Capitolo 39

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Chloe

Dopo lunedì sera io e Dylan non abbiamo più parlato di quello che è successo. In questi due giorni sono stata fredda con lui, ma allo stesso tempo ho cercato di non esserlo troppo per evitare di farlo incazzare e provocare una discussione.
L'ho visto stare male a causa di questa situazione, ma se pensa di essere l'unico si sbaglia. Sto cercando in tutti i modi di credergli, di credere alle sue parole, ma mi è difficile. So che non sarebbe mai capace di tradirmi ed ho sbagliato due sere fa a fargli capire il contrario, ma a questo punto sono davvero confusa.
Come è possibile che sia finito lì da solo?
Non è fattibile come risposta ed odio quando le persone mi prendono per il culo in questo modo. Sono due le cose: o non sa davvero come ci sia finito lì dentro o mi sta mentendo.
Vedo quanto lui si stia sforzando in queste settimane per cercare di non commettere più gli errori del passato, ma non capisco perché debba essere tutto così complicato.
<<Chloe sei pronta?>> chiede Dylan entrando in stanza, <<si un'attimo solo, arrivo subito>> dico intenta a tirare su la lampo del vestito.
<<Lascia faccio io>> dice lui avanzando verso di me, <<no aspetta ce la faccio da...>> dico ma prima ancora che finisca la frase, le sue mi stanno già allacciando il vestito.
Un brivido mi percorre per tutta la schiena e lui se ne accorge. Il suo fiato caldo si posa sul mio collo e poco dopo le sue labbra si posano su quest'ultimo, lasciando una scia di baci umidi.
<<Sei bellissima stasera>> sussurra al mio orecchio, <<grazie>> rispondo e mi stacco.
<<Sei ancora arrabbiata?>> chiede afferrandomi delicatamente per un polso, <<non sono arrabbiata, sono solo confusa.
Non credo a tutta questa storia perché sappiamo benissimo che quella bustina non c'è finita da sola li dentro>> spiego, <<hai ragione, non c'è finita da sola. Però devi credermi quando ti dico che non so come diamine sia potuta arrivare fin lì.
Ti giuro che non me li sono portati dietro, proprio perché sapevo che non mi sarebbero serviti. Noi ormai non gli usiamo quasi più e ti ripeto, se vedi che ne ho altri in casa ciò non significa che li uso con le altre. Non lo farei mai, non farei mai una cosa del genere a te. Ti amo e sarei uno stupido a rovinare tutto, andando con un'altra donna>> confessa, <<e allora quella bustina?>> chiedo di nuovo, <<non lo so Chloe, non lo so cazzo>> sbotta. Tutta questa situazione è davvero stressante e non mi capacito di come tra di noi non ci possa essere nemmeno un momento di pace. Eravamo felici perché avevamo intrapreso una strada insieme, un nuovo percorso sotto lo stesso tetto, ma ci deve essere sempre qualcosa che rovina tutto.
<<So che ti è difficile credermi, soprattutto dopo quello che ti ho fatto in passato, ma devi sforzarti di farlo quando metto in mezzo la nostra relazione. Sai che non ho mai provato certe cose prima d'ora in vita mia, come puoi pensare che sarei capace di farti una cosa così brutta?>> aggiunge esterrefatto.
<<Sopratutto dopo gli sforzi che ho fatto per riaverti insieme a me>> aggiunge.
<<Basta Dylan, non ne voglio più parlare. Posso sapere perché mi hai fatto vestire in questo modo?>> chiedo cambiando discorso e indicando il mio vestito bianco.
Sono stufa di parlare di questo argomento.
Sono giorni che cerco di non pensarci, ma più mi sforzo di non farlo più ci ripenso. Mi sto scervellando la testa e non è quello che devo fare, altrimenti peggiorerò la situazione.
Gli credo da una parte, so che non sarebbe mai capace di farmi una cosa del genere ma non voglio ammetterlo. Io gli credo, gli credo quando dice che mi ama e che non metterebbe mai a rischio la nostra relazione, ma in passato lo ha già rifatto.
<<Ti ho chiesto di vestirti in questo modo perché voglio dimostrarti quanto ti amo, ma sopratutto voglio che il mondo capisca, tu compresa, che con te voglio qualcosa di serio. Per me la nostra relazione non è un gioco e nonostante sia la prima relazione seria, voglio che sia anche l'ultima>> confessa, <<non ti seguo>> scuoto la testa e lo guardo confusa.
Non so proprio che cosa mi stia cercando di dire con questo discorso.
Lo sapevo già che mi amava, l'ho sempre saputo anche quando non avrei dovuto, però sul serio non riesco a seguirlo.
<<Ho invitato una persona a cena da noi, l'ho invitata perché voglio fartela conoscere e perché voglio che tu sappia che sarei capace di urlare al mondo quanto ti amo. Io non mi vergogno di stare con te, né tantomeno ho intenzione di tenerti all'oscuro di tutto o di tutti. Voglio renderti partecipe dei miei progetti futuri, di quelli che ho in mente, della mia vita proprio come desideravi tu.
E diciamo che farti conoscere questa persona è davvero significativo per me, magari per te sarà una sciocchezza ma per me vale molto>> spiega.
L'ansia inizia a prendere il sopravvento e l'agitazione aumenta ancora di più.
Mi chiedo chi possa essere questa persona così importante per lui, a tal punto di farmela conoscere.
Spero che non si tratti di questa famosa Wendy, o peggio ancora di un'altra donna.
<<Posso sapere chi è?>> chiede, <<a breve arriverà, abbi un po' di pazienza e scoprirai chi è>> risponde e a quel punto annuisco.
<<Scendiamo di sotto>> ordina e lo seguo fino ad arrivare alla porta, poi usciamo insieme.
I minuti passano e poco dopo sentiamo suonare il campanello.
<<Vieni con me>> mi dice prima ancora di avviarsi verso la porta.
<<Ei bello>> una voce maschile saluta amichevolmente il mio ragazzo e poco dopo gli da una pacca sulla spalla.
Alle spalle del ragazzo sconosciuto c'è una donna alta, molto bella e raffinata.
Non riesco proprio a capire chi siano.
Non capisco perché questi due siano in casa nostra. Il ragazzo indossa una camicia bianca ed è vestito formalmente. Dalla vita in giù porta dei pantaloni con la piega che si abbinano perfettamente alla giacca e alla cravatta.
Quando quest'ultimo cosa lo sguardo su di me, mi sorride e viene nella mia direzione.
<<Tu dovresti essere Chloe giusto?>> chiede, <<si>> rispondo accompagnata da un sorriso, <<molto piacere sono Richard. Non so se quel buffone del mio migliore amico ti ha parlato di me, ma sono una fonte storica del suo passato>> confessa e alle sue parole non posso far altro che posare lo sguardo su Dylan.
Adesso capisco tutto.
<<Piacere mio, Chloe. Sì mi ha parlato di te ed è un piacere conoscerti>> stringo la sua mano.
<<Il piacere è tutto mio. Lei invece è la mia futura moglie, Rachel>> prende per mano la ragazza che poco prima era posizionata alle sue spalle, e se l'affianca a se.
<<Piacere Rachel>> mi porge una mano ed io la stringo, <<Chloe>> sorrido e lei ricambia.
<<Hai capito che casa ha il signorino qui presente...>> afferma ridacchiando e guardandosi intorno Richard, <<scommetto che la tua a New york è molto più grande di questa>> ribatte Dylan abbracciandomi da dietro. Per la prima volta non provo più imbarazzo a dimostrare agli altri la nostra relazione. Tempo fa odiavo dimostrazioni d'affetto in pubblico, anche se al tempo stesso mi facevano stare bene e mi facevano sentire apprezzata da lui, ma adesso no. Non mi creano più tanto imbarazzo come un tempo.
<<Può darsi, ma anche questa non è male>> risponde lui, <<be'... Vedrò di prenderlo come un complimento>> afferma Dylan e nel mentre Richard scoppia a ridere.
Poco dopo arriviamo in sala da pranzo ed iniziamo a cenare quello che ha preparato Dylan. La serata passa molto velocemente tra chiacchiere, risate e conoscenze.
<<Allora dimmi un po' Chloe, che cosa ti piacerebbe fare dopo il college?>> mi chiede Richard mentre aspettiamo il dolce, <<be' vediamo... Detto sinceramente non ho ancora ben chiaro cosa fare dopo il college, mi piacerebbe avere un lavoro serio e che mi porti ad avere un bello stipendio. Ormai è difficile trovare lavoro ai giorni d'oggi, però di una cosa ne sono certa. Dopo la laurea voglio trovarmi un piccolo lavoro come cameriera, oppure come barista per intascare dei soldi e successivamente lavorare in un ambiente più grande>> confesso imbarazzata.
Prima dell'arrivo di Dylan nella mia vita, avevo più o meno un sacco di idee in mente. Sapevo che cosa mi piaceva fare, sapevo su cosa ero portata e su cosa no, ma adesso che lui è nella mia vita tutto è cambiato. Ha stravolto tutto e ormai non possiamo più tornare indietro.
<<Ti vuoi laureare nel settore economico giusto?>> chiede bevendo l'ultimo sorso di vino rosso, <<si>> ammetto e lui annuisce.
<<Che te ne pare di New York?>> chiede subito dopo posando i gomiti sul tavolino e facendo incrociare le sue mani tra di loro.
<<È una delle mie città preferite, sarebbe un sogno andarci un giorno>> ammetto, <<io li ho una casa editrice lì>> confessa, <<è tua?>> chiedo, <<un tempo era di mio padre, ma poi l'ha intestata a me. Quindi si, è mia adesso>> risponde.
Come è possibile che abbia già un incarico così grande nella sua vita?
Avrà a malapena vent'anni, come fa ad essere così indipendente?
<<È un'ottima notizia>> affermo, <<si. Ormai ci lavoro da mesi io, mentre Rachel subentrerà a lavorare insieme a me a settembre, quando partiremo per costruirci la nostra famiglia laggiù>> spiega. Quando sento pronunciare il termine <<famiglia>>, uno strano instinto mi fa posare lo sguardo su Dylan, ma lui abbassa la testa ed interrompe il nostro contatto visivo.
<<Prenderò il posto di sua sorella purtroppo>> afferma Rachel.
Quelle parole sembrano risvegliare in Dylan qualcosa, perché dopo quello che ha detto Rachel, alza lo sguardo di scatto e la guarda.
<<Perché, dov'è lei?>> chiede girandosi verso il migliore amico.
Quest'ultimo abbassa il capo e poco dopo dice: <<È morta.>>
Dylan impallidisce e nella stanza cala un silenzio tombale.
<<Cosa...?>> chiede ingoiando a malapena la saliva, <<sei mesi fa>> aggiunge Richard, <<co-com'è possibile... Lei, insomma, lei stava bene... Non aveva mai..>> balbetta Dylan ma viene bloccato dall'amico che dice: <<Per droga Dylan. Per droga.>>
Il silenzio ricade di nuovo tra di noi ed io non so come comportarmi. Solo adesso mi ricordo della sua ex, sempre se devo chiamarla così, e una strana sensazione non di gelosia ma di tristezza e paura, mi invade il corpo.
<<Quando vi siete lasciati ha conosciuto un ragazzo nuovo. Aveva dieci anni in più di lei, lui si drogava e con il passare dei mesi ha portato su questa via pure lei.
Abbiamo provato a rinchiuderla in un ospedale psichiatrico, ma è sempre riuscita a scappare. Nell'ultimo periodo non ci stava completamente con la testa, dava di matto e molto spesso diceva il tuo nome>> confessa e in quel momento Dylan sembra preso dal panico.
Se devo essere sincera non mi sta piacendo per niente questa sua reazione, capisco che sia stata una persona tanto importante per lui, ma è strano vederlo così.
Mi ha confessato di amarla, non come ama me, ma l'amava e a quanto pare anche tanto.
<<Eri l'unica persona che poteva salvarla. Nonostante si sia comportata male, credimi amico... Era davvero innamorata di te.
Mi dispiace Dylan>> spiega Richard.
Quelle parole mi provocano una forte fitta al petto, peggio di una pugnalata.
<<Scusate, ho bisogno un'attimo del bagno>> mi alzo di scatto e vado al piano di sopra. Quando entro nella stanza di Dylan, mi ci chiudo a chiave e mi rilascio cadere a terra per poi scoppiare a piangere.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora