Capitolo 7

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Chloe

<<Chloe, Chloe svegliati!!>> sento scuotermi per un braccio e quando apro gli occhi, scatto a sedere sul letto e guardo Mia.
<<Signora Torres, che succede?>> chiedo sorpresa, <<mia madre sta bene? È successo qualcosa?>> aggiungo preoccupata, <<no cara, non preoccuparti. Lei sta bene>> mi sorride e si viene a sedere sul sul bordo del letto.
Io mi sposto di poco dalla parte del muro, in modo da lasciarle un po' di spazio in più.
<<Allora... Sta male lei?>> chiedo a mia volta, <<no tesoro, io sto bene e per favore dammi del tu>> sorride di nuovo ed io annuisco, ricambiando il sorriso, <<be'... Allora mi scusi, ma non ho proprio capito che cosa ci faccia lei qui>> dico gentilmente, <<sono qui per Dylan>> confessa e il mio sorriso scompare del tutto. Sentire quel nome mi provoca un vuoto dentro al petto, quel vuoto che ormai porto dentro di me dal giorno della nostra rottura.
So che è stata una mia scelta quella di chiudere con lui, quindi non dovrei sentirmi così, ma è più forte di me. Lo amo ancora e per quanto mi faccia arrabbiare, per quanto sia delusa dal suo comportamento, non riesco ad odiarlo.
Dovrei, perché mi ha nascosto una cosa troppo grande, una cosa troppo importante e fondamentale per me, ma non ci riesco.
È più forte di me.
Questo è il potere che ha su di me, ed è una cosa incontrollabile.
Sta cercando in tutti modi di farsi perdonare, e lo vedo. Apprezzo che si stia sforzando, ma la rabbia agisce al mio posto.
<<Mia, guarda... Mi sono appena alzata e non ho voglia di parlare di lui>> ammetto e lei mi prende una mano. La stringe forte nella sua e poi ritorna a guardarmi.
<<So che parlare di lui, sopratutto di prima mattina, non è piacevole, ma non te lo chiederei se non fosse urgente>> confessa e a quel punto cedo.
<<Mi dica>> dico incitandola a parlare, <<so che sei arrabbiata con mio figlio e hai tutto il diritto per esserlo. Non sono qui per darti torto, né tanto mento per giustificare le sue azioni. Si è comportato male e questo lo sa benissimo, ma credimi Chloe, io non l'ho mai visto così. Non è mai stato così male in vita sua e mi spaventa molto questa cosa>> confessa, <<cosa la spaventa in particolare?>> chiedo non seguendo il suo discorso, <<qualche giorno fa Dylan è tornato a casa più tardi del previsto. Di solito dopo le lezioni torna sempre verso le tre del pomeriggio, a meno che non rimanga con te, ma siccome eri ancora da tua madre quando è successa questa cosa, allora mi sono preoccupata. Quando tornò a casa aveva tutti gli occhi rossi e non so il vero motivo, non so se è per il pianto oppure per... Be' ecco, oddio non lo so Chloe. Ho paura che abbia di nuovo iniziato a vagare in brutti giri>> confessa con le lacrime agli occhi.
Brutti giri?
Oddio aspetta...
La droga. Quella merda di roba, cazzo.
<<Lui ha negato tutto, ha detto che non aveva fatto nulla e voglio credergli, ma mi risulta molto difficile. Non sarebbe la prima volta che mi mentirebbe, e so che è da folle chiedertelo, ma solo tu puoi far si che tutto questo non accada>> gli scende una lacrima e mi stringe forte la mano, scuotendola di poco.
Io? E che dovrei fare?
<<Non saprei come farlo smettere, se solo fosse vero>> confesso, <<stando con lui>> ribatte seria. Le lacrime iniziano di nuovo a crearsi all'interno dei miei occhi. Mi stanno minacciando e sento il loro bisogno di travasare, ma glielo impedirò.
<<Mia, non voglio che tu pensi che io sia una persona cattiva, ma non posso tornare con tuo figlio>> confesso abbassando lo sguardo, <<non vuoi o non puoi affrontare la questione? Perché sono due cose ben diverse. Se non vuoi ti capisco, ma sai benissimo che entrambi ci perderete. Però... Sono più che sicura che tu vuoi perdonarlo, ma hai paura del giudizio delle altre persone>> dice ed io riporto, di scatto, lo sguardo su di lei.
<<Non ho paura del giudizio degli altri>> ammetto innervosita.
Sono stanca che tutti pensano questo di me, e la signora Torres e non è la prima che mi dici una cosa del genere. Ormai tutti intorno a me si ostinano a dire il contrario di quello che dico, ma non sanno che stanno sbagliando.
Forse hanno ragione, ma solo il parte.
E ciò non significa che debba perdonarlo.
<<Chloe, mia cara... Te lo si legge negli occhi quanto ami mio figlio, e non puoi negare che anche nei suoi occhi si legge l'amore che prova per te. So quanta strada avete percorso finora insieme, e so che è stata molto dura per entrambi. Però lo sai anche tu che non finirà mai tra voi due>> confessa guardandomi dritta negli occhi.
<<Non è mai semplice tra noi due>> ribatto, <<lo so e lo sa pure lui, ma nelle relazioni è sempre così. Non dovrebbe essere così complicata, questo è vero, ma in tutte le relazioni ci sono problemi>> mi ricorda, <<il problema è che nella nostra relazione i problemi si fanno avanti in continuazione, non possiamo mai avere un minuto di tranquillità, perché c'è sempre qualcosa che rovina tutto. Qualche segreto, qualche bugia o qualche cosa spiacevole, pronta a farci litigare o addirittura a dividerci>> sospiro e poi riprendo a parlare.
<<Ho provato in tutti modi a fidarmi di tuo figlio, c'ho messo tutta me stessa, ma l'unica cosa che ho ricevuto indietro è stata l'indifferenza>> gli spiego e lei mi guarda con occhi tristi. So quanto gli facciano male le mie parole, fanno male a me, figuriamoci a lei.
Le credo quando dici che Dylan è pentito e che sta male, me ne sono resa conto pure io e su questo non ci piove, ma non saranno le sue lacrime a farmi cambiare idea.
Ne quelle sue, né quelle di nessun altro.
Non posso rendermi in ridicolo di nuovo, sarei una scema se mi rimettessi con Dylan dopo tutto quello che mi ha fatto. E la cosa che mi fa arrabbiare è che nonostante tutto, lo voglio. Voglio tornare insieme a lui, però devo cercare di alleviare questo mio desiderio, e con il tempo di farlo scomparire del tutto.
<<Lui è davvero pentito Chloe. Per quanto gli faccia male tutta questa situazione, renditi conto che non mangia più, non segue le lezioni, ha spesso incubi e dorme a malapena.
Pensa che... Quando tu eri da tua madre la scorsa settimana, lui ha dormito per tutto il tempo sul divano, sperando che tu varcassi la porta di casa nostra. Cioè... Aspetta mi correggo, di casa sua. Forse non dovrei essere qui a parlarti di questo, ma credimi che non lo farei se non lo vedessi pentito per davvero. Mi ha confessato che è disposto a cambiare sul serio questa volta, ed io gli credo>> spiega, <<credimi Mia, anche io vorrei credergli, ma lo conosco fin troppo bene. Quando sa di perdermi lui impazzisce, sarebbe disposto a fare e a dire di tutto pur di non farsi lasciare. Però questa volta è diverso, anche se volessi non potrei perdonarlo>> confesso, <<perché Chloe... Ti prego, non dire così>> dice con voce spezzata, <<tu non ti puoi nemmeno immaginare di quanto ti ami mio figlio, e di quanto abbia bisogno di te. Io non l'ho mai visto così distrutto, ed è vero che non ci sono mai stata e che me lo sono vissuto per poco tempo, ma una madre capisce subito quando il proprio figlio è felice o meno. E credimi che quando te ne sei andata, lui è rientrato in casa a pezzi>> aggiunge subito dopo, <<non è l'unico a stare male per nostra rottura. Troppe volte noi diamo la colpa a colui che lascia, tendiamo ad incolparlo di tutto e crediamo che non soffra. Quando invece non è così, perché chi lascia soffre tanto quanto chi viene lasciato. Ovviamente dipende molto dalle circostanze della relazione. Se io non provassi più nulla per Dylan è logico che non ci soffrirei, mi dispiacerebbe ma finirebbe li. Però se sei stata costretta a lasciare la persona che amavi, allora a quel punto si. Eccome se si soffre>> una lacrima scende, bagnandomi una guancia calda.
<<Chloe... Tu sai benissimo cosa ho passato con il mio ex marito. Anche io sono stata costretta a lasciare l'uomo che amavo con tutta me stessa. Però... Tu non ti immagini quanto mi sono odiata negli anni successivi per averlo lasciato andare. Io dovevo restare con lui, dovevo aiutarlo ad uscire da questa strada che aveva intrapreso, dovevo portarlo fuori dall'oscurità, ma non l'ho fatto. E molto probabilmente se non avesse fatto quel che ha fatto a mio figlio, se non avesse mentito sulla morte di Dylan, forse lo amerai ancora. Anzi, di sicuro sarebbe stato così.
Adesso l'amore si è dissolto, e tra me ed Erick c'è solo odio. Ormai entrambi non siamo più in tempo di rimediare ai nostri errori, ma tu si. Voi potete rimediare ai vostri errori, potete mostrare al mondo quanto vi amate e quanto è forte il vostro amore>> mi stringe una mano, dandomi coraggio, <<non è così semplice...>> le ricordo, <<lo so, e non sarà mai semplice tra di voi, ma io non mollo. Per tutta la mia vita ho solo avuto delle sofferenze, e se devo dirla tutta non sono mai stata felice, ma cosa non permetterò che accada anche a voi. Dovete essere felici, ma solo insieme riuscirete ad esserlo>> mi sorride, <<non so che dire...>> scuoto la testa e abbasso lo sguardo.
Tutta questa situazione mi sta mettendo in difficoltà. Non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto, non mai avrei immaginato che la madre di Dylan arrivasse a tal punto di presentarsi in camera via, pregandomi di ritornare con il figlio.
<<Promettimi solo che ci penserai>> tira su con il naso e si asciuga una lacrima, <<ti prego>> insiste, <<va bene>> mi lascio scappare. Sul suo viso si forma un sorriso ampio e gioioso. È bello vederla così, è bello sapere che almeno lei sorride. In questo periodo ormai nessuno intorno a me lo fa, tantomeno io.
Ho fatto una cazzata ad accettare, ma ormai è fatta e non si può più tornare indietro.

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