Capitolo 22

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Dylan

Dopo la nostra discussione, Chloe se ne è andata e mi ha detto che ci saremmo visti stasera. Mi hai lasciato da solo in questa caffetteria e adesso non so cosa fare. L'ho fatta arrabbiare, ma anche lei ha fatto lo stesso con me. Non doveva accettare l'invito di mio padre, non se lo merita quel bastardo. Però, essendo troppo buona e ingenua, ha accettato ed è cascata ai suoi piedi. Quel troglodita può convincere tutti, può far credere al mondo intero che è cambiato, che è pentito per quello che ha fatto, e che adesso è una persona migliore, ma a me non convincerà mai.
<<Oi bello, che ci fai tu qui?>> Samuel appare alle mie spalle e poi si siede difronte a me.
Ottimo, ci mancava solo lui.
In mano ha un bicchiere che contiene del cappuccino, o così sembra, e nell'altra un sacchetto bianco.
<<Stavo parlando con Chloe, ma adesso se ne è andata a studiare>> confesso e distolgo lo sguardo, <<mh... Qualcosa mi dice che la chiacchierata con Chloe non è stata molto soddisfacente. Che è successo? Lo sai che con me puoi parlare>> aggiunge, <<ti prego Samuel non iniziare a fare l'amico buono, pronto ad ascoltare nel momento del bisogno perché guarda è l'ultima cosa che voglio>> dico scorbutico, <<sto solo cercando di capire la situazione e di dialogale. Non voglio intromettermi tra voi due e tantomeno fare l'amico buono come dici tu. Volevo solamente cercare di avere un buon rapporto con te, o almeno di provare a costruirlo. Però vedo che sei sempre il solito stronzo, perciò tranquillo>> si alza in piedi e sbatte i palmi delle mani sul tavolo, <<tolgo il disturbo>> si volta e proprio in quel momento dico: <<Mio padre si sposa e Chloe vuole andare al matrimonio.>>
Si gira lentamente nella mia direzione e poco dopo si risiede. Appoggia il bicchiere e il sacchetto sopra il tavolo, per poi unire le mani a mo di preghiera. 
<<E perché questa cosa ti turba tanto?>> chiede confuso, <<non è che mi turba, mi fa imbestialire. Non voglio che quei due abbiano un rapporto>> confesso sbuffando, <<ma non vedo qual'è il problema Dylan. Capisco che tu non abbia mai avuto una relazione prima d'ora, ma è normale che i nostri rispettivi fidanzati conoscano i nostri genitori. Ed è ancora di più normale che loro abbiano un rapporto>> aggiunge, <<si ok, ma io non voglio che ce l'abbiano>> ripeto, <<non sei tu a decidere>> con la schiena si appoggia alla sedia di legno, e successivamente incrocia le braccia al petto.
<<Lo so cazzo lo so, ma mi fa imbestialire questa cosa. Mio padre è la solita persona che... Ahh... Lascia stare. Però deve stare lontano da Chloe, e non sentirò ragioni finché non la lascerà in pace>> ringhio e lui sospira.
Per fortuna sono riuscito a fermarmi in tempo e non mi sono fatto scappare nulla sul mio passato. Solo Chloe sa per filo e per segno tutta la storia, e voglio che continui ad essere solo lei la persona a cui dirò ogni singola cosa della mia fottutissima vita. 
<<Non so perché tu ce l'abbia così tanto con tuo padre, ma dovresti ritenerti fortunato a studiare qui. Non tutti hanno un padre che ti fa entrare in uno dei college più raffinati di Los Angeles e diciamoci la verità, se sei qui è solo grazie a lui. Dovresti ringraziarlo, in parte, invece di buttargli merda addosso ogni giorno>> ribatte scorbutico. A quelle parole una strana sensazione di rabbia mi assale. La voglia di prenderlo per il colletto della maglietta, sbatterlo contro il muro e riempirlo di pugni è tanta, ma non farò nulla di tutto ciò. Devo smetterla con la violenza, l'ha detto anche Chloe e voglio che sia fiera di me. 
Non voglio più essere il ragazzetto che prende a pugni la gente, sto iniziando ad essere un adulto e gli adulti non ragionano con i cazzotti.
<<Se solo tu sapessi davvero che persona è, credimi che non parleresti così>> lo avverto e lui corruga la fronte, <<che vuoi dire?>> chiede non capendo, <<nulla lascia perdere. Vado un attimo in bagno, torno subito>> dico alzandomi e poi mi dirigo verso la toilette.
Entrando in bagno noto che c'è una fila enorme, così decido di tornare al tavolo.
Non appena mi risiedo difronte a Samuel, quest'ultimo mi fulmina con lo sguardo e quando scuote la mano, noto che ha il mio telefono. Mi tocco subito le tasche per avere la conferma che quel cellulare è il mio, e non sentendolo da nessuna parte riesco a darmi una risposta da solo.
<<Dammi subito il telefono>> gli ordino.
Mentre allungo una mano per prenderlo, lui si ritrae e scuote lentamente la testa.  
<<Si può sapere che cos'è questa storia. Vuoi tornartene a Parigi?>> chiede incazzato nero, <<cosa? No!>> rispondo esterrefatto.
Sicuramente mi sarà arrivato un messaggio da mia madre e non facendosi mai i cavoli suoi, lo avrà letto.
<<E allora perché tua madre sostiene il contrario?>> chiede a sua volta, <<mia madre non sostiene proprio niente e adesso sei pregato di ridarmi il cellulare>> ringhio a denti stretti. Sto cercando in tutti modi di mantenere la calma, ma mi è davvero impossibile con un essere del genere. Odio che le persone si facciano gli affari miei, e ancora di più che si intromettono in questioni che non gli riguardano, ma con una persona come lui c'è da aspettarsi di tutto.
<<Vuoi lasciarla? Vuoi lasciarla un'altra volta da sola? Te ne vuoi andare come hai sempre fatto, lasciandola definitivamente in una città enorme come Los Angeles...?>> chiede e subito mi affretto a dire: <<No, assolutamente.>>
Come può pensare questo?
Capisco che abbia poca fiducia in me e che abbia paura che possa far soffrire di nuovo Chloe, ma cazzo. Non sono così idiota.
Ho passato giorni, settimane a trovare un modo per farmi perdonare da lei, e di certo non l'ho fatto per hobby. Non voglio rovinare di nuovo il nostro rapporto, voglio che funzioni e questa volta per davvero.
<<Allora spiegati meglio o non ti darò il telefono>> mi avverte. Stringo forte la mascella e faccio un bel respiro per poi iniziare a parlare. <<Mia madre stamani mattina è partita per Parigi insieme a tuo padre e a tuo zio. Le ho confessato che volevo che rimanesse un po' di più e ho cercato in tutti modi di farla restare, ma lei non ha accettato. Ho passato anni senza mia madre e questo lo sai già, ed è proprio per questo che mia madre mi ha proposto di andare a vivere con lei a Parigi>> confesso, <<e tu ci vuoi andare?>> domanda con voce più pacata, <<certo che no. Cioè, non adesso. Quando finirò gli studi si, è ufficiale ormai. Però adesso no, ho Chloe qui con me e come ho già detto devo finire gli studi. Devo laurearmi e mi devo impegnare molto in questi mesi. Non posso abbandonare tutto, prendere il primo aereo e partire per un altro continente>> spiego e lui annuisce.
Quando mi restituisci il telefono, lo prendo di scatto e leggo il messaggio.
Ciao tesoro, io tra un po' scendo dall'aereo. Il viaggio è stato molto stancante, ed ho sentito per tutto il tempo la tua mancanza. Spero di vederti presto e sappi che se cambierai idea io ti aspettorò qui a Parigi!
Ti voglio bene.
Mamma. 
Queste sono le parole che conteneva il messaggio di mia madre.
<<Chloe lo sa?>> Chiede Samuel, interrompendo il momento di silenzio. 
<<No, ma glielo dirò dopo>> ammetto e lui annuisce.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora