lei, <<che cosa?>> sgrano gli occhi, <<hai capito. Non farmi ridire le cose due volte che se Chloe mi becca è la fine>> ribatte lei.
Ha ragione. Ancora non mi capacito di come sia possibile che io abbia ricevuto una chiamata da Lea. Pensavo che ce l'avesse con me per quello che ho fatto a Chloe, ma invece a quanto pare mi sbagliavo.
<<E dov'è?>> chiedo, <<è andata un attimo in bagno, ma da un momento a l'altro può tornare. Ti ho chiamato solo per avvisarti>> dice lei, <<grazie Lea, sei... Oddio non lo so, sei fantastica. Grazie>> dico con troppa felicità in corpo. Non dovrei essere così felice visto che non mi vuole nemmeno vedere, ma sapere che è tornata mi da un po' di speranza.
<<Lea è finito il dentifricio...>> sento dire da Chloe, <<oh scusami... Sei al telefono?>> continua a dire. Sentire la sua voce dopo una cazzo di settimana, mi manda in paradiso.
<<Si, ma non preoccuparti è mia mamma>> la tranquillizza, <<mamma allora io vado. Adesso io e Chloe dobbiamo uscire e andremo in caffetteria>> dice Lea, usando un timbro di voce diverso nella parola <<caffetteria>>.
Che stupido, ma certo!!
Mi sta invitando ad andare lì, per poterla vedere.
<<Grazie ancora, a dopo>> dico infine in un sussurro, per poi staccare.
Salto giù dal letto, faccio un bel respiro, ma poi mi faccio coraggio e scendo al piano di sotto.
Non so come andrà, ma l'importante è vederla per me. Farò di tutto pur di farmi perdonare, costi quel che costi. Io e lei torneremo insieme, più uniti che mai. Ho sempre creduto in noi, nonostante le mille complicanze che abbiamo avuto e che abbiamo tutt'ora nella nostra relazione. Quel <<noi>> esiste, ed esisterà per sempre. Nonostante tutto e nonostante tutti.

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